MARIANO TOMATIS

WONDER INJECTOR

Scrittore e illusionista
Mariano illumina le
meraviglie sul confine
tra Scienza e Mistero.

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Torre Canavese storia e vita quotidiana…

INTRODUZIONE

Conoscere gli eventi del passato è per l’uomo importante, anzi necessario, perche solo così egli può capire meglio se stesso, la sua civiltà, la sua cultura, costruire le proprie speranze e il proprio futuro.

Sapere che le nostre leggi, le risorse tecniche, i modi di percepire la vita hanno una lunga storia attraverso i secoli, rendendosi conto che i nostri più lontani progenitori hanno duramente lottato per capire e risolvere tanti problemi pratici, per darsi regole sempre mono rozze, per conquistarsi la possibilità e il diritto a una vita più umana, tutto questo significa illuminare l’esperienza quotidiana, farla nostra, più vera.

Per questi motivi abbiamo deciso di implementare ad arricchire il discorso avviato nei 1981 con la pubblicazione del volumetto intitolato Antologia Torrese, ancora sotto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale per la collana intitolata “Quaderni del Comune di Torre Canavese”; ora come allora ostinati nei non credere in un ritorno squisitamente romantico al tempo passato, ma con l’identico impegno di far emergere ciò che è autentico, di ricuperare la tradizione ed i valori della nostra gente, non per piegarli nel cassetto dei ncordi o pietrificarli nella bacheca dei rimpianti, ma per offrire ciò che è vivo, o il suo ricordo, al gusto ed all’interpretazione del lettore.

Una tale raccolta potrebbe riferirsi a molteplici discpline: storiografia delle tradizioni popolari, psicologia delle masse, sociologia, dialettologia e chissà a quante altre ancora, tutte ugualmente importanti.

Quale metodologia dunque scegliere per lo scopo?

Per chi, come noi, è innamorato di Torre e della sua cultura, c’è una sola strada da seguire, forse la meno presuntuosa di tutte: quella di procedere ad una paziente e fedele opera di sistematizzazione del materiale disponibile, integrandolo appena con le osservazioni che si rendono di volta in volta indispensabili per una migliore comprensione dell’avvenimento descritto.

Così abbiamo attinto a piene mani dati di provenienza eterogenea, quali lo “Statuto della Società di Mutuo Soccorso”, notizie tratte dagli archivi del Comune, talvolta frammentarie ma ugualmente significative e rappresentative del mondo descritto, l’Archivio della Diocesi di Ivrea, estratti da libri di storiografia canavesana con particolare riguardo a Torre Canavese, e infine i nostri ricordi personali e le narrazioni delle persone anziane, particolarmente quelle raccolte negli ultimi anni.

—Rosella Brunetto, Alfredo Ghiringhello, Elio Guglielmetti e Mariano Tomatis

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’e qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.»

Così affermava Cesare Pavese ne La luna e i falò.

Queste parole mi sono venute in mente, quando, grata agli autori per l’onore riservatomi di presentare la loro opera, ho avuto tra le mani questo testo destinato a far conoscere il passato nei suoi agganci con la storia ufficiale, ma ancor più con la storia “umana”, cosi come la definiva Marc Bloch.

L’uomo è misura della storia con la sua quotidianità, con il suo modo di essere, di fare, di organizzarsi e di esprimersi.

L’uomo torrese nei secoli ha saputo fare grandi cose pur nella semplicità della vita quotidiana consumata per lo più tra i campi, ricchi di terra magra e tra le professioni più comuni. Ha sperimentato la solidarietà, si è organizzato sotto la guida di valenti compaesani, ha costruito edifici ragguardevoli ed ha saputo esaltare il bello anche nelle piccole cose.

L’aspetto affascinante resta la capacità comunicativa dei torresi, autentici canavesani nei carattere, abili psicologi nello studiarsi e nell’apostrofarsi, creativi ed ironici nell’esprimersi.

Il volume apre una finestra luminosa sul passato, ieri rivisitato periodicamente in lunghi conversari nei tepore delle stalle, amplificato, mitizzato, addomesticato e tramandato di generazione in generazione, oggi, indagato con scrupolo e competenza e fissato con l’intento di presentare un quadro completo di Torre e di proporlo come punto di partenza per ulteriori ricerche ed approfondimenti.

Gli autori fanno trasparire tra le righe il loro affetto per il paese, e la loro ammirazione per una comunità viva ed operosa e ci stimolano a non disperdere un patrimonio genuino di umanità e di saperi che restano la testimonianza più preziosa delle nostre passate stagioni. E la “presente e viva” è totalmente diversa? Certo negli aspetti evidenti e nuovi, ma gli antichi valori affiorano come brace sotto la cenere. Il senso del dovere, del lavoro ben fatto, del piacere di aiutarsi si è trasmesso alle nuove generazioni.

Si sono moltiplicati i contatti tra le diverse regioni, c’è una continua osmosi nei rapporti internazionali, ma l’antica concreta praticità di ieri ci porta a riflettere sui significati del progresso e a non smarrirci di fronte all’incertezza del futuro.

“Conosci te stesso” era l’ammonimento scritto a caratteri d’oro sul tempio di Apollo a Delfi. Conoscere se stessi è una scienza difficile e ci sfida a conoscere le proprie radici nella storia della famiglia, del paese, della nazione, del mondo intero.

II prezioso materiale raccolto, pur in un’apparente frammentarietà, aiuta il lettore a scoprire un bene di cui tutti siamo sempre in cerca: l’identità.

Di questo ringraziamo gli autori e l’Amministrazione comunale di Torre che ha voluto, sostenuto e finanziato il lavoro.

—Rosanna Tappero

EDITORE

I quaderni di Torre Canavese

PUBBLICATO NEL

1998