La magia funziona. Uno studio scientifico l’ha dimostrato. A condurlo, una giovane laureanda e un mago di professione.

Ogni mattina, nell’Ospedale Regina Margherita di Torino, alcuni medici sottopongono a medicazione decine di bambini. Si tratta di manovre dolorose che i piccoli vivono spesso in modo traumatico: essi non capiscono che medicazione e guarigione sono collegate, e questo rende il dolore percepito ancora più grande. Per rilevare la sofferenza provata dai bambini, medici e infermieri usano la “scala delle manifestazioni emotive dei bambini” (Children’s Emotional Manifestation Scale o CEMS). Un valore alto nella scala corrisponde a un dolore più acuto.

Da anni sono state messe a punto e sperimentate terapie non farmacologiche per alleviare le sofferenze dei più piccoli, coinvolgendoli con giochi, attività creative e intrattenimenti clowneschi.

Durante una cena di raccolta fondi organizzata dalla Magic for Children onlus, coordinata a Torino da Marco Berry, la laureanda in scienze infermieristiche Gaia Giletta si è trovata a discutere di magia con Marco Aimone, presidente del Circolo Amici della Magia. A partire dal concetto di “saturazione sensoriale” – lo stato mentale che il mago crea nello spettatore per ingannarlo – si sono domandati: la magia potrebbe contrastare il dolore nei pazienti più piccoli?

La conversazione ha attivato la creazione di un protocollo di studio, messo a punto insieme al dottor Piero Abruzzese e al dottor Carlo Pace, Primario di Cardiochirurgia dell’Ospedale Regina Margherita. Obiettivo del lavoro: scoprire se la magia può essere usata con efficacia come tecnica non farmacologica contro il dolore.

Da giugno a ottobre 2013 un campione di 24 bambini è stato suddiviso casualmente in due gruppi. Durante la manovra eseguita dai medici, i 12 pazienti del primo gruppo (Magia+) assistevano ai trucchi magici eseguiti da Marco Aimone, mentre sugli altri (Magia–) la manovra è stata eseguita in assenza del mago. Sempre presente durante le procedure, Gaia Giletta ha registrato sulla scala CEMS il dolore mostrato da ciascun paziente.

Al termine dello studio, dopo aver raccolto i dati in un database, Gaia mi ha coinvolto per l’analisi statistica. Insieme abbiamo confrontato i risultati ottenuti nei due gruppi, individuando una significativa diminuzione del dolore nei bambini che erano stati coinvolti nello spettacolo di magia: i bambini che hanno assistito ai giochi di Marco hanno mostrato un dolore medio pari a 8,83 punti sulla scala CEMS, mentre negli altri il dolore medio è stato più alto – pari a 16,25 punti.

In alto: in presenza di Marco Aimone i bambini hanno sperimentato un dolore medio pari a 8,83.
In basso: in assenza di Marco Aimone i bambini hanno sperimentato un dolore medio più alto, pari a 16,25.

Lo studio è diventato oggetto della tesi di laurea di Gaia Giletta “La magia del sorriso – Utilizzo dei trucchi di magia come intervento non farmacologico contro il dolore nel bambino” (L’abstract del lavoro è riprodotto in fondo) (1) . È particolarmente interessante il paragrafo di ricerca bibliografica, riprodotto qui di seguito:

I trucchi di magia vengono utilizzati sia in maniera passiva – in cui il paziente è spettatore – sia in maniera attiva – in cui il paziente impara ad eseguire piccole illusioni. La magia viene utilizzata come terapia al fine di ridurre l’ansia nel primo caso e come terapia occupazionale, come fisioterapia fisica e cognitiva e per aumentare l’autostima nel secondo caso. Nell’ambito della terapia occupazionale e della fisioterapia riabilitativa l’utilizzo della magia è ampiamente accettata in particolar modo negli USA, dove il mago Kevin Spencer dirige il programma Healing of Magic, lavorando anche con bambini con disturbi cognitivi e dello spettro autistico. Prima di lui, già il famosissimo David Copperfield aveva sperimentato la magia come terapia comportamentale all’interno del programma Project Magic (1981). Una vasta letteratura è presente anche per quanto riguarda l’utilizzo della magia nella psicoterapia, soprattutto per i bambini e gli adolescenti, al fine di aumentare l’autostima e fornire sicurezza in sé stessi nonché per promuovere la socializzazione. La pratica di trucchi di magia è molto comune anche tra i Clown Doctors, ormai presenti in moltissimi ospedali del mondo al fine di portare un sorriso nei reparti pediatrici e non solo. La famosa rivista Lancet ha pubblicato due articoli al riguardo. (2)  Talvolta, la magia è stata anche utilizzata come strumento per aumentare il coping nei piccoli pazienti e per metterli a loro agio, in particolar modo nella pratica dentistica diversi studi hanno dimostrato come attraverso l’utilizzo di piccole illusioni si possa ridurre sensibilmente il tempo impiegato dal bambino per sedersi sulla temuta sedia, diminuire i movimenti durante le manovre e consentire al dentista di effettuare più facilmente le radiografie. Negli ultimi anni, anche negli ospedali, la magia viene sempre di più utilizzata come strategia per promuovere il coping: essa ha infatti un universale e primitivo fascino che sembra andare oltre le differenze culturali ed è in grado di catturare l’interesse di bambini e ragazzi di ogni età. I professionisti sanitari hanno da tempo scoperto quanto la magia possa affascinare, quasi ipnotizzare i piccoli pazienti funzionando benissimo come distrazione creando soggezione e divertendo. La magia ha il potere di allentare la tensione, catturando l’attenzione del bambino attraverso una stimolazione multisensoriale ed evocando sorpresa e meraviglia che portando inevitabilmente alla risata. I benefici che derivano da quest’ultima sono ormai noti: rilassamento muscolare, aumento della circolazione, aumento del rilascio di endorfine e della produzione di anticorpi. Inoltre, la magia è interattiva, e promuove la socializzazione favorendo la creazione di un rapporto paziente-operatore basato sulla fiducia. (3) 

