Guarda questo post in versione video: è l’episodio 167 della mia webserie “Mesmer in pillole”.

Siamo entrati negli Anni Venti, e la fine di ogni decennio ci offre l’occasione di chiederci come siamo cambiati. Qual era lo stato dell’arte magica esattamente un secolo fa? Per compiere un salto nel tempo, sfogliamo insieme il periodico per illusionisti The Sphinx del gennaio 1920. Quando gli sportelloni della macchina del tempo si aprono, ci troviamo a Kansas City, al centro degli Stati Uniti: New York è 2000 chilometri a est, Los Angeles più o meno alla stessa distanza a ovest. È un punto di osservazione interessante, dal quale abbracciare un’ampia comunità di illusionisti. Con un limite importante: sono tutti maschi, bianchi ed eterosessuali. La fotografia che emerge da queste pagine non può che essere altrettanto parziale e limitata. Incominciamo.

L’estetica egizia e i corpi normali

Tra due lampade fumiganti e sotto la testa della sfinge c’è la foto dei signori C. Roswell Glover di Syracuse (New York): è la cartolina natalizia di una coppia artistica che

combina magia, musica e mentalismo, in un miscuglio di misteri e suoni che danno vita a una performance molto apprezzata sulla scena newyorchese.

Mr. and Mrs. C. Roswell Glover sulla copertina di The Sphinx, Vol. XVIII, N. 11, 15.1.1920.

Si prova un certo sollievo a osservarne i corpi normali, distanti anni luce dai modelli imposti oggi dallo show business e dall’oppressivo body shaming che infiamma nei forum degli illusionisti.

Lo spettacolo di Gustavo Rol

Nel 1920 Gustavo Rol ha diciassette anni; appassionato com’è di giochi di prestigio, trova sul mercato effetti magici che lo renderanno celebre nei salotti torinesi. Dietro la copertina di The Sphinx c’è la pubblicità del negozio per illusionisti gestito da F. G. Thayer. L’annuncio attira l’attenzione del giovane sensitivo in erba:

Puoi far apparire in piena vista il ritratto di una persona scelta liberamente dal pubblico su una normale tela esaminabile dal pubblico e contrassegnata.

La cornice appare al centro di una fotografia del teatro ospitato nei locali di Thayer:

Il teatro di F. G. Thayer. Il 3 aprile 2012 ho avuto la fortuna di visitarlo insieme a Ferdinando Buscema, con la guida di Eugene Burger ed Erika Larsen.

Rol trova a p. 6 l’annuncio che al teatro Rialto di Chicago si esibirà Clarence E. Willard (1882-1962), the Man Who Grows; ispirandosi a Willard, anche Rol dimostrerà di poter diventare un gigante o rimpicciolire a piacimento, di fronte allo sguardo sconcertato del pubblico. (1) 

“The Man Who Grows” sull’annuario dei National Vaudeville Artists, 1925.

A p. 7 V. D. Barbour suggerisce al sensitivo torinese una performance che coinvolge la Bibbia: gli spettatori sono invitati a scegliere liberamente alcune pagine; i versetti scelti si materializzano misteriosamente su due lavagnette che all’inizio erano state verificate dai presenti e non presentavano alcuna traccia di gesso.

Quando presenta le sue “possibilità” al pubblico, Rol non inventa nulla ma prende spunto a piene mani dal panorama illusionistico a lui contemporaneo.

Maledetti tutorial su YouTube

Quando si trovano a congresso, gli illusionisti si lamentano sempre della stessa cosa: chi svela i trucchi su YouTube deve essere bandito dalla comunità magica. Prima dell’avvento di Internet, sono i giornali la Grande Bestia da biasimare quando spiegano al grande pubblico i segreti dei maghi. L’argomento infiamma l’assemblea della Society of American Magicians (SAM), tenuta alla Grand Opera House di New York il 18 dicembre 1919 e da un “illustrissimo” quarantacinquenne: Harry Houdini (1874-1926). La scelta di un locale tanto ampio dà un’idea del numero degli illusionisti coinvolti:

Gelosissimi dei propri trucchi, i maghi alimentano il senso del Sacro intorno ai propri segreti – non perché siano particolarmente sensibili alla spiritualità, ma per tenere alti i prezzi dei gimmick e delle lezioni di magia; prendendo a prestito il gergo cattolico, Francis J. Werner chiama “Misteri” le conferenze magiche:

I Misteri vengono proposti in sequenza da Harry Park, Geo H. Wiley, Antonio Stumpo, William R. Berryman, Fitch, Mulholland, Linaberry, Rullman, Teale e Heller. Da sola la sessione didattica è valsa il lungo viaggio, perché ogni partecipante ha trovato qualcosa di interessante e le lezioni hanno toccato argomenti adatti sia ai membri storici, sia ai neofiti. Questi ultimi ne sono stati molto impressionati.

