MARIANO TOMATIS

WONDER INJECTOR

Scrittore e illusionista
Mariano illumina le
meraviglie sul confine
tra Scienza e Mistero.

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ROL Realtà O Leggenda

HANNO SCRITTO…

Il trucco c’è ma qualcuno non lo vede

Recensione di Piergiorgio Odifreddi in L’espresso, 3 luglio 2003
(ora in La scienza espresso, Einaudi, Torino 2006).

Giornali e televisioni hanno approfittato del centenario della nascita di Gustavo Rol per seguire la loro vera vocazione e realizzare la loro massima aspirazione: dedicare, cioè, un’attenzione massima ai presunti maghi e una minima ai loro critici. Si sono così profusi articoli di prima pagina, sezioni di approfondimenti e trasmissioni TV nell’esaltazione dei supposti prodigi del mago di Torino, che si esibiva per la gioia e lo stupore dei creduloni dell’alta borghesia e del mondo dell’arte.

Che Rol non possedesse poteri sovrannaturali, non ci vuole molto a capirlo: bastano le sue dichiarazioni sul fatto che faceva i suoi esperimenti per confermare la presenza di Dio. E bastano pure i suoi rifiuti a esibirsi di fronte a gente del mestiere in grado di controllare le affermazioni che faceva e di svelare i trucchi che usava. Ma che i trucchi ci fossero, e addirittura quali fossero, lo si può scoprire anche solo attraverso i resoconti dei suoi seguaci, come dimostra questo bel libro di Mariano Tomatis, informatico, illusionista e membro del benemerito Cicap: il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, fondato da Piero Angela e dedito allo studio delle assurdità più disparate, dagli Ufo alla Sindone. Leggendo il libro scopriamo che il mago torinese non usava altro che il classico repertorio dei prestigiatori, e che la sua unica distinzione era in fondo "le physique du Rol": il fatto, cioè, di saper creare un’atmosfera unica in casa sua, scegliendo accuratamente i ricchi da menare per il naso e menandoceli con classe.

Il prestigiatore Rol

Recensione di Piero Bianucci in La Stampa, 3 giugno 2003.

Se Gustavo Rol sia stato davvero dotato di poteri paranormali è tuttora controverso. Limitiamoci a qualche dato biografico. La famiglia di Rol era dell’alta borghesia torinese: il padre, Vittorio, fu direttore della Banca Commerciale di Torino e delle agenzie del Piemonte; la madre era figlia dell’avvocato Antonio Peruglia presidente del tribunale di Saluzzo.

Terzo di quattro figli, Gustavo frequentò l’Istituto Sociale sotto i Gesuiti. Non era un bambino prodigio (in terza ginnasio venne rimandato), ma già da piccolo intratteneva i parenti con giochi di prestigio e suonando pianoforte e violino. Entrò alla Banca Commerciale, fu mandato a fare il tirocinio a Marsiglia, poi a Parigi, Londra ed Edimburgo. Riuscì a laurearsi in Logge all’Università di Torino; a Londra ottenne una seconda laurea in Economia e a Parigi una terza in Biologia medica, alla scuola di Jacques Monod, il futuro premio Nobel.

A Parigi conobbe Elna Resch-Knudsen, figlia di un ministro norvegese, che sposò nel dicembre 1930. Acquistò allora una palazzina in via Silvio Pellico 31, all’angolo con corso Massimo d’Azeglio, che diventerà teatro dei suoi "esperimenti". Alla morte del padre lasciò la Banca Commerciale per dirigere la banca Donn del Sestrière ma nel ’34 si ritirò per dedicarsi al commercio di antichità e alla pittura. Richiamato alle armi nel ’39, dopo l’8 settembre, con tutta la famiglia, fiancheggiò la Resistenza, operando a favore dei partigiani catturati dalle truppe tedesche. Morì il 22 settembre 1994, a 91 anni […].

