Il capitolo che segue è tratto dal mio 2012: è in gioco la fine del mondo (Roma: Iacobelli 2010).

Le diverse teorie sulla fine del mondo analizzate qui di seguito sono corredate da una vasta bibliografia, che consente approfondimenti e facilita ulteriori indagini.

Confesso di essere particolarmente geloso della mia collezione di tre libri che presento in fondo all’ultimo paragrafo.

Quella del 2012 è solo l’ultima di una lunga serie di profezie sulla fine del mondo. Gli innumerevoli annunci passati vengono periodicamente riproposti sui giornali all’approssimarsi di date “sospette”. Può essere interessante concentrarsi sugli spunti che hanno dato origine a ognuna di tali credenze.

È parola di Dio

Una delle prime profezie sulla fine del mondo risale al Vangelo di Matteo, dove è riportata questa frase di Gesù:

In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno. (1) 

Secondo tale rivelazione, il mondo sarebbe dovuto finire entro la morte dell’ultimo degli apostoli. Nel 1925 Joseph Franklin Rutherford (1869-1942), leader dei Testimoni di Geova, riprese tale versetto in un libro intitolato Milioni di individui ora viventi non moriranno mai, nel quale affermava che alcuni di coloro che erano in vita in quell’anno avrebbero visto la fine del mondo.

Tale affermazione correggeva l’errore commesso qualche anno prima dal fondatore dei Testimoni, Charles Taze Russell (1852-1916), che aveva fissato al 1914 il ritorno di Cristo sulla Terra. Nell’ambito dello stesso gruppo religioso si diffuse la voce che il regno di Dio si sarebbe instaurato sulla Terra nel 1966, ma all’arrivo di tale data, l’appuntamento venne spostato al 1975. Si trattò dell’ultima profezia fissata dai Testimoni di Geova: l’arrivo di quell’anno fece segnare un crollo nella fiducia del gruppo religioso, che abbandonò ogni speranza di poter definire con precisione la data della fine del mondo.

La coincidenza di due calendari

Poiché l’incrocio tra due calendari è da sempre motivo di preoccupazione, alla fine del X sec. l’eremita Bernardo di Turingia utilizzò un argomento di questo tipo per terrorizzare l’intera Europa: annunciò infatti che quando il giorno del concepimento di Gesù (25 marzo) fosse coinciso con la ricorrenza della sua morte (il Venerdì santo), questa simbolica contraddizione avrebbe segnato la fine del mondo. Venne calcolato che tale avvenimento sarebbe occorso nel 992, e un’eclissi di Sole diede una certa credibilità all’annuncio: le cronache dell’epoca raccontano la fuga di molti verso le montagne, prima di scoprire che l’allineamento tra i due calendari non aveva prodotto alcuna conseguenza. (2) 

La data “rotonda”

L’avvicinarsi dell’anno 1000 fu vissuto con altrettanta apprensione, legata ancora una volta a semplici questioni di calendario. Quando vide che l’umanità era sopravvissuta all’ingresso nel secondo millennio, il monaco francese Raoul Glaber (985-1047) ritenne che i mille anni non andavano calcolati dall’incarnazione di Cristo ma dalla sua morte, e che quindi la fine del mondo sarebbe arrivata nel 1033. (3) 

L’allineamento planetario

L’odierno timore che un allineamento planetario possa essere qualcosa di più di una semplice curiosità geometrica è stato anticipato dal cardinale Giovanni da Toledo (?-1275): appassionato di astrologia, il religioso calcolò per il 23 settembre 1186 una congiunzione di pianeti senza precedenti di fronte alla costellazione della Bilancia, annunciando conseguenti catastrofi che fortunatamente non ebbero luogo. (4) 

La coincidenza numerologica

Ritenendo che la fede nell’Islam fosse iniziata nel 618, papa Innocenzo III considerò ragionevole che tale periodo potesse durare un numero di anni pari a 666, l’apocalittico “numero della Bestia”. La somma faceva 1284, e in quella data fissò la fine del mondo. (5)  Lo stesso timore avrebbe colpito l’Europa nel 1666, quando il grande incendio di Londra sembrò confermare l’arrivo della Seconda Venuta di Cristo, annunciata da Sabbatai Zevi (1626-1676). (6) 

L’approccio astrologico (pesci = diluvio)