Uno dei partecipanti – il Dottor Thunig – informa che qualcuno (ma non un mago) gli ha fatto sparire l’auto davanti all’Hotel McAlpine.

Ciò l’ha convinto ad assicurare la prossima auto che comprerà.

Sull’altra costa degli Stati Uniti, il congresso natalizio di San Francisco si tiene il 12 dicembre 1919; i centoventi partecipanti sono accolti in una minuscola saletta dell’Hotel Bellevue, sciatta e sporca. Tra i presenti c’è Malini, che , dopo aver espresso costernazione per la pessima accoglienza,

ha pronunciato alcune parole magiche e dato un colpo di bacchetta magica: ciò ha spalancato le porte di quella che sarebbe stata la vera sede del congresso, ampia e dotata di tavoli riccamente decorati.

Alexa esiste già: si chiama Iside

Iside è l’automa di una ragazza orientale che suona la cetra distesa su un divano: come Alexa, può essere attivata tramite comandi vocali ed è in grado di riprodurre sul proprio strumento qualunque melodia le venga richiesta.

Durante la dimostrazione, gli sportelli del marchingegno sono tenuti aperti e il pubblico può verificare il tutto. Attraverso gli sportelli aperti si vede il sistema di ingranaggi in funzione.

Isis (Iside) e Cecil Nixon in una fotografia tratta da Genii, marzo 1962. p. 272.

Cecil E. Nixon (1874-1962) è il dentista che ha presentato l’automa in occasione del congresso di San Francisco. Qualche anno più tardi, la casa di Nixon diventerà famosa come “la casa stregata” perché piena di oggetti meccanici dal funzionamento bizzarro e apparentemente paranormale. Dopo averla visitata, Kip Blair racconta l’inquietante esperienza su Mechanix Illustrated (2) . Anche gli oggetti più insospettabili nascondono qualche sorpresa:

Prendiamo la cappelliera, ad esempio. Vi appesi il cappello e il cappotto e mi voltai per parlare con il dottor Nixon, quando un ronzio alle mie spalle mi fece girare di nuovo. La cappelliera, il mio cappotto e il mio cappello erano spariti! Dove, un attimo prima, ero certo di averli appesi, ora non c’era altro che il muro decorato da eleganti pannelli. «Li ho appena fatti sparire – rise il dentista – Qui!» – e mi mostrò due piccoli pomelli nell’intaglio. «Mi basta girare questi due e la cappelliera rientra nel muro, sparendo dalla vista.»

Isis (Iside) e Cecil Nixon in una fotografia tratta dall’articolo di Kip Blair, “Haunted By His Ingenuity”, Mechanix Illustrated, giugno 1941, p. 50.

Negli anni Cinquanta Nixon prenderà parte alle cerimonie della Chiesa di Satana celebrate da Anton LaVey, legando indissolubilmente il proprio nome al satanismo.

Se vuoi vendere qualcosa a un mago, chiamalo per nome

Vuoi vendere qualcosa ai maghi senza fare alcuno sforzo? Nominali per qualsiasi ragione nella rivista o nel libro che stai pubblicando. Pagine e pagine di The Sphinx sono noiosissimi resoconti dei congressi di dicembre: pieni di lungaggini burocratiche e dettagli insignificanti sugli statuti, ieri come oggi sono una lettura agli antipodi della meraviglia che una rivista per illusionisti dovrebbe proporre. A non mancare mai sono le infinite liste di “signor Nessuno”, a cui basta trovare il proprio nome sul giornale per correre ad acquistarlo: un buon editor deve ricordarsi di segnalare gli anniversari di matrimonio, le prime comunioni dei figli e le lauree delle nuore – e mai dimenticare che tutti i partecipanti delle cene sociali pretendono di vedere il proprio nome sulle pagine dei bollettini per i maghi.

Tra i firmatari delle varie relazioni, spicca il nome di un grande autore: Walter B. Gibson. Lo scrittore e illusionista riesce a differenziarsi dai noiosissimi colleghi, unico a entrare nel merito delle magie presentate in ambito congressuale; grazie a lui scopriamo che il presidente del circolo di Filadelfia, Mr. Wobensmith, è in grado di mettere il mazzo di carte in tasca, nominare una carta e chiedere al pubblico in quale posizione vuole ritrovarla; invariabilmente, la carta si trova al posto richiesto (oggi chiameremmo l’effetto CAAN, “Card At Any Number” per distinguerlo dal più noto e difficile ACAAN, “ANY Card At Any Number”).