Laureato in informatica e illusionista di professione, Mariano Tomatis ha appena pubblicato il primo libro che analizzi in modo critico i "fenomeni paranormali" prodotti da Gustavo Rol.

"Non l’ho mai incontrato - dice - e quindi non posso parlare per esperienza diretta. Ho però esaminato tutti i racconti scritti e molte testimonianze orali, e sono in grado di affermare che ognuno di questi "fenomeni" è riproducibile con le tecniche utilizzate da noi illusionisti. Se Rol fu davvero dotato di poteri paranormali, è strano che non abbia mai esibito almeno una performance non replicabile con il normale repertorio dei trucchi da palcoscenico".

Su Rol esiste una intera biblioteca di libri agiografici. Se ne distacca, per il taglio cronistico, soltanto quello di Remo Lugli. Con Rol, Realtà O Leggenda? (Ed. Avverbi, 204 pagine, 14 euro) Mariano Tomatis segna quindi una svolta. La differenza sta proprio nel fatto che a scrivere è un professionista della magia-spettacolo. Cioè una di quelle persone che Rol evitava accuratamente di incontrare.

Ormai una verità sperimentale nel senso galileiano non potrà più essere stabilita: Rol si è spento nove anni fa, e quando era in vita rifiutò sempre di esibirsi sotto un controllo scientifico, che avrebbe implicato anche, la presenza di un illusionista. Due rifiuti sono particolarmente pesanti: disse di no a Piero Angela, che all’epoca stava lavorando per la Rai a una grande inchiesta sul aranormale, e disse di no a Carlo Arturo Jemolo, che lo invitava a un decisivo confronto con parole di profondo rispetto proprio dalle pagine de "La Stampa". Altri rifiuti, meno noti, incassardno lo psichiatra Carlo Granone (che poi smascherò i finti interventi chirurgici dei guaritori filippini) e i parapsicologi Massimo Inardi e Piero Cassoli.

L’unico controllo un po’ scientifico, lo attuò in certo senso Tullio Regge, illustre fisico teorico, capitato occasionalmente nel salotto del "sensitivo". "Rol - racconta - fece alcuni dei suoi esperimenti con le carte. In alcuni casi fu evidente che ricorreva alle classiche tecniche della forzatura e della misdirection. Quando glielo feci osservare, rimase visibilmente turbato e la serata scivòlò verso altri argomenti".

La forzatura consiste nel pilotare una scelta dell’interlocutore dandogli però l’impressione che essa venga esercitata in piena libertà. Si può, per esempio, offrire un paio di mazzi di carte chiedendo di indicarne uno. Se è quello utile per il trucco, bene; in caso contrario si dice: "D’accordo, dunque scartiamo questo"; e si opera ugualmente con l’altro. Ovviamente i sistemi di forzatura, sono centinaia, e non sempre così banali.

La misdirection consiste nell’attrarre l’attenzione su un particolare vistoso ma in realtà secondario, mentre si realizza nascostamente la parte cruciale del trucco. A volte le due tecniche si mescolano: quando materializzava scritte su fogli di carta bianca, Rol spesso distribuiva altri fogli ai suoi ospiti e li invitava a farli vibrare all’altezza del volto. Otteneva così di distrarli e di produrre un rumore sufficiente a coprire fruscii sospetti. Con altra tecnica classica, Rol non anticipava mai l’effetto che avrebbe ottenuto ma se ne mostrava egli stesso sorpreso. Ovviamente, in caso di fallimento, gli spettatori non se ne sarebbero accorti perché non sapevano che cosa aspettarsi.

Tomatis passa in rivista l’intero campionario delle esibizioni di Rol - preveggenza, materializzazioni, book test, psicocinesi, bilocazione, poteri diagnostici - e ne mette in evidenza, proprio nelle parole dei suoi testimoni più fedeli, quei particolari che non dicono nulla ai profani ma sono evidenti segnali di trucco per chi è del mestiere. L’accuratezza filologica è irreprensibile: il metodo per far apparire scritte misteriose, per esempio, è quello descritto dalla rivista "Magic" del giugno 1908. Spesso, poi, si scopre che le testimonianze sono lacunose e contraddittorie: essendo racconti di racconti di racconti, finiscono con il trasformarsi in leggende metropolitane.

