MARIANO TOMATIS

WONDER INJECTOR

Scrittore e illusionista
Mariano illumina le
meraviglie sul confine
tra Scienza e Mistero.

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ROL Realtà O Leggenda

INTRODUZIONE

Nel 1926 René Magritte realizza un dipinto che fa scandalo: al centro della tela è rappresentata una pipa, ma sotto il disegno compare la scritta in francese "Ceci n'est pas une pipe", "Questa non è una pipa". Provocazione? Contraddizione? In realtà, se lo si comprende a fondo, è un messaggio banale: "quella" non è una pipa, ma un dipinto, una sua "imitazione" artistica, realizzata con della vernice colorata! Non è difficile accorgersene: è impossibile caricarla di tabacco, accenderla e fumarla, come si potrebbe fare con una vera pipa. Lo stesso Magritte affermò: "Se avessi scritto 'Questa è una pipa', avrei mentito!".

"Gustavo Rol non era un sensitivo". È questo il messaggio proposto in queste pagine. Scandaloso? Forse per quelli che lo videro compiere cose straordinarie. Ma se quella di Rol fosse stata soltanto un'imitazione artistica della sensitività? Ch'egli fosse un pittore geniale e un artista ispirato non lo nasconde nessuno, e cos'è l'arte se non "imitazione" della realtà?

Le testimonianze che molti offrono a proposito degli incontri con lui sono entusiaste, e sarebbe assurdo negare l'abilità che Gustavo Rol aveva di far vivere ai suoi ospiti vere e proprie esperienze parapsicologiche: tutta la gamma degli esperimenti e dei fenomeni che riusciva a manifestare rientra senza nessuna difficoltà nella casistica parapsicologica (dalla "pittura medianica" alla traslazione a distanza di oggetti, dalla "scrittura diretta" alla "incorporazione", dagli "apporti" al "viaggio in astrale", dalla veggenza selettiva alla visione di "spiriti intelligenti" presenti nell'ambiente, fino all'endoscopia). Come scriveva il suo biografo Renzo Allegri, "le sue esibizioni sembravano violare in modo sconcertante le leggi fisiche", e lui stesso affermava di appoggiare le sue azioni a mezzi paranormali. Ma si trattava di autentici fenomeni paranormali? In altre parole, la pipa era davvero una pipa?

Se la risposta fosse stata positiva, ne sarebbero stati entusiasti sia gli scienziati, da sempre alla ricerca di fenomeni che li conducano alla scoperta di nuovi orizzonti, sia gli studiosi del paranormale, i parapsicologi, che - come scriveva Piero Cassoli - di Rol avrebbero avuto "bisogno per giustificare anni, decadi, secoli di ricerca".

Quasi tutti quelli che hanno scritto su Rol fino ad oggi sembrano non avere dubbi: le esperienze parapsicologiche vissute dai suoi "spettatori" erano talmente verosimili da indurre tutti a concludere che, dietro ogni esperimento, erano in corso genuini processi paranormali. Una conclusione, però, molto ingenua: sarebbe come affermare che la pipa di Magritte è una vera pipa perché "sembra" una vera pipa.

La risposta non è semplice come molti vogliono far credere. Come si potrebbe "verificare" se la pipa di Magritte è una pipa autentica? Basterebbe provare ad accenderla e fumarla...

Come si sarebbe potuto verificare se i fenomeni prodotti da Rol fossero davvero paranormali? Sarebbe stato sufficiente che lui le mostrasse ad una équipe di "tecnici" in grado di distinguere tra processi normali e processi paranormali. Ma egli rifiutò fino alla morte questo confronto: preferiva riservare le sue dimostrazioni agli amici più fidati, evitando qualsiasi contatto con chi avrebbe potuto dare un parere negativo. Il risultato fu che nessuno poté mai verificare se quella pipa si poteva caricare di tabacco, se si accendeva, se si poteva fumare; tutto ciò che ci rimane è il ricordo di chi l'ha visto in azione, e tutto ciò che possiamo concludere oggi è che i suoi fenomeni "sembravano" paranormali.

Leggendo i resoconti dei fenomeni di Rol e intervistando i testimoni oculari dei suoi "miracoli" mi sono convinto che la sua fu un'imitazione artistica dei fenomeni paranormali, simile per tanti versi a quella che i prestigiatori offrono da molti secoli alle loro platee.

