In un curioso articolo dedicato alle flatulenze, Brenna Lorenz risponde a una serie di scottanti domande, tra cui:

Perché le flatulenze puzzolenti sono generalmente più silenziose rispetto a quelle “regolari“?

Secondo Lorenz, la complessa risposta dovrebbe coinvolgere elementi di carattere biochimico. L’interrogativo, però, parte da un assunto indimostrato: che le cosiddette “flatulenze SBD” (come le chiama Lorenz: Silent-But-Deadly, ovvero “silenziose ma devastanti“) siano statisticamente più frequenti rispetto alle “silenziose e inodori”. È davvero così?

Il fiuto statistico che è in me non può non tener conto di un possibile errore di rilevamento dei dati. Supponiamo – al contrario – che tra odore e suono non ci sia alcuna correlazione; cento flatulenze potrebbero distribuirsi in questo modo:

Mettendoci nei panni dei ricercatori intenti a rilevare in una stanza le 100 flatulenze, riusciremmo facilmente a rilevare le 25 a sfondo giallo (perché sono rumorose e puzzano), le 25 a sfondo rosso (puzzano nonostante il silenzio: sono le famose SBD!) e le 25 a sfondo verde (per il rumore che fanno, nonostante non puzzino).

Non riusciremmo invece a rilevare le 25 silenziose e inodori, proprio perché non si sentono e non puzzano! Dunque commetteremmo l’errore di sottostimare la cella in basso a destra, ottenendo sperimentalmente questa distribuzione (sbagliata):

A questo punto, analizzando la prima colonna potremmo concludere:

Solo metà delle flatulenze rumorose puzzano (25 contro 25)

Dall’osservazione della seconda colonna, invece, potremmo concludere:

Tutte le flatulenze silenziose puzzano! (25 contro 0)

Commettendo quello che in gergo si chiama “errore di rilevazione”.

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