Uno degli errori più spettacolari avvenne nel 1499 e fu la previsione di Johannes Stoeffler (1452-1531), l’astrologo che annunciò un secondo diluvio universale per il febbraio 1524 perché in quel periodo alcuni pianeti si allineavano nel segno d’acqua per eccellenza, i Pesci. Sull’evento vennero pubblicati più di cento libri: molti altri astrologi confermarono la congiunzione planetaria, ma caddero nell’errore di interpretarla simbolicamente come un segno dell’arrivo di una catastrofe. Ci fu chi costruì delle barche di fortuna e Voltaire racconta di un medico di Tolosa, tale Aurial, che avrebbe realizzato addirittura un’arca per sé e per i propri amici. (7)  A Londra si diffuse il panico, e oltre 20 mila persone abbandonarono le loro case. Il Priore di San Bartolomeo fece costruire una fortezza in cui custodire cibo e acqua per garantirgli una sopravvivenza di almeno due mesi. Contro ogni previsione, essendo Londra un luogo soggetto a frequenti piogge, il 1524 fu invece un anno straordinariamente secco! In Germania ci scapparono addirittura dei morti: il conte von Iggleheim si era costruito un’arca che venne presa d’assalto dai suoi concittadini terrorizzati; durante uno scontro sull’imbarcazione, il nobiluomo cadde sotto un fitto tiro di pietre. Altre centinaia di persone morirono nel tumulto che ne seguì. (8) 

I “segni dei tempi”

Se i libri moderni sul 2012 puntano il dito su una serie di cosiddetti “presagi” che anticiperebbero la catastrofe finale (l’uragano Katrina, lo tsunami in Indonesia, i terremoti in Italia), da sempre la lettura dei “segni dei tempi” è considerata una chiave per conoscere il futuro. Nel 1532 Frederick Nausea, un teologo tedesco, pubblicò un lungo elenco di segni che farebbero presagire l’imminente fine del mondo (9) : la comparsa di croci sanguinanti nel cielo, una pioggia di pane nero in Puglia e addirittura una bambina di otto anni di Roma dai cui seni sgorga acqua (!). (10) 

La matematica apocalittica

Nel 1532 Michael Stifelius (1486-1567), un sacerdote luterano con la passione per la matematica, pubblicò (senza firmarlo) un libro intitolato Libro di aritmetica sull’Anticristo(11)  Attraverso una serie di calcoli matematici, Stifelius raccontò di avere scoperto che la fine del mondo sarebbe arrivata il 18 ottobre 1532 alle 8 del mattino (12) . Durante l’omelia di inizio anno, il religioso rivelò di essere l’autore della profezia e molti gli credettero, preoccupandosi di vendere la casa e di svuotare le proprie dispense entro tale data. Quella mattina la popolazione si radunò nella chiesa e Stifelius annunciò che la fine era imminente e tutti stavano per ascendere al cielo con gli stessi abiti che avevano addosso. Un’improvvisa tempesta sembrò dar ragione al religioso, ma quando tornò il sereno, i parrocchiani capirono di essere stati ingannati. Pieni di collera, lo tirarono giù dal pulpito e lo fecero incarcerare a Wirtemberg per procurato allarme. Rifacendo i suoi calcoli, giunse alla nuova data del 3 ottobre 1533 alle 10 del mattino, ma in questa occasione nessuno più gli credette. (13)  Il suo metodo matematico partiva dall’iscrizione INRI sulla croce di Cristo, ne estraeva le lettere che avevano un significato nella numerazione romana e le sommava tra loro: (14) 

IESVS NAZARENVS REX IVDÆORVM
I+V+V+X+I+V+D+V+M = 1+5+5+10+1+5+500+5+1000 = 1532

Per ottenere la nuova data del 1533 fu costretto a ripiegare su un’altra frase evangelica, “videbunt in quem transfixerunt”(15) 

VIDEBVNT IN QVEM TRANSFIXERVNT
V+I+D+V+I+V+M+I+X+V = 5+1+500+5+1+5+1000+1+10+5 = 1533

Utilizzando la stessa matematica apocalittica, potete immaginare il mio terrore quando, su un pacchetto regalo a me indirizzato, ho trovato la scritta “x Mariano Tomatis”:

X MARIANO TOMATIS
X+M+I+M+I = 10+1000+1+1000+1 = 2012!

