Fornisce, infatti, questa cartina in cui – con varie triangolazioni – fa saltar fuori il Roque Nègre, e lascia qualche altro indizio nebuloso per trovare qualche altro scrigno.

A questo punto c’è da chiedersi se Plantard stesse riferendo una tradizione precedente o no. Se così fosse, perché – mentre sono ben documentate le miniere d’oro e la leggenda del diavolo custode di tesori – non esiste nessuna traccia documentale dei dodici forzieri?

Personalmente credo che questa mitologia zodiacale sia un’invenzione di Plantard, ispirata ai lavori su citati che vedevano nel Blanchefort e nel Roque Nègre degli scrigni di metalli preziosi e tesori. Ritengo piuttosto che stesse elaborando una personale versione della storia locale che desse credibilità alla sua discendenza merovingia: pur avendo acquistato quei terreni nel 1967, infatti, ripeteva di averli ricevuti in eredità dai suoi antenati merovingi.

In quest’ottica, data la personalità di Plantard, potrei addirittura pensare che abbia volutamente nascosto qualche forziere sulle montagne intorno a Rennes-les-Bains per conferire credibilità alla sua storia. Nulla lo prova, ma la suggestione che coglie chi passeggia per quei sentieri è molto grande. E sarei molto felice di trovare qualcuno in grado di documentare una tradizione più antica che faccia riferimento ai dodici forzieri di Rennes-les-Bains, o più semplicemente di riportare alla luce uno degli scrigni cui Plantard fa riferimento.