Si chiama Inés Molina Fuentes, viene da Granada e fa l’illusionista. Dal 2006 è una star della televisione spagnola, avendo partecipato a Nada x aqui e avendo pubblicato nel 2009 per le edizioni Aguilar un manuale per diventare magh*: Magia Inés… plicable. In un mondo di artisti dell’illusione maschi, Inés è una delle poche donne a fare dell’illusionismo la propria professione.

Da un anno vive e studia a Roma nell’ambito del progetto Historia del Ilusionismo en Roma – La creación de un espectáculo (“Storia dell’illusionismo a Roma – La creazione di uno spettacolo”): l’Accademia di Spagna l’ha incaricata di studiare la storia dell’illusionismo romano e mettere in scena uno spettacolo ispirato al mago italiano più noto del Settecento: Giuseppe Pinetti.

Lo spettacolo di Inés “Pinetti smascherato” va in scena oggi 21 giugno 2016 a Roma presso il Teatro di Villa Torlonia:

Un viaggio nel tempo, che abbina la magia classica a quella più innovativa in uno spettacolo insolito e sorprendente. Giuseppe Pinetti nel XVIII secolo rivoluzionò l’illusionismo. La sua vita fu piena di ingegno, nemici, avventure… e misteri. Chi ne rovinava le esibizioni svelando i suoi trucchi? Perché morì nell’indigenza? Come è possibile che il mago più importante prima di Houdini… sia oggi un perfetto sconosciuto?

Giuseppe Pinetti in un’incisione parigina del 1784, pubblicata in Henri Decremps, La magie blanche dévoilée, Chez l’Auteur, Paris 1784.

Per un curioso scherzo del destino, io e Inés abbiamo lavorato nell’ultimo anno sullo stesso periodo e sullo stesso tema: come ci si stupiva nel Settecento? Oggetto di studi incrociati, Pinetti è stato l’anello di congiunzione dei nostri lavori – e mentre il suo è diventato uno spettacolo, il mio ha preso la forma di un libro: Mesmer. Dall’età della pietra all’età dell’anima (2016) è un ampio trattato sulle forme dello stupore tra Vienna e Parigi nell’età pre-rivoluzionaria. Pinetti vi appare come l’artista straniero che, nella Parigi del 1784, mise in ombra la star locale – tale Comus – conquistando la corte di Luigi XVI.

Palazzo Muti (Roma) in un’incisione secentesca.
Pinetti vi abitò nel 1792.

Avendo scambiato con Inés materiali, idee e riferimenti bibliografici, ho approfittato del suo spettacolo per organizzare un viaggio-studio a Roma sulle tracce di Giuseppe Pinetti. Prima di andare ad applaudirla a Villa Torlonia, ho raggiunto Palazzo Muti in piazza Santi Apostoli dove Pinetti visse nel 1792 durante il trionfale tour nella capitale del Regno Pontificio.

Roma, 20 giugno 2016.
Palazzo Muti è l’edificio arancio sullo sfondo.

A poca distanza da Palazzo Muti c’è la Biblioteca Casanatense, dove l’amico Mauro Ballesio ha individuato un libretto del 1793 dedicato al grande illusionista. Il libro si può consultare liberamente, ma non può essere fotografato con mezzi propri: mettendo a dura prova polsi e polpastrelli, nella meravigliosa cornice di scaffali pieni di volumi che raggiungono il soffitto, ne ho integralmente trascritto le 43 pagine.

Roma, 20 giugno 2016.
Il mio posto di lavoro nella Biblioteca Casanatense.

Il volumetto è un’interminabile invettiva contro il proprietario dell’appartamento di Palazzo Muti, don Giuseppe Muti Casali. Il mago Pinetti ha lasciato Roma per Napoli ed è fuori di sé per una lite condominiale: il religioso gli aveva promesso che non avrebbe affittato l’abitazione attigua a persone moleste, e non ha mantenuto la parola. Trecento soldati hanno preso possesso dell’appartamento accanto al suo, rendendogli la vita impossibile. Eppure Casali

aveva mille volte asserito di affittarlo solo ad oneste, e nobili Famiglie (1) 

La confusione è totale: alcuni soldati

senza riguardo intorbidavano l’acqua che doveva servire per uso della Scuderia di detto Cavalier Pinetti con lavarci piatti, marmitte &c. (2) 

Una sentinella all’ingresso del palazzo importuna il mago ogni volta che egli rincasa. Il culmine si raggiunge quando scoppia una rissa e uno dei militi minaccia di dare fuoco all’intero edificio. La minaccia è tale da terrorizzare lo stalliere e le cameriere di Pinetti, che

si misero a scappare per i tetti. (3) 

Il volume è una sequela di ingiurie contro don Giuseppe,

mascherato Prelato, antipodo dell’onestà, lurida torcia de’ suoi Colleghi. (4) 

Mentre Pinetti è in tour a Napoli, incarica il Conte Don Angiolo Veraci Zurli di stilare il violento attacco letterario: il mago pretende un risarcimento per i danni subiti pari a 2000 scudi (circa 100 mila euro). Pinetti è noto per la grande cupidigia, ma in questa occasione l’avvocato Zurli spiega che il mago vuole il risarcimento più per atto di

giustizia, che per avidità di rimborso, anzi avendone (in dato caso di accomodamento) già stabilite tante caritatevoli elargizioni per povere ed indigenti Famiglie. (5) 

Se la richiesta non verrà esaudita, Zurli e Pinetti diffonderanno 5000 copie del libro “per tutta l’Italia, e specialmente in Roma [...] [per] ogni pubblico Caffè” (p. 29.)

Incapace di godersi il favore di nobili e regnanti, il David Copperfield del Settecento perdeva tempo dietro un padrone di casa che si era comportato da stronzo; invece di affidare ai torchi di un tipografo le sue memorie, sprecava carta dietro un imbecille. Cos’è cambiato a duecento anni di distanza? Artisti di fama monitorano i social network per sgominare i troll e dedicano tempo a polemiche miserrime, lasciandosi prosciugare di ogni energia creativa.

Il passato è sempre un prezioso antidoto allo scoramento e cercarvi una perduta Età dell’Oro porta sempre a cocenti delusioni. Essere artisti importanti non assicura la felicità, perché – ieri come oggi – il quotidiano è pieno di insidie: quisquilie che, se non riconosciamo come tali, possono annientarci.

Il monito che ci arriva da un’Apologia del Settecento è semplice e diretto:

Keep calm & don’t feed the trolls.


Note

1. Manifestazione al pubblico dell’apologia ed altre giuridiche interessanti notizie spettanti un incontro successo tra Mons. Don Giuseppe Muti già Casali ed il Cavalier Don. Gio. Giuseppe Pinetti de’ Merci, Roma 1793, p. 12.

2. Ivi, p. 14.

3. Ivi, p. 15.

4. Ivi, p. 6.

5. Ivi, p. 24.

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