Ai lettori la scelta, questa volta senza forzature: Rol fu dotato di poteri soprannaturali o fu soltanto un abile illusionista?

L’ultimo saluto di Gustavo Rol

Recensione di Massimo Polidoro in Scienza & Paranormale n.56 (2004).

Mariano Tomatis non è solo un illusionista e un docente di mentalismo: è anche un attento e scrupoloso indagatore e studioso di fenomeni misteriosi. Dedica anni a un singolo argomento, pur di avere la possibilità di sviscerarlo sotto ogni punto di vista.

Così ha fatto con il suo concittadino Rol. Ha raccolto tutto quello che è mai stato stampato su Rol, ha parlato con chi lo aveva conosciuto e poi ha fatto un lavoro importante e raro: ha messo a confronto tutte le testimonianze. Soprattutto, ha confrontato le descrizioni che diverse persone davano di uno stesso fenomeno a cui avevano assistito nella stessa occasione. Il risultato è sorprendente. Non solo un testimone non va d’accordo con l’altro, ma addirittura la stessa persona non va d’accordo con sé stessa.

Un caso tipico è quello della giornalista Paola Giovetti, che nel 2002 descrive un esperimento a cui aveva assistito nell’ottobre 1981. Racconta di come Rol le aveva chiesto di prendere un foglio di carta bianco, di piegarlo e tenerlo stretto. Quindi di scegliere un pittore a caso e lei scelse Picasso. Quindi di descrivere una scena, cosa che lei fece. Quando aprì il foglio ecco che compariva la stessa scena nello stile di Picasso!

Sorprendente. Ma ciò che sorprende di più è la descrizione che la stessa Giovetti aveva fatto vent’anni prima, nel 1982. Si scopre così che quella sera c’era altra gente, che Rol aveva coinvolto tutti nella ricerca del nome del pittore, invitando ad alzare carte, a dire numeri, finché salta fuori la lettera P ed è Rol stesso a dire che allora sarà Picasso a fare il disegno. È poi sempre Rol a prendere una serie di fogli e a controllare la loro distribuzione tra i presenti.

Tra quella del 1982 e quella del 2002, poi, ci sono altre due descrizioni, fatte sempre dalla Giovetti dello stesso esperimento, che introducono altre distorsioni del ricordo. Di esempi simili ce ne sono tanti nel libro di Tomatis. Così come ci sono esempi di episodi che i suoi seguaci danno per veri, ma che non sono mai avvenuti nella realtà.

Tomatis poi esamina l’ipotesi secondo cui Rol avrebbe potuto essere un prestigiatore, ne studia le tecniche, le strategie psicologiche, i metodi per controllare la situazione e per sviare i controlli. Riporta poi il parere di numerosi prestigiatori professionisti che commentano singole esibizioni e svela alcuni ingegnosi trucchi che Rol avrebbe potuto utilizzare (gustosissimo il segreto del "mazzo di carte gonfiabile", che sembra diventare alto cinque o sei volte un mazzo normale).

Ma il lavoro di Tomatis non si limita a condurre una preziosa "inchiesta poliziesca", ci aiuta anche a comprendere meglio la persona Rol, i suoi possibili motivi e i suoi tormenti. Come quello che un giorno, forse per il disagio provocato dal contrasto tra il suo personaggio pubblico e quello intimo, scrisse questa poesia: "Hai ragione sono un uomo qualunque. (…) Non un Dio ma un semplice uomo, ma Tu non ricordarglielo. Cesserebbe di essere l’Eroe che Tu avevi esaltato e diverrebbe un uomo qualunque".

EDITORE

Avverbi

PUBBLICATO NEL

2003