Il segretario del circolo Mr. Paul presenta un intero spettacolo di mentalismo vestito da indù, mettendo in scena un numero di lettura del pensiero, la materializzazione di una scritta su una lavagnetta, la lettura di messaggi chiusi in busta e bruciati e l’effetto della mano di legno che risponde alle domande colpendo ritmicamente il tavolo.

Una magia mediocre come oggi

Un plauso va a V. D. Barbour, presidente del Toledo Magicians Club (Ohio), che non si fa scrupoli a criticare una performance scadente, presentata in occasione del convegno locale di dicembre. Smarcandosi dal tono acriticamente celebrativo che ammorba tante pubblicazioni illusionistiche, Barbour racconta che Mr. Geysel ha presentato un numero di mentalismo che coinvolgeva lo scambio di due lavagnette, eseguendo la mossa segreta in maniera orrenda – tanto che tutti si sono accorti del trucco impiegato.

L’abito non conta: lavora sulle idee!

Dal palco del FISM 2015 a Rimini, Paul Daniels aveva ironizzato su chi si lamentava dei costi eccessivi della manifestazione – e la sua reazione aveva ricordato quella attribuita alla regina Maria Antonietta (“Il popolo non ha pane? Che mangino brioches!”):

Chi si lamenta del fatto che questo congresso è troppo caro, non ha idea di quanto costi la tessera di un golf club e di certo non sarà il benvenuto alla prossima edizione. (3) 

L’arroganza dei prestigiatori nei confronti dei più sfortunati ha una lunga tradizione (e trova ampio spazio nel nostro Paese), ma la resistenza è altrettanto agguerrita. Nel novembre 1919 De Vega aveva scritto che gli illusionisti devono vestire capi su misura, perché gli abiti economici – uguali per tutti – denunciano incuria da parte di un mago, allo stesso modo in cui non si deve usare, per presentare un effetto magico, lo script uguale per tutti riportato nei libri di magia.

All’arrogante e classista opinione, Mr. E risponde con la “Lettera di un mago di successo a suo figlio” pubblicata sul numero di The Sphinx che stiamo sfogliando (p. 9):

Caro figlio mio, [...] non lasciarti ferire da quanto scrive De Vega nel numero di novembre di The Sphinx [...] sugli abiti: quel discorso vale solo per i testi con cui presenti gli effetti.

A scrivere è un mago che ha conquistato il successo fregandosene di farsi ritagliare gli abiti su misura; oggi scriverebbe che gli abiti di OVS e HM vanno benissimo per presentarsi in scena, e che non è la cravatta di seta a fare l’illusionista ma i contenuti della sua magia.

Su The New Age, un periodico dedicato alla magia tradizionale (online qui), Will Dyson rincarava la dose, attaccando l’atteggiamento predatorio del mercante capitalista con questa vignetta:

Vignetta tratta da Will Dyson, “Cartoons” in The New Age, N. 1421, 4.12.1919. Mentre l’operaio mostra un cartello che dice “Voglio la parte che mi spetta”, il ricco capitalista lo apostrofa dicendo: “Lavoratore, un po’ di cavalleria, e che diamine! Per un’inflessibile legge di mercato, quello che non rubo a te lo devo rubare a questa povera creatura: sei veramente senza cuore!”

Le recensioni

Pagina 11 è interamente dedicata alle recensioni delle riviste uscite il mese precedente. Scopriamo così che il periodico M-U-M critica aspramente le posizioni sullo spiritismo sostenute dal papà di Sherlock Holmes Arthur Conan Doyle mentre il mensile Illustrated World attacca Harry Houdini in un pezzo intitolato “Spodestare il re delle manette”. Il redattore scrive inoltre di aver ricevuto dalla Francia il periodico Passez Muscade (4) , ma

non conoscendo il francese, non sono in grado di recensirlo.

Una segnalazione riguarda il numero di gennaio del Munsey’s Magazine: in “Home Cooking” Robert Shannon racconta la disavventura di “Bernardo the Great”, un mentalista che usa trucchi da illusionista per svaligiare le case delle ricche signore presso cui si esibisce. L’uomo percorre in lungo e in largo gli Stati Uniti in cerca di un “pubblico composto da ingenui”: è presso costoro che l’uomo

aveva ottenuto notorietà, facendo appello alle mistiche arti dell’ipnosi, del mesmerismo e della magia.

