Presentando il nostro libro L’arte di stupire, i Wu Ming auspicano che incanto e consapevolezza si uniscano allo scopo di “raccontare e far vivere storie con ogni mezzo necessario”. Tale espressione condensa un lavoro che il collettivo bolognese porta avanti da anni, mettendo le narrazioni transmediali al centro del suo impegno artistico. Ognuno dei suoi romanzi – ma anche i più strani UNO (Unidentified Narrative Objects) – hanno ispirato produzioni musicali, performance teatrali, spin-off in forma di fumetto, opere figurative e addirittura giochi da tavolo.

Anche L’armata dei sonnambuli, il loro ultimo romanzo storico sulla (pardon, nella) Rivoluzione Francese, si presta a estensioni multipiattaforma. “Cura Robespierre“ è un brano musicale che il gruppo Wu Ming Contingent ha incluso nell’album punk/new wave Bioscop (2014) in uscita in questi giorni. Questa collezione di poster è un mio omaggio visivo a otto distinte atmosfere che si respirano nel romanzo, ognuna associata a un film, un fumetto o una serie televisiva di successo.

Il magnetismo mesmerico che ne attraversa le pagine invoca un esperimento di ibridazione raramente tentato in precedenza (1) : quello tra letteratura e illusionismo. Ispirato alle suggestioni di Robert Darnton, L’armata dei sonnambuli mette in scena un originale conflitto tra la magia razionale e illuminista e quella di segno opposto, esplorando le sotterranee influenze che il mesmerismo ebbe dietro le quinte della Rivoluzione.

Per una curiosa coincidenza, il romanzo è uscito a una settimana di distanza dal libro su cui ho lavorato con Ferdinando Buscema negli ultimi otto anni: L’arte di stupire (Sperling & Kupfer 2014) è il manifesto del magic experience design, un approccio alla progettazione di esperienze che sfrutta le tecniche dell’illusionismo per far accadere cose stupefacenti e misteriose. Lanciato al grido di “Magia al popolo!”, il libro mette in discussione l’idea che l’illusionismo si limiti alla dimensione teatrale, mirando ad abbattere le pareti dei teatri e far irrompere la magia nel quotidiano.

Non solo i due libri condividono l’acronimo del titolo (LADS), ma un’intera sottotrama de L’armata dei sonnambuli segue la nascita di un Nuovo Teatro fuori dagli spazi ristretti del palcoscenico. Tra i primi a intuirne la forza è Léo, l’attore bolognese che in un passo del romanzo pensa tra sé e sé:

Era magnifico. Eccolo il Nuovo Teatro della rivoluzione. Come sarebbe stato possibile tornare a recitare un vecchio copione al chiuso di una sala, quando il teatro si era fatto storia sotto il cielo di Francia? (2) 

Se il mago non è che uno storyteller con gli effetti speciali e se non esiste magia che non racconti una storia, letteratura e illusionismo condividono radici profonde: entrambe manipolano in modo sottile, attraverso l’uso della parola, le percezioni e possono scardinare (o contribuire a creare) intere visioni del mondo. Solo una moderna degenerazione della magia da palcoscenico ne ha confuso i connotati, facendola percepire come un vacuo svago riservato ai bambini.

Per esplorare il fertile connubio e l’inedita interazione tra le due discipline, con i Wu Ming abbiamo iniziato una collaborazione fatta di scrittura parallela (vedi lo speciale Peter Kolosimo, 30 anni «across the universe»), anacronistici articoli di giornale (vedi il riferimento ai Wu Ming su La Gazzetta Piemontese nel 1886) e spin-off magici de L’armata dei sonnambuli: “Chi perderà la testa” (e la sua versione inglese “Who is gonna lose the head?”) è un breve racconto che coinvolge “fisicamente” il lettore, facendogli assumere il ruolo del Caso nella scelta di chi finirà sotto la ghigliottina. L’esperienza della lettura acquista un senso solo se accompagnata dall’uso di un mazzo di carte, e ciò che avviene tra le mani del lettore è parte integrante dei significati evocati dal testo. Nell’istante culmine, chi partecipa al gioco e ne segue le istruzioni vive su di sé un’esperienza magica: ciò che accade sembra violare le normali leggi che regolano il mondo.

Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario

Una riflessione su questi temi più ampia e interattiva (connotata da un surrealismo che nulla concede al disimpegno) sarà al centro del Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario che si terrà il 6 maggio 2014 alle ore 18 presso il tempio più prestigioso della magia torinese: il Circolo Amici della Magia di Torino. Nello scrigno in cui generazioni di illusionisti sono maturati artisticamente – da Arturo Brachetti ad Alexander, da Marco Berry alla giovane promessa Luca Bono – il romanzo dei Wu Ming sarà al centro di letture, esperimenti di mesmerismo, gag illusionistiche, proiezioni multimediali, incursioni storiche e giochi di prestigio. Nello spirito del collettivo, e in controtendenza rispetto ai classici spettacoli di illusionismo, mancherà la figura di una stella che mette in ombra tutte le altre: il laboratorio sarà un esperimento creativo cui contribuiranno, da me coordinati – ognuno con i propri talenti – il presidente del Circolo Marco Aimone, il Gran Sacerdote della Torino Magica d’antan Angelo Cauda, l’informatico e mago Davide Brizio e il regista Carlo Bono. E ovviamente i Wu Ming, che alle 21 di quel giorno presenteranno il loro libro anche presso la sede estiva del Circolo dei lettori, nel cortile del Borgo Medievale di Torino.

Pillole del Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario verranno offerte anche durante altre date del Révolution touR (vedi qui il programma), la prima delle quali a Ravenna durante la presentazione in programma per giovedì 17 aprile 2014 nella Biblioteca Classense in via Baccarini 3.

Altre pillole sono in programma per la presentazione congiunta de L’armata dei sonnambuli e L’arte di stupire, che si terrà a Bologna il 9 maggio 2014 alle 18 presso la Libreria Modo Infoshop in via Mascarella 24.

Un’anticipazione!

Secondo una (sgangherata) tradizione esoterica, Torino è vertice di un triangolo magico insieme a Lione e Praga – e il loro collante è proprio il mesmerismo. Se la città boema è nota per il suo Golem, protosonnambulo della tradizione ebraica, Lione ha dato i natali a Nicolas Bergasse (1750-1832): primo discepolo di Franz Anton Mesmer (1734-1815), l’avvocato francese fu anche fondatore della Società dell’Armonia Universale – che a Lione aveva una delle sedi più influenti. Nel maggio 1857 nacque la Società Mesmerica di Torino e per oltre un secolo la città fu teatro di scontri tra la scienza positivista e le nuove dottrine magnetiche: una battaglia senza esclusione di colpi cui parteciparono Cesare Lombroso, il magnetizzatore teatrale Donato, il professor Enrico Morselli e l’ipnotista perseguitato dai fascisti Mister Lakenar.

Il “Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario” prenderà spunto dalla figura di Nicolas Bergasse, che alla vigilia del 1789 confidò a Jean-Pierre Brissot:

È giunto il tempo per la rivoluzione di cui ha bisogno la Francia. Ma il tentativo di provocarla apertamente è destinato al fallimento; per riuscire nell’intento occorre ammantarsi di mistero, è necessario riunire gli uomini col pretesto degli esperimenti di fisica quando il vero scopo è di abbattere il dispotismo. (3) 

Quando mia nonna era bambina, “fare la fisica” significava occuparsi in maniera vaga di magia, senza alcun riferimento all’ambito di applicazione – fosse esso teatrale, spiritistico o paranormale. Che aspetto avrebbero degli ipotetici Cahiers de Magnetisme Révolutionnaire, compilati in occasione delle riunioni dei mesmeristi che facevano capo a Bergasse? Quali esperimenti magici avrebbero affrontato? A quale epica avrebbero fatto riferimento i loro esperimenti?

Il Laboratorio userà l’illusionismo per esplorare tale scenario e analizzarne le potenzialità narrative.

Pagine dagli ipotetici Cahiers de Magnetisme Révolutionnaire di Nicolas Bergasse editi a Torino, Lione e Praga nel 1804. In evidenza a sinistra, il nome di Orphée d’Amblanc, uno dei protagonisti de L’armata dei sonnambuli.

Le prenotazioni per l’appuntamento torinese sono aperte. Scrivetemi se volete essere sicuri di partecipare: l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.

Magia come arte marziale, nelle chine di Leo Ortolani.
Fonte: Leo Ortolani, “Il grande Magazzi e la camera delle sorprese”, Ratman 90, 5.2012, tavola 78.


Note

1. Si veda ad esempio il recentissimo La Tempesta di Shakespeare, messo in scena con la consulenza di Teller.

2. Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Einaudi, Torino 2014, p. 323.

3. Cit. in Robert Darnton, Il mesmerismo e il tramonto dei lumi, Medusa, Milano 2005, p. 79.

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