Ho scoperto il legame tra magia e politica guardando Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) con Angela Lansbury e David Tomlinson.

Un illusionista cialtrone vende sortilegi per corrispondenza, finché il suo corso di magia si interrompe improvvisamente. L’apprendista strega al centro del racconto protesta: senza l’ultima lezione, l’incantesimo supremo non può compiersi. L’imbroglione, che aveva venduto formule inventate per tirare a campare, scopre con sgomento che quelle magie funzionano davvero.

David Tomlinson nei panni di Emelius Browne

Lui rappresenta la magia illusoria, fatta di fumo e specchi; lei incarna la magia autentica, quella che nasce dal desiderio di trasformare il mondo. Mentre lui cerca guadagno e prestigio, lei studia le incantagioni con un obiettivo politico: difendere la propria terra e impedire lo sbarco dei nazisti in Inghilterra.

Angela Lansbury nei panni di Eglentine Price.

La sua figura deve molto alla scrittrice e occultista inglese Dion Fortune (1890-1946), che durante la Seconda guerra mondiale immaginò la magia come un atto di resistenza collettiva: un’energia psichica capace di proteggere l’isola e di opporsi, con la forza dell’immaginazione, all’avanzata del male.

Alle 16.30 del 25 ottobre 2025 il Laboratorio Culturale Manituana di Torino ospita “Vedere chiaramente, reincantare”, cerchio di parola che animerò con la complicità di Filo Sottile nell’ambito della seconda edizione del festival letterario “Libridini”.

Le storie sono la nostra infrastruttura emotiva e politica: mentre il potere riscrive il passato e distorce la memoria, dobbiamo riprenderci tempo e immaginario, evocare i nostri spettri, rielaborare i miti e speculare sui futuri possibili. Con ogni mezzo necessario, compresa la magia.

A partire da uno dei momenti musicali più filosofici del film – “The Age of Not Believing”, maldestramente tradotto come “L’età del non-mi-cucchi!” – stimolerò il dibattito sulla possibilità di introdurre elementi spiazzanti e perturbanti nella lotta, ricostruendo le genealogie dei movimenti femministi, antirazzisti, antispecisti e anticoloniali che hanno saputo attingere all’immaginario del paranormale per riconoscere i limiti dello scetticismo radicale (“non-mi-cucchi!”) e coltivare il giusto equilibrio tra denuncia e meraviglia, ragione e incanto.

Mariano Tomatis (Ombriano, 19 ottobre 2025)

Da sinistra: Spokkio e Mariano Tomatis (Ombriano, 19 ottobre 2025)

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