La piramidologia

Analizzando le dimensioni della piramide di Cheope a Giza, Charles Piazzi Smyth (1819-1900) scoprì che la Grande Galleria era lunga 1881 pollici (circa 47 metri), e poiché riteneva che l’edificio fosse stato realizzato da Mosè sotto un’ispirazione divina, concluse che la Galleria fosse in realtà un calendario: ogni anno corrispondeva a un pollice, e poiché il tragitto si fermava al 1881° pollice, il mondo sarebbe finito nello stesso anno. (16)  Usando argomenti simili, nel 1932 George R. Riffert corresse il tiro proponendo la data del 15 settembre 1936 in un libro che si proponeva di interpretare le dimensioni della Grande Piramide in chiave temporale. (17)  Il piramidologo moderno Raymond Mardyks ritiene che sulle banconote americane vi sia impressa una profezia legata al 2012. Sulla base della piramide riprodotta su un lato compare la scritta 1776 in numeri romani: si tratta della data della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America. La piramide è composta da 13 livelli sovrapposti, e Mardyks ritiene che si tratti di un calendario: ad ogni livello corrisponderebbe un katun, e contando 13 katun a partire dal 1776 si arriva al 2012!

Le rivelazioni dall’altro mondo

Quella che coinvolse Margaret Rowan fu la visione di un’entità che arrivava dall’Altro Mondo: vivendo a Los Angeles nel 1925, la donna incontrò l’arcangelo Gabriele, che le annunciò che il mondo sarebbe finito il 13 febbraio di quello stesso anno. (18)  Ma la Rowan non fu la prima ad avere esperienze di questo tipo: molti secoli prima, Emanuel Swedenborg (1688-1772) aveva ricevuto la visita di un angelo che gli aveva annunciato la fine del mondo per il 1757. (19) 

Per restare al passo con i tempi, le entità che appaiono oggi assumono fattezze extraterrestri: nel 1995 fu un alieno del sistema stellare di Zeta Reticuli a rivelare a Nancy Lieder che Nibiru avrebbe colpito la Terra nel maggio 2003; in Italia fu invece il catanese Eugenio Siragusa (1919-2006) a farsi portavoce delle rivelazioni di Adoniesis, un extraterrestre che gli annunciò la fine del mondo per il 1973.

L’esplosione demografica

Nel 1968 l’entomologo e ambientalista Paul Ralph Ehrlich pubblicò The Population Bomb (“La popolazione bomba”) (20) , un libro che denunciava i rischi legati a un eccessivo aumento demografico e alla fine delle risorse del pianeta. Ehrlich non prendeva spunto da antiche tradizioni o da improbabili considerazioni mistiche, né fissava una data precisa per l’estinzione dell’umanità, ma si limitava a fornire delle stime piuttosto terrificanti: entro 10 anni milioni di persone sarebbero morte di fame e lo smog avrebbe ucciso oltre 200 mila persone a New York e Los Angeles; descrisse scenari catastrofici conseguenti all’estinzione di tutte le principali specie marine e annunciò che nel 2000 l’Inghilterra sarebbe stata completamente disabitata. Il libro fu il best seller che aprì la stagione dei testi catastrofisti su base scientifica.

La convergenza armonica

Tra il 16 e il 17 agosto 1987 José Argüelles annunciò un evento astrologico chiamato “convergenza armonica”. Sulla base di una personale rielaborazione dei calendari maya, Argüelles ritenne che in quella data si entrasse “ufficialmente” nella Nuova Era (New Age), e che da quel momento nulla sarebbe stato come prima: l’evento avrebbe segnato il passaggio definitivo da un’era dominata dalle guerre a un periodo di pace, ed entro 25 anni (ovvero, prima del 2012) sarebbero scomparsi tutti i mali del mondo moderno – il materialismo, la violenza, gli abusi, l’ingiustizia e l’oppressione.