Un principio che deve guidare la conoscenza umana è quello di prendere in considerazione tutte le altre ipotesi, anche quelle improbabili, prima di accettarne di completamente nuove; questo principio, che molti biografi di Rol non hanno tenuto in considerazione, mi ha spinto a pormi - di fronte ad ogni episodio narrato - la domanda: esistono dei processi naturali che lascino in un testimone ricordi del genere?

Credo che il mio sia un punto di vista privilegiato sulla casistica di Rol: come prestigiatore mentalista studio da anni le tecniche e le sottigliezze psicologiche che permettono di riprodurre le esperienze parapsicologiche utilizzando dei metodi assolutamente naturali, volgarmente detti "trucchi". Di fronte ad un testimone che sostiene di aver assistito ad una dimostrazione paranormale sono particolarmente scettico perché, nel corso della mia carriera da prestigiatore, ho avuto più e più volte a che fare con spettatori convinti che durante i miei spettacoli io sfruttassi delle facoltà extrasensoriali, anche quando ammettevo di utilizzare dei banali trucchi. Anche durante la mia indagine su Rol ho avuto modo di incontrare persone che avevano assistito alle sue serate, e quando mostravo loro qualche gioco di prestigio tratto dal repertorio del loro beniamino, invece di concludere che anch'egli fosse un prestigiatore preferivano credere che io avessi facoltà extrasensoriali. D'altronde è un'esperienza che molti prestigiatori hanno dovuto affrontare: lo scrittore di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle, era così convinto dell'esistenza del paranormale che, di fronte ad uno spettacolo di giochi di prestigio del mago Houdini, esclamò: "Solo dei bambini potrebbero credere che imprese simili furono realizzate solo grazie a un semplice trucco".

Il mio scetticismo si estende al contenuto delle testimonianze che vengono offerte su Rol; mi basta prendere in considerazione i racconti di chi ha assistito ai miei spettacoli per rendermi conto di una verità che per un prestigiatore è banale: è l'illusionista a decidere cosa il pubblico deve ricordare. Le tecniche utilizzate per pilotare i ricordi sono moltissime, e dai resoconti che sono rimasti è evidente che Rol le utilizzava quotidianamente. In questo modo un semplice gioco di prestigio può diventare, passando di bocca in bocca, un evento sempre più sorprendente, trasformandosi inesorabilmente - nel ricordo di chi lo racconta - in un irriproducibile fenomeno paranormale. Ecco perché Rol voleva evitare i controlli di laboratorio, che avrebbero impedito ai suoi "giochi" di sfruttare questo "percorso leggendario". D'altronde, già nel 1901 il prestigiatore Frank W. Thomas scriveva sulle pagine della rivista Magic: "Le esagerazioni cui indulgono molte onestissime persone nel raccontare i giochi cui hanno assistito è motivo di grandissimo divertimento per i prestigiatori. Se un giudice potesse avere l'esperienza di un prestigiatore, perderebbe tutta la sua fiducia nel valore della testimonianza umana".

Personalmente, provo nei confronti di Gustavo Rol sentimenti discordanti. Da un lato sono infastidito dal suo atteggiamento di sufficienza nei confronti della scienza e della parapsicologia, alle quali - che fosse o meno dotato di "facoltà straordinarie", e che lo ammettesse o no - appartenevano i fenomeni che presentava. Trovo altrettanto antipatico il tono di sfida e le minacce di ritorsioni divine nei confronti di chi non accettava l'origine paranormale di quanto avveniva in lui e per mezzo di lui, e così la sua presunzione di aver ricevuto addirittura le prove dell'esistenza di Dio e dell'immortalità. Da un altro punto di vista, non posso non ammettere di provare una grande simpatia per l'uomo. Faccio mia una frase che l'amico prestigiatore torinese Alexander amava ripetere a proposito di Uri Geller, che più volte aveva - con suo sommo dispiacere! - visto "barare" durante le sue esibizioni pseudoparanormali: "Ti dirò che ho simpatia per l'individuo. È, intendiamoci, lo stesso tipo di simpatia che puoi provare per Arsenio Lupin che è un ladro, ma ruba bene! A mio avviso, sia chiaro, non è un farabutto. È uno che 'ci marcia', che senz'altro si aiuta con la sua abilità di prestigiatore. Ecco, come uomo di spettacolo a me è simpatico".

