Felice Govean e Alessandro Borella

I misteri di Torino scritti da una penna in quattro mani

Claudio Perrin, Torino 1850 (I ed. 1849).

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I misteri di Torino uscì anonimo nel 1849; a firmarlo furono Felice Govean e Alessandro Borella, massoni e fondatori (nel 1848) della Gazzetta del popolo. La seconda edizione uscì nel 1850 e la terza nel 1861, quando si era preferito il titolo più completo e più significativo di Misteri di Torino ossia rivelazione degli intrighi, delle cospirazioni e mène dei gesuiti e sanfedisti contro i liberali nel Piemonte, prima, e durante la guerra del 1848. I "misteri" del libro sono eminentemente "misteri politici", infarciti di notazioni antigesuite derivate dal giobertiano Gesuita Moderno (i Gesuiti sono individuati come i principali responsabili dei mali della società subalpina) e di accenti di viva simpatia per la sinistra radicale. Dopo un preambolo di cui è protagonista Santorre di Santarosa a Sfacteria, le vicende vanno dal settembre 1847 alla battaglia di Custoza del luglio 1848, con un accenno alla definitiva sconfitta del marzo seguente a Novara e all'esilio di Carlo Alberto ad Oporto. Le litografie sono pregevoli per accortezza descrittiva e documentaria. L’anticlericalismo si afferma come tema centrale nei misteri italiani, anche se per Les Mystères de Paris (che compare in un'illustrazione nell'edizione 1849) non si trattava di un argomento rilevante. Torino, nel romanzo, è il luogo in cui il liberalismo e gli ideali del progresso politico si scontrano con un oscurantismo clericale ipocrita, caratterizzato dal desiderio privo di scrupoli di aggrapparsi al potere a tutti i costi anche ricorrendo al crimine, mentre i giovani liberali progressisti sono caratterizzati dagli ideali elevati e dal patriottismo nobile. Non c’è traccia di conflitto tra le classi: il conflitto resta all’interno delle classi superiori, e le classi inferiori sono utilizzate solo come mezzi.

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Italiano

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