A quasi mezzo secolo dalla sua pubblicazione, Divinazioni mentali (Ceschina 1965) di don Salvatore Cimò (1912-1985) esce in una nuova edizione curata da Gregorio Samà.

Vent’anni fa l’antologia del sacerdote siciliano ha segnato in maniera determinante i miei studi sul mentalismo, trattandosi della prima raccolta sistematica di segreti legati alla magia della mente. Il libro era il secondo volume di un’enciclopedia tematica di cui in Italia furono pubblicati solo i primi sette volumi; altri uscirono in Spagna, altri non videro mai la luce. Attualmente quotati intorno ai 70 euro a volume, sono stati a lungo una spesa inaffrontabile per la maggior parte dei giovani neofiti, oggetto più di venerazione feticistica che non di amore per i suoi contenuti.

Oggi tutto cambia: al grido di «Magia al popolo!» e grazie al colossale lavoro di Gregorio, i volumi stanno uscendo in formato digitale a un prezzo accessibile (il primo costa 12 dollari, meno di 9 euro). L’iniziativa farà infuriare molti mentalisti, convinti che l’alto prezzo sia una buona barriera per impedire ai più di venire a conoscenza dei segreti della loro arte. Costoro dimenticano che il prezzo di copertina è quello che consente di impadronirsi dell’oggetto, mentre il prezzo per apprenderne i contenuti è fatto di sudore, tempo e impegno – ed è questa la barriera più efficace per distinguere chi davvero ama la materia da chi, invece, se ne avvicina con vacua curiosità.

I libri sono disponibili sul sito dell’editore Lybrary.com.

Qui di seguito l’introduzione alla nuova edizione di Divinazioni mentali da me curata.

Divinazioni mentali · Introduzione di Mariano Tomatis

Tutto è già stato detto, ma siccome nessuno
ascoltava, tutto può essere detto di nuovo.

–André Gide

Citando il noto paradosso secondo cui “tutta l’arte è contemporanea”, Jorge Luis Borges scriveva:

Non vedo perché un uomo, per il semplice fatto di vivere nella mia stessa epoca, debba essere per me più importante rispetto a un altro che sia morto molti anni fa. […] Se dovessi parlare di scrittori contemporanei, ovviamente mi verrebbero da citare Platone, […] Spinoza, […] Schopenhauer. Perché no? (1) 

Suonerebbe altrettanto strano affermare che – tra gli illusionisti contemporanei – i migliori sono Dunninger, Cumberland e Hofzinser. Nell’ottica creativa, però, è fondamentale abbattere ogni barriera cronologica e cogliere ciò che è “assoluto” e fuori dal tempo nell’opera di ciascun artista. Sapendo di scandalizzare gli storici, Borges lo diceva così:

Se dico a me stesso che Wordsworth e Verlaine erano ottimi poeti dell’Ottocento, rischio di pensare che il tempo li abbia in qualche modo annientati, e che oggi non siano altrettanto buoni. Credo, invece, che la vecchia idea – secondo cui dovremmo cogliere la perfezione dell’arte senza tenere in considerazione le date – fosse più coraggiosa. (2) 

È difficile liberarsi dal pregiudizio di cui parla lo scrittore. Ci aspettiamo grandi novità dal prossimo spettacolo del nostro mentalista preferito, ma non siamo altrettanto aperti alla sorpresa davanti alla riedizione di un libro uscito quasi un secolo fa. Questa diffidenza ha un risvolto positivo: chi riesce a vincerla, spalanca di fronte a sé un territorio praticamente vergine e stracolmo di idee.

Comprando l’ultimo ebook didattico di Luke Jermay, si entra a far parte del migliaio di mentalisti che, nei mesi a venire, ne presenteranno gli effetti in pubblico. Don Salvatore Cimò aveva qualche tatuaggio in meno e si esibiva nei teatrini parrocchiali, ma il suo gusto enciclopedico e la monumentale conoscenza dei principi alla base dell’illusionismo sono mattoni fondamentali per chi vuole diventare mago; studiando i suoi effetti si entra a far parte di un club straordinariamente esclusivo, visto che oggi quasi tutti l’hanno dimenticato. Se sottovalutate il valore di queste pagine, lo fate a vostro rischio.


Note

1. Jorge Luis Borges, Richard Burgin (ed.), Jorge Luis Borges: Conversations, University Press of Mississippi, Jackson (Mississippi) 1998, pp. 80-81.

2. Jorge Luis Borges, Calin-Andrei Mihailescu (ed.), This Craft of Verse – The Charles Eliot Norton Lectures 1967-1968, Harvard University Press, Cambridge (Massachussetts) 2000, pp. 114-115.

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