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1-6 di 6 documenti pubblicati nel 1812
S.-J. DUCOEURJOLY

Trois heures d'amusement, ou Le nouveau Comus

Imprimerie de Gillé, Paris 1812.

Manuale di matematica e fisica dilettevole, si apre con numerosi indovinelli e giochi numerici di lettura del pensiero e chiaroveggenza. A p. 199 descrive un blow book: Le livre de la bonne femme. Da p. 239 descrive alcuni giochi di prestigio con le carte. Da p. 242 l'autore riporta le 7 regole fondamentali dell'illusionismo, da allora riportate innumerevoli volte nei libri sull'argomento. A p. 254 cita la pratica di sbirciare sotto la benda per trovare una carta in un mazzo steso a nastro sul tavolo. A p. 310 è descritto un classico effetto telepatico che sfrutta un codice segreto tra illusionista e compare. A p. 336 è descritto l'effetto della sottrazione della camicia. Alle p. 239 e p. 348 trascrive i discorsi di apertura e chiusura di uno spettacolo-tipo del 1812.

Jean-Baptiste BENOÎT, Johann August APEL, Friedrich August SCHULZE, Heinrich CLAUREN e Johann Karl August MUSÄUS

Fantasmagoriana

F. Schoell, Paris 1812.

Antologia gotica francese Fantasmagoriana all'origine della "scommessa letteraria" di villa Diodati da cui nacque il Frankenstein di Mary Shelley. Il racconto "La tete du mort" racconta un gioco di prestigio finito male, messo in scena dall'illusionista e negromante tedesco Calzolaro.

Charles ROUY

Saggio di Cosmografia e descrizione del Meccanismo Uranografico

G. Pirotta, Milano 1812.

Descrizione del "meccanismo uranografico", un planetario meccanico presentato in Italia da Carlo Charles Rouy insieme alla donna invisibile.

John PARTRIDGE

Merlinus Liberatus being an Almanack for the year of our Blessed Saviour's incarnation 1812

R. Roberts for the Company of Stationers, London 1812.

Almanacco astrologico inglese del 1812.

Francis MOORE

Vox Stellarum or A Loyal Almanack for the year of human redemption 1812

Company of Stationers, London 1812.

Almanacco astrologico inglese del 1812.

PLUTARCO

“Non ci sono prestigiatori a Sparta”

Girolamo Pompei, Le vite di Plutarco, Vol. 7, Vicenzo Poggioli Roma 1812.

Nel capitolo dedicato a Agide e Cleomene, ambientato a Sparta, Plutarco fa riferimento all'esercito spartano descrivendone la proverbiale rigidità di costumi; quando una compagnia circense nemica si installò a Sparta, gli abitanti della città assistettero allo spettacolo più per mostrare i muscoli che per vero interesse. Scrive l'autore che "tra tutti gli eserciti dei greci e dei re, quello spartano era l'unico a non avere con sé nè mimi, nè prestigiatori, nè saltimbanchi, nè suonatori, tenendosi lontano da qualsiasi dissolutezza, insolenza o solenne festeggiamento."

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