Declinando in modo originale la sua fama di città magica, Torino conferma un impegno iniziato negli anni Novanta. Dal 1995 al 2008 P.G. Varola ha collaborato con The Clown Care Unit, portando la magia degli ospedali e – negli ultimi sei anni come illusionista indipendente – anche nelle carceri minorili. Dopo essersi trasferito a New York, P.G. si è esibito presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, il Mount Sinai Medical Center e il New York Presbyterian Hospital. Nell’approccio “immersivo” elaborato da Varola (4) , il mago non si esibisce per ricevere un applauso: l’obiettivo principale è di coinvolgere il bambino in un’esperienza magica di cui è l’artefice in prima persona. Al piccolo, che durante il ricovero deve confrontarsi con le tipiche limitazioni della degenza ospedaliera, viene fatta vivere l’esperienza di possedere un superpotere, una capacità che va oltre l’ordinario. È lui a sentirsi “mago”, grazie alla discreta guida dell’illusionista che – dietro le quinte – muove i fili dell’illusione.

Negli ultimi due anni, sempre a Torino, Gianvito Tracquilio ha collaborato con l’associazione per il bambino in ospedale (ABIO) organizzando due laboratori magici rivolti a cinquanta volontari che si occupano di animazione in ospedale. Dall’esperienza è nata la conferenza “Magia in corsia”, che da qualche mese Gianvito sta portando in giro per l’Italia.

Abstract (Gaia Giletta)

Introduzione Il dolore da procedura è uno degli aspetti più traumatici di ogni esperienza di ospedalizzazione. Esso ha un impatto emotivo e psicologico ancora più grande nel bambino, che possiede meno strumenti cognitivi per elaborarlo e fatica a trovare la correlazione tra trattamento e guarigione. È ormai riconosciuto a livello scientifico che il dolore può comportare conseguenze psicofisiche a breve, medio e lungo termine ed infatti negli ultimi anni è stato fatto moltissimo nel campo della ricerca al fine di trovare nuove tecniche per combattere il dolore negli ospedali ed in particolar modo in ambito pediatrico.

Obiettivi L’obiettivo della tesi è quello di stabilire se l’utilizzo della magia negli ospedali pediatrici, durante l’esecuzione di procedure medio-invasive, possa essere un valido strumento non farmacologico per ridurre il dolore correlato alla manovra.

Materiali e metodi Una scheda contenente la Children’s Emotional Manifestation Scale è stata utilizzata per valutare la reazione dei bambini durante procedure mediche medio-invasive nel reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Ventiquattro bambini sono stati coinvolti nello studio. Dodici di loro sono stati assegnati in maniera casuale al gruppo sperimentale (Magia+), nel quale le loro reazioni sono state osservate e registrate mentre un mago eseguiva trucchi di magia durante l’esecuzione della procedura medica, al fine di limitare la percezione del dolore. I dodici pazienti casualmente assegnati al gruppo di controllo (Magia–) sono stati invece osservati durante l’esecuzione della procedura standard.

Risultati Sono stati osservati e valutati 24 bambini: 12 per il gruppo di studio (Magia+) e 12 per il gruppo di controllo (Magia–). La media del punteggio complessivo ottenuto sulla scala CEMS per il gruppo di studio è stata 8,83 / 25 mentre la media del punteggio complessivo per il gruppo di controllo è stata 16,25 / 25. Dalle medie dei singoli punteggi per le variabili della scala CEMS si evince che l’utilizzo della magia ha impatto non solo sul totale ma su ogni singolo parametro preso in considerazione. Dai risultati ottenuti si può affermare che i giochi di prestigio distolgono efficacemente l’attenzione del piccolo paziente dalla procedura a cui si sottopone, aiutando così il contenimento del dolore.

Conclusione Lo studio consente di proporre l’utilizzo di trucchi di magia come tecnica non farmacologica contro il dolore da procedura. Fornisce inoltre diverse idee per possibili indagini future, che potrebbero essere svolte su un campione più esteso e più vario e soffermarsi maggiormente anche su altri aspetti oltre il dolore, come la stimolazione dell’interazione o la diminuzione del tempo necessario ad eseguire la manovra; futuri studi potrebbero inoltre utilizzare in aggiunta alla CEMS una scala di autovalutazione compilata dal bambino.


Note

1. Gaia Giletta “La magia del sorriso – Utilizzo dei trucchi di magia come intervento non farmacologico contro il dolore nel bambino”, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica, anno accademico 2012/2013. Relatrice: Paola Franchin.

2. Daniel Oppenheim, Caroline Simonds, Olivier Hartmann, “Clowning on children’s wards”, The Lancet, Vol. 350, Issue 9094, pp. 1838-1840, 20.12.1997., P. Spitzer, “Hospital clowns–modern day court jesters at work”, The Lancet, Vol. 368, pp. S34-S35, 1.12.2006.

3. Gaia Giletta, Tesi di Laurea, pp. 26-28.

4. Nell’approccio di P.G. Varola, l’uso della magia serve a favorire l’empowerment dei piccoli degenti e dei reclusi.

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