Giulio Passerini

Scrittori o illusionisti? Un esperto ci guida alla scoperte dell’arte del book-hacking

Fin dalla loro prima apparizione nel lontano 1455 i libri sono stati ammantati di magia. Con una semplice pressione del torchio era possibile moltiplicare le lettere come pane e pesci, e bastava il gesto di una mano per voltare pagina e viaggiare per il mondo. Infine, il fatto che fossero accessibili a pochi per prezzo e difficoltà di lettura ne aumentava il carattere esoterico. Ma come ci dimostra Mariano Tomatis nel suo breve saggio La magia dei libri (edito da Bibliografica-Wuz), l’incanto è giunto fino a noi, sebbene sotto altre forme.

Fra maghi e ciarlatani

All’inizio i libri magici furono dei ciarlatani di piazza, prima che di preti e stregoni. Grazie a un ingegnoso gioco di linguette anche il meno esperto degli imbonitori era in grado di mostrare agli astanti ogni volta un libro diverso se aveva l’abilità di sfogliarlo nel modo giusto, magari con l’aiuto di una formula magica o due. Un trucco semplice ma dalla vita lunga che trovò estimatori persino nel magnifico Houdini, il grande illusionista, e in quel Méliès che a cavallo del ‘900 fu il padre degli effetti speciali del cinematografo. Fino al nostro Mariano Tomatis, illusionista e inventore oltre che autore di questo libretto, che ai libri dalle linguette magiche attribuisce persino la spiegazione di una sua particolare teoria degli universi paralleli (a dire il vero alquanto credibile).

Libri d’artista

Peccato che di tanti esemplari antichi oggi non rimanga altro che il ricordo lontano. Come tanta letteratura popolare il loro scopo era quello di venire usati, stropicciati, tormentati, e di consumarsi infine nel fuoco del già sentito quando ormai la magia cominciava a mostrare la corda. Per fortuna che illusionisti e ciarlatani sopravvivono, sempre pronti ad guidarci nel mondo dello stupore e dell’improbabile. In fondo che altro sono gli scrittori? E gli artisti! Neanche loro riuscirono a resistere al fascino del libro e della manomissione creando per secoli manufatti pregevoli, divertenti e illuminanti da Dürer a Munari, e da questo a Isgrò.

Oracoli e papere

Ma chi dovesse pensare che libri magici e animati siano solo un placido intrattenimento cadrebbe in un grossolano errore. Furono in molti nei secoli ad affidarsi ai libri oracolari, dai mercanti in procinto di intraprendere un lungo viaggio, alle ragazzette innamorate, ai re pronti a dichiarare guerra. Chissà di quali responsabilità sarebbe gravata la coscienza degli estensori del Libro dei mutamenti o del Vangelo delle sorti di Maria o dei vari Libri delle risposte se sapessero quanti cuori sono stati infranti per causa loro, e quante vite spezzate. D’altronde non è difficile scrivere un libro capace di leggere il pensiero, o il futuro: se si disegna un bersaglio abbastanza grande, sarà il desiderio del lettore a guidare la freccia dritta al centro.

La nostra mente è un libro aperto

E tutto il nostro illuminismo? La luce della ragione? Che senso hanno oggi i libri magici e di sorte? Come possiamo stupirci ancora noi, noi che sappiamo tutto e che abbiamo ogni tecnologia ben più che magica? Possiamo eccome. Internet ci dimostra tuti i giorni che gli esseri umani preferiscono credere all’impossibile che all’improbabile, se rafforza bastevolmente i loro preconcetti. Meglio immaginare il mondo guidato da entità oscure e misteriose, rettiliani magari, pur di non ammettere l’esistenza della nostra responsabilità di fronte al male e al caos.

La rinascita

È in questo contesto che i libri magici e dello stupore rinascono a nuova vita. Una volontaria sospensione dell’incredulità può risultare terapeutica in un mondo dove troppo spesso questa sospensione è obbligata: di fronte a un grafico finanziario, di fronte a un telefono di ultima generazione la maggior parte di noi non può fare altro che credere nel suo funzionamento rinunciando a capire, ma davanti a un libro magico -per fortuna- possiamo ancora credere cercando di capire. Che oltre a essere salutare è anche molto divertente. “Sogno oracoli traboccanti di sovversiva meraviglia”, scrive Tomatis. Beh, auguriamocelo tutti.

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