Che aspetto avrebbe uno spettacolo di magia ispirato agli Esercizi di stile di Raymond Queneau? Il libro dello scrittore francese presenta 99 varianti dello stesso racconto, proposte nelle forme più diverse e strampalate. A partire dal gioco più classico della prestigiazione – quello dei tre bussolotti – ecco dieci variazioni sul tema, una più curiosa dell’altra.

10. I tre bussolotti di Dai Vernon

Un percorso attraverso le varianti del gioco deve partire dalla sua versione classica: ecco quella di Dai Vernon, leggenda indiscussa del XX secolo e mentore di alcuni tra i più importanti prestigiatori oggi in attività.

9. Il livello metaforico di Suzanne

Suzanne ripropone la versione classica “aumentandola” con un racconto che accompagna ogni movimento. Lo script (forse un po’ troppo frammentato) proietta palline e bussolotti in una dimensione metaforica che mancava nella versione originale.

8. I due bussolotti di Tommy Wonder

Chi l’ha detto che i bussolotti debbano essere proprio tre? Tommy Wonder ne utilizza solo due, introducendo nel racconto (come terzo incomodo) un elemento del tutto inaspettato! (1) 

7. Il singolo bussolotto di Paul Daniels

Chi l’ha detto che i bussolotti debbano essere molteplici? Paul Daniels ne utilizza solo uno, ma le variazioni sul tema sono tante e tali da lasciare senza fiato. Anche per la sua velocità.

6. La variante neuropsichiatrica di Yann Frisch

E se a presentare il gioco dei bussolotti fosse un pazzo? Nel 2012 Yann Frisch ha vinto il campionato mondiale di magia organizzato dal FISM con una rilettura neuropsichiatrica della routine utilizzando una singola tazza (qui ne ho parlato come di un esempio di straordinaria follia controllata) (2) :

5. Il gran finale di Johnny Ace Palmer

Nell’aprile 2012 ho visto dal vivo questa ulteriore variante al Magic Castle di Los Angeles. Esibendosi di fronte a David Letterman, Johnny Ace Palmer è costretto a presentare il gioco da un’angolazione obliqua e molto scomoda; nondimeno la rivelazione finale è una bomba!

4. Svelato il trucco! I bussolotti trasparenti di Penn & Teller

Esibendosi in coppia, Penn & Teller propongono il gioco dei tre bussolotti usando quattro mani. La routine è talmente illusiva da poter essere ripetuta con tre bussolotti trasparenti: nonostante tutti i passaggi segreti siano in piena vista, l’esperienza visiva resta enigmatica. Sfidando l’idea che conoscere il trucco sminuisca la forza illusiva di un grande gioco di prestigio:

3. Una lettura satirica del gioco dei tre bussolotti

Trattandosi del classico dei classici, il gioco dei bussolotti è stato ampiamente usato nelle vignette satiriche per rappresentare gli inganni delle classi dominanti ai danni del popolo. In questa vignetta di Casimiro Teja (“Due celebri prestigiatori”) il Conte di Cavour è paragonato all’illusionista torinese Bartolomeo Bosco – ma mentre il mago usa palline e monete, l’uomo politico manipola gli esseri umani:

2. La versione felina

Cosa succede a coinvolgere un gatto come spettatore? Ecco un filmato che documenta il curioso esperimento:

1. La versione di Gesù Cristo

Nel suo Whys of Philosophical Scrivener Martin Gardner cita un quadro di Pat Patterson Lyons che ritrae Gesù Cristo mentre esegue il gioco dei tre bussolotti nella versione di Johnny Ace Palmer:

In tutte le professioni c’è la piacevole abitudine, specialmente ai funerali, di parlare dei morti come se fossero stati chiamati in paradiso dal Grande Musicista, dal Grande Matematico, dal Grande Artista e così via. Per i marinai, Dio è il Grande Comandante. Per gli attori, Dio è il Grande Regista. Per i prestigiatori, Dio è il Grande Prestigiatore. Su una parete del mio ufficio c’è una fotografia a colori di un grande dipinto ad olio di un’amica canadese, Pat Patterson, che a un primo sguardo sembra una copia del celebre dipinto di Leonardo Da Vinci “L’ultima Cena”. Soltanto un’analisi più attenta rivela che Gesù ha appena finito di presentare quello che i prestigiatori conoscono come il vecchio “gioco dei bussolotti”. Come rivelazione finale, Gesù ha scoperto sotto tre bussolotti tre pulcini apparsi dal nulla. I dodici apostoli sono nella loro famigliare posizione esterrefatta, ma invece di chiedersi «Sono forse io?» si stanno chiedendo: «Come ha fatto?» Anche se fossi cristiano, non riterrei il dipinto in alcun modo blasfemo. Non era il Gesù biblico un Grande Prestigiatore? Tramutava l’acqua in vino. Moltiplicava i pani e i pesci. Non è la materializzazione di tre pulcini uno splendido simbolo della creazione della vita? Dio è il Grande Prestigiatore. (3) 

Ispirandomi all’idea, ho creato la mia versione dell’ultima cena di Leonardo:


Note

1. Grazie a Ferdinando Buscema per avermi segnalato questa routine.

2. Grazie a Francesco Tesei per avermi segnalato questa routine.

3. Martin Gardner, The Whys of a Philosophical Scrivener, St. Martin Griffin’s Edition, New York 1999, p. 184.

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