All’ultima presentazione di Incantagioni (NERO 2022) mi è stato chiesto: quando sono scomparse dai palchi le veggenti capaci di leggere bendate e di vedere nei corpi come ecografi ante litteram?
La sparizione è stata graduale, ma Paul B. Preciado in Pornotopia (Fandango 2010) aiuta a individuare una svolta simbolica.

Nel 1959 Gil Elvgren dipinge “Inside story”: una giovane mostra stupita la radiografia del proprio torace.

Gil Elvgren, Inside story (1959)

Il potere perturbante prima attribuito alle veggenti – penetrare i corpi con lo sguardo – passa alla macchina. Quello stupore rassicura: la capacità di vedere le è stata sottratta, ora appartiene alla tecnologia.
Preciado evidenzia come la rivista Playboy riprenda la
pubblicizzazione del privato [...] già presente nelle pin-up
individuando in “Inside story” il punto limite di quel percorso iconografico (non a caso Elvgren usò anche il titolo alternativo “Overexposure”, sovraesposizione).
Ma se la figura della pin-up lasciava spazio al gioco e all’imprevisto, nella messa in scena editoriale di Hugh Hefner la Playmate del mese viene ridotta a figura
sessualmente accessibile ma mai minacciosa
rassicurante perché priva di quel potere visivo che un tempo sapeva eccedere quello maschile.
Così si chiude la parabola del sonnambulismo artificiale: le veggenti, inquietanti per la loro capacità di vedere più a fondo degli uomini, scompaiono.

Le riviste celebrano una donna trasparente e decorativa, modellata per rassicurare il maschio, lontana da ogni sguardo eccedente.

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