Rifimifinifi: è il nome della città in cui mi trovo, scritto in “alfabeto farfallino” – uno dei codici segreti più usati dai bambini. Impararlo è facile: basta raddoppiare tutte le vocali, separandole con una F. Per tradurre la parola “No” si raddoppia la o – e tra le due lettere si mette una F, ottenendo “NoFo”. Con le parole più lunghe, la regola è la stessa: “Ciao” diventa “CiFiaFaoFo”.

La variante locale è più ardua: essendo proverbiale la difficoltà dei romagnoli a pronunciare la S, il farfallino di Rimini usa questa lettera invece della F. Qui la città si chiama Risimisinisi. Anche il riminese Federico Fellini parlava il farfallino: nel 1963 gli dedicò una scena memorabile nel film “8½”.

La pellicola è un viaggio nella mente di un regista in preda al blocco dello scrittore. In una scena il protagonista Guido Anselmi, interpretato da Marcello Mastroianni, si imbatte in un illusionista particolarmente su di giri – tale Maurice (Ian Dallas). Insieme all’assistente Maya (Mary Indovino), il mago si esibisce in una sbraitata esibizione di lettura del pensiero. Quando Maurice avvicina Guido, la sensitiva gli legge nella mente alcune parole misteriose: “ASA NISI MASA.”

La scena è seguita da un lungo flashback che svela l’origine delle strane parole. Quando era bambino, il regista usava la frase come formula magica: pronunciata nel modo giusto, era in grado di muovere le pupille di un uomo ritratto in un dipinto, facendole puntare verso un tesoro nascosto.

La parola magica è scritta in farfallino – e traslitterandola si può tornare alla parola originale: ANIMA.

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