Da bambino, quando capii che stampare in quadricromia costava molto, iniziai a guardare con sospetto i libri da colorare: perché dovevo essere io a tingerne le aree con i pennarelli? Il tutto puzzava di sfruttamento di lavoro minorile. Dopo tanti anni, ho finalmente trovato un libro da colorare “onesto”. Presenta illustrazioni come questa:

Qui lo scambio è equo: impossibili da colorare in modo sensato, le immagini costringono i piccoli a interrogarsi in modi non banali sulla natura del disegno, offrendo loro una condizione di scacco intellettuale particolarmente frustrante. L’edizione perfetta dovrebbe essere composta da un secondo volume, che presenta apparentemente le stesse immagini – ma senza alcun meccanismo paradossale. «Vai a dormire, vedrai che domani ci riuscirai!» potrebbe dire un genitore per rassicurare il piccolo, vanamente impegnato a districare l’impossibile matassa; sostituendo in segreto un libro con l’altro, il giorno successivo lo stesso disegno diventerebbe colorabile con facilità.

L’immagine impossibile (a sinistra) a confronto con quella colorabile (a destra).

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