Nel 1853 in Europa appaiono le prime tavole danzanti; con tempismo eccezionale, Giuseppe Bucellati nello stesso anno porta a teatro lo scherzo comico “Il tavolo semovente per magnetismo animale”.


Giuseppe Bucellati
Il tavolo semovente per magnetismo animale
Placido Maria Visaj, Milano 1853.
I protagonisti seguono le prime lettere dell’alfabeto: Angelina, Balsami, Carlo, Destrelli ed Ercolino.
Al centro c’è l’amore contrastato tra Angelina e Carlo. A opporsi alle nozze è lo zio della ragazza, il magnetizzatore Balsami – un’allusione a Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro. Il legame è descritto con la metafora della reciprocanza magnetica:
Se due esseri [...] posseggono un fluido magnetico identico omogeneo conforme si attraggono [...] Se è contrario [...] si respingono.
Quando Balsami rientra all’improvviso, rischiando di sorprendere i due insieme, Carlo si nasconde sotto un tavolo. L’amico Destrelli – nome che richiama la destrezza di mano – approfitta della situazione per allestire l’elaborata illusione del tavolo semovente. A muoverlo sarà Carlo, nascosto sotto la tovaglia.
Poiché lo spettacolo comprende un momento illusionistico, il libretto non si limita ai dialoghi: contiene anche un inserto fuori testo con le istruzioni tecniche per la messa in scena, dove si legge:
Carlo che sta sotto al tavolo lo farà girare sopra sè stesso in senso opposto al camminare della catena [...] [poi] al segnale “uno” porta via il tavolo fino alla porta di prospetto e fugge via.

L’inserto fuori testo.
Davanti agli occhi increduli del giornalista Ercolino, il tavolo sembra muoversi da solo e un balbuziente, che prima aveva simulato il difetto, può facilmente fingersi curato dal magnetismo animale. Interpretando quei prodigi come un buon presagio, Balsami concede a Carlo la mano di Angelina e addita il vero “responsabile” nell’ultima battuta dello spettacolo:
Di cotesta felicità ringraziatene là: il tavolo semovente per magnetismo animale.

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