Come si parlava di magia negli anni Sessanta? Per scoprirlo, basta sfogliare qualche numero degli Albi della Rosa, storica collana Disney pubblicata da Mondadori. Il titolo rimandava al fiore impresso nel marchio delle edizioni di pregio della casa editrice: un simbolo pensato per evocare un alto livello di cura editoriale. In copertina, un bollino di “garanzia morale” rassicurava i genitori: storie senza eccessi, educative e rassicuranti. Ma lo erano davvero?

In “Paperino uomo invisibile” (Albi della Rosa, n. 494, 26 aprile 1964), un esperimento domestico trasforma un semplice insetticida in una formula per sparire dalla vista: invece di uccidere le formiche, le rende invisibili. Spruzzata su una mano, la sostanza la fa scomparire – e per Paperino si apre un mondo di possibilità.

A dispetto della “garanzia morale”, la storia prende una piega sorprendentemente trasgressiva. Paperino e i nipoti si divertono a vandalizzare, entrare gratis al cinema, rubare gelati e tormentare i passanti con scherzi da fantasmi: schiaffi e sgambetti. Superano i limiti di velocità, sfuggono ai controlli della polizia e si godono una libertà senza regole. I veri “cattivi” sono altri: una gang di banditi che ruba lo spray per commettere furti e rapine. A distinguerli dai protagonisti non è il comportamento – spesso simile – ma l’aspetto lombrosiano: barba incolta, sguardo torvo, lineamenti da “malviventi”. Saranno proprio i paperi ad assicurarli alla giustizia, guadagnandosi il plauso delle autorità e rassicurando i lettori borghesi: la società sa distinguere tra chi può permettersi tutto e chi va punito.

Il momento rivelatore arriva quando Paperino insulta l’autista di un camion che lo tampona, chiamandolo “pezzo d’animale” – benché la sua auto fosse invisibile e il conducente non potesse evitarla.

Tutti i personaggi di Paperopoli sono animali, ma un papero può permettersi di usare l’epiteto come insulto parlando da una posizione di supremazia; del resto, da pagina 1 progetta di sterminare formiche, e la sua appartenenza a una specie privilegiata si riflette nell’impunità con cui agisce. Ma avremmo dovuto intuirlo sin dal titolo: Paperino non è solo “invisibile”; è un “uomo” invisibile.

Come si parlava di magia negli anni Sessanta? Per scoprirlo, ho sfogliato otto Albi della Rosa e li ho raccontati in altrettanti post su questo blog. Questo è il primo di otto.
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