Piero Cerati

Fantaprobabilità

Peter Kolosimo non crede ai maghi. Eppure fu questo scrittore, dal volto, dall’accento, dallo spirito mitteleuropeo, che diede inizio alla fortuna che oggi incontra tutto ciò che sa di mistero. Nel 1959, scrisse Il pianeta sconosciuto, affrontando sul piano della divulgazione una materia che era stata sino ad allora oggetto di studi scientifici, riservata quindi ai pochi addetti ai lavori. Nel 1964, diede alle stampe Terra senza tempo; fu una pietra nello stagno: i circoli si allargarono piano piano in tutta l’Europa e si chiamarono ufologia, parapsicologia, magia, spiritismo. Una fuga verso le stregonerie alla ricerca del misterioso nelle vicende umane.

– In realtà, spiega Kolosimo, io mi occupo di archeologia, chiamiamola al massimo misteriosa, non di più. Se nei miei libri sfioro la fantascienza, questo avviene soltanto perché cerco di interessare il pubblico. Chi legge oggi Darwin, Arrhenius e gli altri studiosi? Gli specializzati e basta; il grosso pubblico resta lontano dai testi scientifici. E allora mi sono proposto di solleticarlo, interessarlo con un pizzico di fantaprobabilità.

Ecco la parola nuova, valida per Kolosimo: la fantaprobabilità. Partendo da basi reali, oggettive, si arriva a postulare soluzioni che la scienza ufficiale tace.

L’ipotesi di lavoro fatta da Kolosimo è che la tecnica ha fatto progressi (si è giunti sulla Luna), ma la conoscenza della Terra è rimasta quella di anni or sono, noi viviamo su un pianeta sconosciuto. Gli accademici difendono la loro autorità e non arrischiano ipotesi, i documenti, i reperti scomodi (perché rompono la linea continua delle loro tesi) sono trascurati, dimenticati: Kolosimo li tira fuori, senza giochi di prestigio o illusionismo. I teschi, i graffiti, i monumenti ci sono, è la loro interpretazione che manca. Darwin sostiene che la vita ha avuto origine sulla Terra, Arrhenius parla di panspermia universale, di un seme genitale diffuso nell’universo, ma altri demoliscono queste tesi, senza affacciarne di nuove: perché allora non ipotizzare una discesa della vita sul nostro pianeta da altri mondi? Teoria scomoda per un accademico, possibile per uno scrittore-giornalista, come Kolosimo, che parte sempre dal documento. Citare Jules Verne è troppo ovvio: ciò che oggi è fantascienza, domani potrebbe essere scienza.

– È sufficiente guardarsi attorno, dice ancora Kolosimo, per vedere oggetti misteriosi. Il Piemonte è un museo all’aria aperta.

Mi mostra un sasso rotondo ed elittico allo stesso tempo; la scienza dice che forse è calcedonio, che è inattacabile dagli acidi e dal diamante, che è un collettore di calore, che forse è stato costruito, ma da chi, perché e di dove venga non lo dice. Kolosimo lo ha trovato a Beinasco, caduto con una pioggia di meteoriti, e su quel sasso potrebbe costruire ipotesi che la scienza teme di fare: il problema è tutto qui, la pietra c’è, ma chi osa andare al di là delle poche cifre ufficiali?

Ma i medium, gli ectoplasmi, i dischi volanti esistono? Kolosimo scuote il capo.

– La gente oggi ha sete di miracoli perché la vita per molti è troppo comoda, la borghesia ha tutto e vuole qualcosa di più, il proletariato non crede più alle “fatture” e si appiglia agli extraterrestri. La crisi della religione spinge tutti alla ricerca del misterioso. Einstein ha detto che nell’universo vi sono almeno 32 dimensioni, è naturale che l’uomo si chieda allora che cos’è Dio.

Quanto allo spiritismo, Kolosimo è categorico: tutti i fenomeni paranormali o sono spiegati scientificamente o possono essere spiegati, è questione di tempo. La telepatia e la telecinesi non hanno nulla di sovrannaturale. Nelle sedute in cui si pretende di evocare l’anima dei morti predominano i trucchi e un ectoplasma si può creare con una fialetta: è la chimica il vero miracolo.

Ipnosi e suggestione, poi, fanno ricordare fatti e particolari che noi crediamo di non più possedere; parti del cervello a noi ancora sconosciute non sono più utilizzate perché non ne abbiamo più bisogno, questo spiega perché la telepatia, ad esempio, sia ormai qualità misteriosa in possesso di pochi. Che senso ha comunicare con il cervello a distanza quando esiste il telefono? Ma gli aborigeni dell’Australia e dell’Amazzonia, i tibetani hanno ancora sviluppato questo sesto senso, che per loro è normale. Il siero della verità, il lavaggio del cervello sono più spaventosi di una seduta medianica, in cui crediamo di vedere o vediamo affacciarsi l’ombra dell’aldilà, ma sono riportabili alla scienza, alla chimica. Forse per questo Kolosimo sta preparando un libro sui moderni alchimisti, ancora oggi impegnati nella ricerca della pietra filosofale che trasmuta i metalli. Sarà un piccolo studio sulle illusioni di questi uomini e sulla realtà scientifica della materia che può diventare energia e viceversa. Il secondo saggio di Kolosimo, più ampio, sarà sull’archeologia preistorica misteriosa italiana, con particolare riguardo al Piemonte. Il mito dei romani, degli etruschi ha fatto dimenticare la preistoria, eppure proprio in Piemonte il monte Musinè è ricco di reperti clamorosi (come i graffiti identici a quelli trovati in Perù).

– È meglio non rivelare per ora, spiega Kolosimo, quali siano i luoghi in cui affiorano i segni del nostro passato: mani incapaci hanno già distrutto tre piccole piramidi di enorme interesse storico-etnografico.

Mi mostra un minuscolo crogiuolo scoperto nel Biellese: ha 14 mila anni, reca ancora tracce d’argento e doveva servire per fondere monili.

– Di reperti come questo, dice, ve ne sono a decine.

La ricerca spetta all’Associazione studi preistorici (che ha sede a Milano e Torino) formata da scienziati internazionali e che attualmente ha in corso spedizioni in Marocco (dove sono stati troll vati tre esemplari di pintadores, i sigilli dei re preistorici) e in Perù, dove si tenterà di scoprire la città del dio serpente.

Caterina Kolosimo non è da meno del marito. Dopo aver scritto Magia dei nomi, prepara ora con Patrizia Krachmalnikoff un libro sulle facoltà misteriose degli animali. Il mistero è di casa dai Kolosimo, ma entro i limiti che la realtà e la scienza consentono.

(*) In questa intervista lo scrittore Peter Kolosimo dichiara tanto il suo agnosticismo riguardo alla magia vera e propria quanto la sua vocazione per il mistero entro i limiti che la realtà e la scienza consentono. Egli coltiva l’archeologia e descrive quelle perenni corti dei miracoli che sono i parchi dei graffiti alpini.


Tratto da 45° Parallelo, n. 52, settembre-ottobre 1972, pp. 70-1.

Per approfondire

• Dallo stesso numero della rivista vedi anche l’intervista a Peter Kolosimo in Gianni V. Settimo, “Allarme dallo spazio”, 45° Parallelo, n. 52, settembre-ottobre 1972, pp. 30-3.

Si ringrazia Livio Cepollina per avere messo a disposizione la rivista da cui è tratto questo articolo.

Tutto il materiale di questo sito è distribuito con Licenza Creative Commons BY-NC-SA 4.0