Torno oggi su un tema già più volte affrontato (qui e qui): le narrative in chiave psicologica offerte dai mentalisti moderni.

Nei teatri del XIX secolo la lettura del pensiero era attribuita al magnetismo animale di Mesmer. Sulla scia di Marconi, nel XX secolo ha prevalso il concetto di “trasmissione a distanza” di onde telepatiche. Nel XXI secolo si sono imposte la capacità di leggere i segnali del corpo e la Programmazione Neuro Linguistica.

Le narrative contemporanee funzionano perché propongono modelli semplici per spiegare fenomeni molto complessi. Come scrivevo:

Molto del mentalismo contemporaneo costruisce la propria credibilità […] sull’ipersemplificazione del mondo e dei modelli psicologici. Verità e bugia […] diventano accessibili attraverso i movimenti degli occhi e del capo. I pensieri, nelle loro infinite sfumature, vengono ridotti (e percepiti) alle loro componenti fonetiche e indovinati una lettera alla volta.

Nel suo ultimo libro (1)  Tom Chatfield analizza il successo di Angry Birds in termini simili:

In termini sociologici, Angry Birds presenta quello che è noto come un problema “addomesticato” o “benigno”. […] Sono problemi in cui chi tenta di risolverli ha a disposizione tutti i dati necessari e sa fin dall’inizio che esiste una soluzione finale o corretta. All’opposto di questi si situano i problemi “perversi” o “maligni”: quelli in cui non c’è modo di formulare una volta per tutte la posta in gioco, e neppure una soluzione unica o definitiva. Ogni problema di questo tipo è costituito da una serie unica di circostanze, a loro volta intrecciate con altri problemi. (2) 

In questi termini, la vita è un problema perverso. Al giocatore, Angry Birds offre anzitutto un rifugio benigno:

uno scenario limitato e circoscritto dove la complessità aperta della realtà è sostituita da qualcosa di più semplice e più intenso: una serie di problemi da risolvere, o di azioni da eseguire, il cui funzionamento è garantito a patto di seguire le regole. (3) 

Il mentalista in chiave psicologica offre rassicurazioni simili: tra le mura del teatro, verità e bugia sono ben distinte e distinguibili – non come capita tra amici, familiari e colleghi; qui il pensiero è preciso, composto da quella sequenza di lettere e non altre – bando all’ambiguità delle mezze parole o dei fraintendimenti; qui la “scelta” da compiere si limita a tre buste, e una è certamente corretta – mentre le scelte vitali che si compiono ogni giorno paiono spesso tutte sbagliate. Un luogo ideale, di cui non tutti colgono l’artificiosità. La versione psicologica del mondo di Angry Birds.

Scrive ancora Chatfield,

In questo senso, si può dire che Angry Birds sia un’utopia: un Eden immutabile fatto di erba, cieli azzurri, uccelli e maiali. […] Durante il gioco, abbandoniamo il maligno per il benigno. Questa è una componente profonda del perché il gioco ci appaga così tanto. (4) 

Presentato in chiave metaforica, il mentalismo può certamente incoraggiare l’ottimismo e il pensiero positivo. Come scrivevo in Te lo leggo nella mente, citando Ben Harris,

[il mentalismo] può trascendere i classici frizzi e lazzi, affondare le sue radici simboliche nel coraggio e nella speranza […] e avere come sottotesto l’idea che insieme potremo sconfiggere paure e difficoltà. (5) 

Impoverire i modelli con cui il pubblico interpreta il mondo, però, è un modo deteriore di relazionarsi con gli spettatori, se li si vuole trattare da adulti. Il tono dei formatori della PNL – secondo cui tutto è possibile, basta immaginarlo – può essere stimolante solo quando modulato da un altrettanto fermo disincanto. Quello che Tom Chatfield evocava scrivendo:

Nella nostra potenza, siamo vulnerabili; e non possiamo permetterci di perdere di vista il fatto che nel regno addomesticato delle nostre creazioni non esistono soluzioni complete per vivere. In un gioco come Angry Birds una certa perfezione è possibile. Nel mondo reale non abbiamo e non possiamo avere niente di simile, e saremmo nei guai se imparassimo ad aspettarcelo, o se smettessimo di sviluppare strategie per affrontare i dispiaceri imprevedibili, negativi e per nulla gratificanti della vita. (6) 


Note

1. Tom Chatfield, Come sopravvivere nell’era digitale, Guanda, Parma 2013.

2. Tom Chatfield, op. cit., p. 140.

3. Tom Chatfield, op. cit., p. 139.

4. Tom Chatfield, op. cit., pp. 139-140.

5. Mariano Tomatis, Te lo leggo nella mente, Sperling&Kupfer, Milano 2013, p. 192.

6. Tom Chatfield, op. cit., pp. 144-145.

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