Un giorno concepisce un piano e lo racconta all’amico Kid:

- È un’impresa che non può fallire. Hai presente il vecchio trucco telepatico dell’orologio? Mentre siedono in salotto, si spengono le luci. Nel frattempo io mi trovo in un’altra stanza, in un posto da cui non posso sapere cosa accade. Poi la vecchia nasconde qualcosa – per esempio un dollaro d’argento – da qualche parte nella stanza. Ed è qui che entri in gioco tu. La segui, ti assicuri di vedere dove nasconde la moneta, la tocchi per capire bene dove si trova. Fallo in maniera esplicita, e nessuno sospetterà nulla. Poi annuncia che ti concentrerai sul luogo, e a quel punto mi faranno rientrare nella stanza senza dire una parola – neanche mezza. Io ti leggo nel pensiero dove hanno nascosto il dollaro e lo recupero.
- Stai dicendo stupidaggini, Bernardo; tu non sei capace a leggere nel pensiero!
- Ovvio che non sono in grado. [...] È un trucco! Quando tocchi con la mano la moneta dov’è stata nascosta, le fai scivolare accanto il tuo orologio; al buio nessuno lo vedrà. Quando io rientro, nel silenzio generale, mi basterà dirigermi verso il ticchettio dell’orologio ed è qui che troverò l’oggetto nascosto. Sempre al buio, recupererò l’orologio e nessuno lo vedrà mai. Potremo anche scambiarci: la volta dopo, sarai tu a lasciare la stanza e io a nascondere l’orologio. (5) 

La performance viene presentata con successo per diverse sere; l’ultima sera, Bernardo intende svaligiare la casa della signora Christie, approfittando del buio e del fatto di trovarsi solo all’esterno della stanza. Le cose, però, non vanno come sperato...

Il racconto è liberamente scaricabile dalla )BmP Biblioteca magica del Popolo:

Robert Shannon

Home Cooking

Munsey’s Magazine, 1920, pp. 648-660.

Torrini insulta il re di Napoli: fake news di inizio Novecento

La rubrica dedicata alla storia della magia è tratta da un libro di Henry Ridgely Evans (1861-1949):

Henry Ridgely Evans

The old and the new magic

Kegan Paul, Trench, Trubner, Chicago 1906.

L’autore è uno dei più importanti storici dell’illusionismo di tutti i tempi. Secondo Harry Houdini, The old and the new magic (1906) si può considerare il miglior contributo alla letteratura magica del XX secolo. In realtà, in molte occasioni Evans non distingue con lucidità tra i fatti documentati e gli aneddoti creati ad arte dai prestigiatori. Tra gli eventi leggendari, riportati come se fossero accaduti davvero, c’è lo spettacolo napoletano dell’illusionista Torrini (al secolo, Edmond de Grisy). Ignorando che l’aneddoto era stato inventato da Jean Eugène Robert-Houdin (1805-1871) e che Torrini non è mai esistito, Evans racconta che il mago si era esibito alla corte del re di Napoli il 20 agosto 1798. Ferdinando I di Borbone (1751-1825) aveva scelto una carta dal mazzo ed era sbiancato: sulla carta c’era un insulto a lui rivolto, scritto a matita. Bandito dalla corte ed espulso dalla città, Torrini aveva poi scoperto che la calligrafia della scritta era quella di Giuseppe Pinetti, il mago che negli stessi giorni stava incantando il pubblico napoletano con il suo spettacolo di illusionismo. Con un’abile mossa da prestigiatore, Pinetti era riuscito a scrivere l’insulto tra le carte di Torrini, causando la sua rovina. (6) 

Il ruolo educativo della magia

L’editoriale a p. 10 si chiude con un’appassionata celebrazione del valore didattico della magia:

Nessuna arte scenica né forma di intrattenimento è valida dal punto di vista educativo quanto la prestigiazione. Mente, mano, occhio e lingua si uniscono per mettere a punto modi di colpire i sensi attraverso l’arte e la scienza. L’illusionismo fa appello a tutti gli aspetti della Natura per realizzare quelli che appaiono come autentici misteri. Un mago che abbia anima e cuore impegnati in questa impresa – che è al contempo una vocazione e un divertimento – sia egli un professionista o un dilettante, lavora e studia senza sosta muovendosi nello sconfinato territorio del mondo fisico; l’inesauribile laboratorio del mondo fisico – e lo ripeto: fisico, non spiritistico – presto o tardi offre, a chi studia e pratica la magia con onestà, le rivelazioni cercate – che esse riguardino l’ambito mentale o quello manuale.


Note

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