Le grandi catastrofi naturali

Nel 1979 l’italiana Caterina Kolosimo si domandava preoccupata, in un libro dal titolo interrogativo, se saremmo sopravvissuti al 1982; mescolando considerazioni geologiche e astronomiche, in Sopravviveremo al 1982? l’autrice rifletteva sulle conseguenze di una congiunzione astrale che avrebbe provocato giganteschi effetti di marea e terremoti devastanti. (21) 

L’astrologo Boris Cristoff annunciò una “grande catastrofe” per il 1983 nel suo libro La gran catástrofe de 1983 (22) , mentre Pierre-Jean Moatti pubblicò 1984, l’Apocalisse?(23)  L’apoteosi della distruzione, però, era attesa per il 1998; secondo il veggente Edgar Cayce (1877-1945) la fine del secondo millennio avrebbe segnato l’estinzione della razza umana:

L’anno dei grandi eventi, il 1998, vedrà grandi cambiamenti di natura geologica e sociale e la Terra verrà totalmente sconvolta. Molti vulcani ritorneranno ad essere attivi e causeranno grandi catastrofi. […] Chi vive in montagna si ritroverà di colpo sulla costa e viceversa. […] La Terra si aprirà nella zona occidentale dell’America. La maggior parte delle isole del Giappone sprofonderà nel mare. L’Europa del Nord verrà cambiata in un attimo. Una terra nuova comparirà al largo della costa orientale dell’America. Ciò comporterà sconvolgimenti nelle zone artiche e antartiche e causerà alla fine uno spostamento dei poli terrestri. Allora le zone fredde e subtropicali della Terra diventeranno le più calde e vi cresceranno muschi e felci. Tutto ciò succederà tra il 1958 e il 1998. (24) 


Note

1. Vangelo di Matteo 16, 28.

2. John Bell e François-André-Adrien Pluquet, The wanderings of the human intellect, Londra: E. Walker, 1814, p.159.

3. Emile de La Bédollière, Mœurs et vie privée des Français dans les premiers siècles de la monarchie, vol.3, A. Rigaud, 1835, p.45.

4. Daniel Cohen, The magic art of foreseeing the future, New York: Dodd Mead, 1973, p.42.

5. John R. Sommerfeldt, Studies in medieval culture, Medieval Institute Publications, 1970, p.93.

6. Vincent Mignot, The history of the Turkish, or Ottoman Empire, vol.3, Londra: R.Thorn., 1787, p.209.

7. T.H.Croft Moody, A complete refutation of astrology, 1838, pp.147-148.

8. James Randi, The mask of Nostradamus, New York: Scribner, 1990, p.238.

9. Frederick Nausea, Libri mirabilium septem, Colonia: Peter Quentell, 1532.

10. Lynn Thorndike, History of Magic and Experimental Science, vol.11, Kessinger Publishing, 2003, p.491.

11. Anonimo (Michael Stifel), Ein RechenBüchlin Vom EndChrist, Apocalypsis in Apocalypsim, Wittenberg: Georg Rhau, 1532.

12. Alain Schärlig, Compter en 1619: Le livre d’arithmétique de Johan Rudolff von Graffenried, PPUR presses polytechniques, 2009, p.35.

13. Pierre Bayle, An historical and critical dictionary, vol.3, Londra: Hunt&Clarke, 1826, pp.48-50.

14. Voce “Cross” in Edward Smedley (ed.), Encyclopædia metropolitana, 1845, p.405.

15. Vangelo di Giovanni 19, 37.

16. James Bonwick, The Great Pyramid of Giza: History and Speculation, Courier Dover Publications, 2003, p.184.

17. George R. Riffert, Great Pyramid Proof of God, Rochester: Stanhope Press, 1936 (I ed. 1932), p.188.

18. Jason Boyett, Pocket Guide To The Apocalypse: The Official Field Manual For The End Of The World, Relevant Media Group, 2005, p.48.

19. William White, Emanuel Swedenborg: his life and writings, vol.2, Londra: Simpkin, Marshal, and Company, 1868, p.488.

20. Paul R. Ehrlich, The Population Bomb, New York: Ballantine Books, 1968.

21. Caterina Kolosimo, Sopravviveremo al 1982?, Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1979.

22. Boris Cristoff, La gran catástrofe de 1983, Barcellona: Martínez Roca, 1979.

23. Pierre-Jean Moatti, 1984, l’apocalypse?, Nizza: Alain Lefeuvre, 1980.

24. Edgar Cayce cit. in Federico Cellina, 1999-2015: fine del mondo?, Edizioni Studio Tesi, 1995, pp.81-82.

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