In trasferta a Jesi (AN) per partecipare al Festival Eterotopie #2, non ho resistito alla tentazione di visitare il Museo Stupor Mundi. Tutta colpa del nome: nessun illusionista può sottrarsi a uno stimolo che nel titolo si richiami allo stupore. Nel Medioevo l’espressione (“stupore del mondo”) si riferiva a Federico II di Svevia (1194-1250), nato a Jesi – ma per pura combinazione, essendo di origini tedesche.

Inaugurato da meno di un anno, il Museo racconta la vita dell’Imperatore con una particolare attenzione all’intrattenimento; alla mancanza di reperti originali suppliscono cartoni animati che – nello stile di Terry Gilliam – remixano centinaia di immagini tratte da miniature medievali e le propongono al visitatore attraverso tecnologie avanzatissime.

La nascita di Federico II nella prima sala del Museo Stupor Mundi

Uno sguardo dietro le quinte: la nascita di Federico II è proposta con un gioco di ombre cinesi che sfrutta uno specchio a 45 gradi – come nelle ottocentesche pantomime luminose del Musée Grevin. A fare da schermo è la tenda per il parto improvvisata nella piazza di Jesi.

A fronte del dispiegamento di avveniristici strumenti divulgativi, Stupor Mundi si rivela “vecchia” nella concezione: il Museo è una celebrazione superomistica che, come Games of Thrones, guarda la realtà dal ristretto punto di vista dei piani alti del potere. Per ovviare a questo limite strutturale, e confrontandomi con gli amici dello spazio sociale autogestito TNT di Jesi, ho immaginato una Guida ribelle a Stupor Mundi e ne ho scritto la sinossi – pronta per essere presentata a un agente letterario e con preghiera di plagio da parte di chiunque voglia realizzarla davvero.


Titolo: Federico secondo… noi

Sottotitolo: Guida non autorizzata al Museo Stupor Mundi di Jesi (AN)

Sinossi: Inaugurato a Jesi nel luglio 2017, il Museo Stupor Mundi celebra la figura dell’imperatore Federico II di Svevia nella città che gli ha dato i natali. Sostenuto da un imponente investimento economico e promosso da potenti imprenditori locali, il progetto propone uno sguardo “dall’alto” sulla storia italiana ed europea del Basso Medioevo: una prospettiva che lascia in ombra diversi aspetti cruciali. Jesi ha – nella storia dell’Imperatore – un ruolo puramente accidentale, e il Museo lo sottolinea evitando di valorizzarne le specificità storico-culturali. Raccontando la storia dal punto di vista di Imperatori, Papi e Sultani, Stupor Mundi si allinea con la tradizione dei grandi musei nazionali come il Louvre e l’Ermitage, che presentano la narrazione di una Nazione, e la Storia con la S maiuscola, come molto più importante rispetto alle storie dei singoli; una prospettiva fuori tempo massimo, come ha fatto notare Orhan Pamuk nel suo “modesto manifesto per i musei”. Secondo il premio Nobel turco,

lo scopo dei musei di oggi e del futuro non deve essere di rappresentare lo Stato ma di ricreare il mondo dei singoli esseri umani, gli stessi esseri umani che hanno patito sotto tiranniche oppressioni per centinaia di anni.

Questa guida non autorizzata accompagna il visitatore attraverso le sale del Museo jesino, integrando la narrazione ufficiale con una serie di contributi emersi da un’osservazione “dal basso” – e specificamente “jesino” – delle stesse vicende. Dalle azioni di critica verso lo stupor mundi usato a scopo bellico (lo Shock&Awe della guerra in Iraq) alla riscoperta dell’influsso della cultura islamica sulla nostra (anche i leghisti usano i numeri arabi), dai tentativi di integrazione nella Sicilia musulmana medievale fino alla celebrazione dell’approccio anti-bellico usato da Federico II in Terrasanta (la Sesta Crociata fu l’unica che si chiuse senza spargimento di sangue), la guida è una collezione di stimoli devianti rispetto alla “vulgata ufficiale”: un’azione di hacking della realtà che – come nelle applicazioni informatiche di “realtà aumentata” – interferisce con lo sguardo del visitatore, sovrapponendo ai patinati simboli del potere le scie di sangue, polvere e sudore degli ultimi e dei derelitti e riconnettendo con l’attualità i temi esplorati dalle installazioni di Stupor Mundi.

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