Ho pianto e riso al contempo. Poi mi sono chiesto quale fosse il trucco. Come ha fatto Serena Dandini a produrre in me – e negli altri 1500 spettatori – emozioni tanto contrastanti?

L’occasione è stata lo spettacolo “Ferite a morte”, che l’autrice televisiva ha presentato sabato 8 giugno 2013 presso il Teatro Verdi di Firenze, nell’ambito de “La Repubblica delle Idee”. Le attrici e le giornaliste che si sono alternate sul palco (1)  hanno letto le storie di altrettante donne uccise da un uomo, raccontando – da un ipotetico paradiso – le molestie subite. Con la lucidità di chi ha lasciato le cose terrene, ciascuna può narrare la propria storia con toni tragicomici, che muovono alla commozione e alla risata grazie a un’attenta modulazione del registro narrativo.

Nel suo libro L’atto della creazione (2)  Arthur Koestler ha cercato di spiegare cosa succede in quei momenti magici in cui gli opposti si incontrano. In due grafici, il filosofo descrive l’andamento emotivo dello spettatore di fronte alla tragedia e alla battuta umoristica.

La tragedia si basa su un crescendo di tensione emotiva, fino al suo scioglimento nella catarsi. L’umorismo segue una traiettoria simile solo in un primo tratto, fino a un punto di rottura – rappresentato da un fulmine che interrompe l’azione: è la battuta che rompe gli schemi e capovolge tutto, facendo esplodere la risata.

Secondo Koestler, alcuni artisti sono in grado di combinare le due traiettorie. Il segreto

è di percepire una situazione all’interno di due distinti sistemi di riferimento T e U, internamente coerenti ma di solito incompatibili. Intersecando i due piani, il punto di incontro tra i due percorsi vibra simultaneamente lungo due diverse lunghezze d’onda. Mentre questo accade, si ha la percezione che tale situazione non sia legata a un solo contesto, ma a due diversi contesti contemporaneamente. (3) 

Nel caso di “Ferite a morte”, Serena Dandini è riuscita a collocare ciascun femminicidio nei due contesti opposti, facendoli vibrare all’unisono e producendo quella sensazione di commozione intrecciata al riso che tanto mi ha catturato.

Un esempio di tale incrocio si ritrova nel monologo di Paola Cortellesi tratto dallo spettacolo, che unisce allegramente al dramma della claustrofobia una profonda nostalgia… per il televisore al plasma!


Note

1. Lucia Annunziata, Anna Bandettini, Geppi Cucciari, Annalisa Cuzzocrea, Concita De Gregorio, Orsetta De Rossi, Angela Finocchiaro, Iaia Forte, Silvia Paoli, Laura Pertici, Claudia Riconda e Giulia Santerini

2. Arthur Koestler, L’atto della creazione, Astrolabio Ubaldini, 1975

3. Arthur Koestler cit. in Maria Popova, “How Creativity in Humor, Art, and Science Works: Arthur Koestler’s Theory of Bisociation” in Brain Pickings.

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