Le sonnambule raccontate nel libro Incantagioni (Nero 2022) sembravano animate da poteri immateriali, come sospinte da forze invisibili. Ma dietro ogni gesto “magico” si nascondevano tecnica, allenamento, fatica. Nessuna manifestazione spiritica, nessuna lettura del pensiero era davvero spontanea: ogni effetto era il risultato di un impegno fisico e mentale prolungato. Era lavoro, ma doveva apparire senza sforzo, disincarnato. Perché la magia (si sa) funziona solo se il trucco c’è, ma non si vede.
La donna invisibile.
Marie-Joséph Stevens, per inscenare la “donna invisibile”, agiva nascosta in un armadio. Come lei (o peggio di lei?) centinaia di donne sono state (e vengono ancora) segate in due sul palco, perché la gerarchia tra i generi possa essere riaffermata in pubblico e tra gli applausi.
Mercoledì 14 maggio alle ore 18 presso il Pink Coworking gestito dall’Associazione Acca parteciperò a Illuminanti illusionismi insieme a Ire Gallina, educatrix e attivistx per i diritti di chi lavora nel sociale; Lia Bruna, rappresentante di S.trad.e. sindacato traduzioni editoriali e Chiara Zoia, copy freelance e Pink Community.
A partire dalle pagine di Incantagioni, racconteremo l’occultamento del sostrato fisico delle abilità femminili: una cancellazione che va ben oltre l’arte dell’illusionismo. Perché è proprio in quei corpi lavorano senza mai essere riconosciuti che si gioca ancora oggi il passaggio dal fare all’apparire, dall’invisibilità alla possibilità di ottenere diritti, riconoscimento – e integrità.
Inserito nel programma di Salone OFF 2025, l’evento prende spunto da un libro che parla di disvelamenti per arrivare alle testimonianze di chi lotta per la visibilità di categorie rese invisibili.
Illuminanti illusionismi: identità divise, carriere svanite, diritti ricomposti
Incantagioni, il libro di Mariano Tomatis, racconta di sei donne vissute tra il Settecento e l’Ottocento che hanno usato il mentalismo e la magia per guadagnarsi uno spazio di libertà e visibilità, in un contesto che le voleva invisibili o ridotte a semplici corpi da spettacolo.
Nel latino, illudere significa “entrare nel gioco”, ma anche “prendersi gioco” o “ingannare”. È un passaggio che conosciamo bene: oggi il lavoro freelance, soprattutto quello femminile o vissuto da persone marginalizzate, viene raccontato come sinonimo di libertà, ma si traduce spesso in precarietà, isolamento, svalutazione.
Illuminanti illusionismi si inserisce dentro il percorso che abbiamo costruito con i nostri Sportelli Freelance al Pink Coworking.
Partendo da una domanda concreta: quanto vale il nostro lavoro, abbiamo allargato lo sguardo sulle disparità di genere e sulle disuguaglianze salariali, arrivando a una consapevolezza semplice: per contare, serve contarsi.
Serve riconoscersi, organizzarsi, fare rete, trasformare la consapevolezza in azione, creare strumenti concreti di tutela per chi lavora da freelance.
Ascolteremo le storie di chi, oggi, ha provato a organizzarsi, costruendo collettivi, reti, strumenti concreti per cambiare le regole del gioco – proprio come fecero, a modo loro, le protagoniste di Incantagioni.
Strumenti concreti, pratiche collettive, forme diverse di affrontare il lavoro e riprenderci spazio e valore.
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