A prima vista Prepararsi (66thand2nd 2025) di Sara Marzullo non sembrerebbe il libro da cui partire per interrogare le narrazioni sull’occulto torinese – e invece la sua analisi dell’apparenza come intreccio di norme, riconoscimento e potere offre una chiave preziosa per leggere la magia della mia città.

L’autrice mostra come la rispettabilità si costruisca attraverso segnali minimi: posture, modi di parlare, scelte estetiche che rendono alcune presenze “a posto” e altre decisamente fuori registro. In questo contesto evoca la figura dell’influencer napoletana Rita De Crescenzo: pur mostrando marchi e firme come richiede il mercato, la sua presenza continua a essere letta come eccessiva.

Nel 1978 Stampa Sera contribuì a definire l’immaginario esoterico torinese con 23 articoli sulla “Torino magica”: un racconto fondativo che trasformava l’occulto in un segno di appartenenza, utile a identificare una borghesia colta e riconoscibile. In quella cornice, tale élite si distingueva non solo dalle periferie, ma anche dalle Rita De Crescenzo dell’epoca.

Nevio Boni, “Nel segreto della città esorcismi e tanti medium”, episodio 4 (di 23), Stampa Sera, 18 febbraio 1978.

L’articolo dedicato a Bianca Capone (1)  è esemplare. Presentata come studiosa dell’occulto, la donna appare credibile soprattutto grazie ai segni della rispettabilità borghese: un appartamento in precollina, l’arredo curato, le figlie all’università. Subito dopo, il giornale chiarisce ciò che Capone non rappresenta: la borghesia cafona e consumista che incontri ad Alassio e al Sestriere. L’esoterismo diventa così la qualità che la distingue e ne legittima la voce, facendone la perfetta “parigina”, ideale di discrezione e compostezza intellettuale.

Riletta attraverso lo sguardo di Sara Marzullo, la Torino magica appare meno come un repertorio di misteri e più come una scena sociale in cui l’occulto funge da segno di esclusione. E quando a definire l’immaginario è un quotidiano vicino alla dirigenza di uno dei complessi industriali più potenti d’Italia, le suggestioni esoteriche diventano anche un modo per ribadire un certo ordine sociale.

Invece di abbracciarlo passivamente, possiamo rielaborare dal basso quel racconto, restituendo voce a coloro che la “magia ufficiale” della città continua a escludere.


Note

1. Nevio Boni, “Nel segreto della città esorcismi e tanti medium”, episodio 4 (di 23), Stampa Sera, 18 febbraio 1978.

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