A cento anni dalla sua nascita il dibattito intorno alla figura di Rol, in corso tra sostenitori e critici del paranormale, non si è ancora spento. Dal 1986 a oggi sono stati pubblicati almeno una decina di libri a lui intitolati, ma da ben prima il suo nome compare su riviste di parapsicologia, quotidiani e periodici. Come scrivono in molti, con la morte di Rol qualsiasi tentativo di mettere la parola "fine" al dibattito è destinato al fallimento. La possibilità di "risolvere" definitivamente il mistero è morta con lui. Ci è consentito, però, avanzare delle ipotesi: solo avendo sotto gli occhi tutto il ventaglio di opinioni è possibile farsi un'idea corretta di chi era davvero Gustavo Rol. Come scrisse il padre della parapsicologia italiana, Piero Cassoli, è bene che gli storici "riesaminando i documenti relativi a questo personaggio, conoscano non solo le testimonianze dei contemporanei di un certo tipo - chiamiamoli per intenderci favorevoli - ma anche le testimonianze e le osservazioni critiche di coloro che furono per lo meno dubbiosi".

L'attuale panorama editoriale è totalmente sbilanciato verso i "favorevoli", tra i quali - però - non compare nemmeno un prestigiatore. Le pubblicazioni che contengono qualche accenno critico alla sua figura si contano sulle dita di una mano.

Mancava una pubblicazione che affrontasse, uno per uno, i moltissimi elementi che compongono lo scenario che Rol aveva creato intorno a sé con un'abilità innegabile, e che mirasse a scomporre i vari episodi raccontati fornendo di ognuno interpretazioni più semplici e scientificamente "economiche".

Ho scelto un approccio che tenesse in considerazione la vita, la dottrina, l'ambiente nel quale si muoveva e i molti esperimenti che fecero di Rol un'icona dell'immaginario magico torinese. Questa non è esclusivamente una raccolta di testimonianze sui suoi esperimenti, né un manuale teorico per prestigiatori, né ancora una collezione di ipotesi razionali sui fenomeni da lui prodotti, anche se è un po' tutte queste cose insieme.

La lettura dei molti libri "a favore" della paranormalità di Rol è un esercizio molto interessante. Lo è certamente per un prestigiatore, che riconosce in moltissimi elementi dello scenario materiali, movimenti e tecniche tipiche dell'arte magica, che sfuggono certamente ad un lettore occasionale; lo è per chi voglia affinare la sua arte e rendersi conto dei livelli che si possono raggiungere con relativamente poche tecniche messe a punto con una cura straordinaria; lo è, ancora, per chi abbia voglia di affrontare un percorso alla ricerca della verità costantemente minato da testimonianze discordanti o concernenti fatti del tutto inverosimili: disegnare uno scenario coerente è quasi impossibile, a tratti scoraggiante, e si potrà constatare che, a differenza di quanto si crede, non sempre le bugie hanno le gambe corte!

Affrontare oggi la figura, ormai mitica, di Gustavo Rol è un'impresa che richiede grande attenzione e cura dei dettagli, non essendo argomento che si possa liquidare con pochi argomenti lapidari. Da un lato è doveroso mettere in luce i larghi spiragli di sospetto che si aprono analizzando i fatti che lo riguardano con l'occhio del prestigiatore e con una accurata analisi dei testi a lui dedicati. Dall'altro lato si deve tenere in considerazione il fatto che è impossibile "provare" con certezza l'origine assolutamente naturale di quanto lui produceva. Chissà, forse Rol era un vero sensitivo che si comportava come un prestigiatore, utilizzava le tecniche, i materiali e gli strumenti psicologici dei prestigiatori e rifuggiva i controlli come avrebbe fatto un prestigiatore! Chi può dirlo? Dare una risposta definitiva è, come spesso succede, compito del lettore, che da oggi ha un punto di vista in più per giudicare il controverso personaggio di Gustavo Adolfo Rol.

—Mariano Tomatis

EDITORE

Avverbi

PUBBLICATO NEL

2003