MARIANO TOMATIS

WONDER INJECTOR

Scrittore e illusionista
Mariano illumina le
meraviglie sul confine
tra Scienza e Mistero.

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2012 È in gioco la fine del mondo

INTRODUZIONE

Qualche anno fa ci avevano messo in guardia: l’arrivo dell’anno Duemila sarebbe stato segnato da grandi cambiamenti, da catastrofi naturali e forse addirittura dalla fine del mondo. Neppure i più scettici dormivano sonni tranquilli: il cosiddetto Millenium Bug minacciava di fermare tutti i computer il cui calendario non era programmato a passare correttamente dal 1999 al 2000. Allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio 2000 non accadde nulla di terrificante, e chi aveva temuto la fine tirò un sospiro di sollievo. Ma non per molto; di lì a pochi anni, l’umanità sarebbe andata incontro ad un’altra data fatale: il 21 dicembre 2012.

Era semplice capire le attese legate al Duemila, un numero "rotondo" e quindi in qualche modo "speciale" per chi aveva fissato l’anno Zero al momento della nascita di Cristo. Gli ebrei erano meno preoccupati: per loro il "1° gennaio 2000" era un giorno come gli altri, che chiamavano 23 tewet 5760. Anche per gli arabi si trattava di una data ordinaria, che scrivevano 24 ramadan 1420. Lo stesso scetticismo era condiviso dai cinesi, che vivevano nel "loro" 4398.

Il 21 dicembre 2012, invece, non sembra affatto speciale: per noi occidentali non si tratta di una data "tonda", né lo è per nessuno degli altri calendari oggi in uso in giro per il mondo. Eppure, da qualche tempo, centinaia di siti Internet, decine di libri, innumerevoli trasmissioni televisive e perfino Hollywood gli hanno dedicato enorme attenzione, ritenendolo un punto di svolta decisivo nella storia dell’umanità. Ma cos’ha di straordinario (e spaventoso) quel venerdì di fine dicembre?

Su un punto, tutti concordano: all’origine di questa data ci sarebbe il misterioso popolo dei Maya, che molti secoli fa avrebbe previsto la fine del mondo per quel giorno. Su un altro punto, invece, le opinioni sono molteplici e spesso discordi: che cosa capiterà di preciso?

Chi è più "spirituale" ritiene che l’umanità subirà un salto evoluzionistico verso una "consapevolezza superiore". Chi è più "scientifico" si attende una tempesta di raggi solari che incenerirà ogni cosa. Chi è più "religioso" teme il ritorno dell’antico dio Kukulkán, che verrà a giudicare i vivi e i morti. Chi è più "tecnologico" prevede che l’inversione dei poli magnetici della terra renderà inutilizzabile ogni computer. La credenza che "qualcosa" farà deviare la storia dell’umanità è diffusa in modo trasversale tra chi è più o meno sensibile verso la spiritualità, e tra persone di differente estrazione sociale, cultura e livello di istruzione.

Poiché da anni mi occupo di indagini nell’ambito di ciò che è strano, bizzarro e sorprendente, pensando alla crescente mania per il 2012 mi sono più volte chiesto: come può un individuo, naturalmente scettico e sospettoso quando si trova di fronte a un venditore di auto usate, accettare con altrettanta facilità le oscure previsioni di un popolo scomparso più di mille anni fa? Forse i Maya ci hanno lasciato testimonianze inoppugnabili della loro capacità di prevedere gli eventi futuri con una certa precisione? In caso contrario, cosa rende così convincenti le strampalate profezie sul 2012? Come fanno a spostare l’interruttore dalla modalità "dubito" alla modalità "credo" nella mente dei molti che si preparano con crescente apprensione al fatidico appuntamento?

Posso rivelare sin da subito che questo libro ha un doppio lieto fine: i Maya hanno lasciato testimonianze straordinarie della loro capacità di prevedere alcuni eventi futuri con precisione, ma il mondo non finirà in quella data, e la responsabilità di dar vita a un cambiamento sarà totalmente tra le nostre mani. Se ti incuriosisce il percorso attraverso cui sono giunto a queste due conclusioni, non devi far altro che proseguire la lettura: si tratta di un viaggio che attraversa templi ricoperti dalla vegetazione, misteriosi geroglifici da decifrare, almanacchi astrologici e tavole astronomiche, ma anche giochi enigmistici, trabocchetti, illusioni e magie.

Seppure da tempo mi dedichi alla scrittura, in fondo al cuore io sono un prestigiatore. Lo confesso, perché in questo ambito l’approccio dell’illusionista cade totalmente a pennello. Una parte del grande mercato fiorito intorno al 2012 sfrutta meccanismi ben noti a chi pratica l’arte dell’inganno: molti profeti di sventura mescolano senza scrupoli realtà e leggenda, scienza e pseudoscienza, fatti veri e fantasie; a farne le spese è la verità storica.

Se è vero, come recita la saggezza popolare, che "ci vuole un malandrino per acciuffarne un altro", un prestigiatore potrebbe essere la guida giusta attraverso questo campo minato. E sarà divertente mettere a soqquadro i loro terrificanti anatemi con una serie di pernacchie piazzate nei punti giusti; mi riferisco agli inserti magici sparsi qua e là lungo tutto il libro (uno l’avete già incontrato al capitolo precedente) attraverso cui seminare un po’ di insano terrore nella popolazione mondiale. Tu stesso potrai somministrarli agli amici più sensibili, divertendoti alle loro spalle: come avrai già inteso, si tratta di capitoli scritti unicamente per prendersi gioco di chi sta preparando le valigie per lasciare il pianeta entro il 2012; leggendoli, tieni bene a mente che sono pieni di baggianate parapsicologiche ed esoteriche! Ma poiché molta della letteratura catastrofista sul 2012 è indistinguibile dalla sua parodia, non ti sarà difficile aprire questo libro nei punti giusti e, attraverso gli esperimenti e i rituali proposti, convincere un amico che la fine è vicina.

Ma se io avessi torto? Se davvero il 21 dicembre 2012 gli eserciti di Kukulkán scatenassero la loro furia sul pianeta terra, incenerendolo con un soffio di fuoco, affronterei il tutto con la stessa ironia?

Sin da bambino, mi ha sempre affascinato la risposta che Luigi Gonzaga diede a un amico che gli chiese: «Se ti dicessero che è arrivata la tua ora, che faresti?».

I giochi e gli scherzi contenuti in queste pagine potrebbero essere un ottimo diversivo all’arrivo delle lingue di fuoco dal cielo; Luigi, che in quel momento stava giocando a biliardo, rispose sorridendo: «Continuerei a giocare.»

—Mariano Tomatis

EDITORE

Iacobelli

PUBBLICATO NEL

2010