Secondo l’ex Ministro della Giustizia Oliviero Diliberto, io non esisto. O meglio: io sarei un personaggio di fantasia creato da Umberto Eco. Diliberto lo scrive su Cantieri nello speciale “Ecophilia”, parlando di Milo Temesvar(1) 

Milo è un personaggio di fantasia, inventato per scherzo negli anni Sessanta e più volte riutilizzato da Eco – per esempio nel Nome della Rosa.

Cosa abbiamo in comune io e Milo, a parte le iniziali MT? Diciotto anni fa lo cito in un articolo della mia rivista Indagini su Rennes-le-Château (2) , Diliberto intercetta il mio scritto e commenta:

Un certo a me ignoto Mariano Tomatis Antoniono gli dedica un saggetto. Tomatis stesso sembra, in realtà, una creatura di Umberto Eco. Nel suo sito ufficiale si definisce Wonder Injector. Sentite cosa scrive di sé: “Scrittore e illusionista, Mariano illumina le meraviglie sul confine tra Scienza e Mistero”. In fondo, anzi, non si può escludere si tratti proprio di un’ulteriore burla di Eco. (3) 

Oliviero Diliberto

Introduzione a Ecophilia

Cantieri, Macerata 2015.

L’ipotesi di Diliberto fa il giro del mondo e finisce in Brasile, dove Maria Gloria Vinci avanza lo stesso dubbio nella sua tesi di laurea (4) , copiando il testo dell’ex ministro – compresa questa nota:

Tomatis nel saggio citato racconta nuovamente proprio la vita e le opere di Temesvar, attingendo a piene mani da Eco, ma aggiungendo particolari fantastici, che non so se abbia saccheggiato ancora da Eco o li abbia inventati di sana pianta: una citazione di Temesvar da parte di Perec (funambolo della parola anch’egli); la polemica del nostro autore contro il governo britannico per avere concesso asilo politico a Salman Rushdie dopo la fatwa; il ritrovamento a Praga (altra città culto per Eco, come ben sappiamo) di un ulteriore volume di Temesvar, scritto nel 1999 e, questa volta, in francese: Diabolus Antiquus, azzardando così che si trattasse di una risposta all’Angelus Novus di Walter Benjamin. Temesvar sarebbe, pertanto, ancora vivo in anni vicini ai nostri. (5) 

Poiché di tutto questo non c’è traccia nel mio articolo, c’è da chiedersi da dove abbia ricavato queste informazioni l’ex Ministro: com’è facile verificare, nel mio breve saggio la citazione di Milo Temesvar è assai più stringata.

Nel documentario La biblioteca del mondo (2022) di Davide Ferrario, Stefano Eco – il figlio dello scrittore – ricostruisce la storia di Temesvar e il primo testo che appare in video è il mio articolo.

Fotogramma dal film La biblioteca del mondo (2022) di Davide Ferrario.

La storia più bella però è un’altra. La prima volta che vedo Umberto Eco dal vivo è il 2004, alla Fiera del libro di Torino. Alla fine del suo intervento dovrei avvicinarmi al palco per chiedergli un autografo ma la timidezza mi paralizza. Tutti i libri sullo sviluppo personale dicono che il mondo è di chi osa: senza sfrontatezza non si ottiene nulla. Io però sono un seguace dell’introfada, la lotta antisistema del militante introverso il cui slogan è “potere ai timidi”. Chi è timido ottiene gli autografi in un modo diverso, certamente più magico.

Studiando l’artista, leggendo i suoi libri, scrivendo saggi critici e occupando lo stesso spazio culturale per estenderne i confini. Ci vorranno esattamente nove anni: nell’ottobre 2013 Umberto Eco cita il mio lavoro sul tesoro di Rennes-le-Château nella sua Storia delle terre e dei luoghi leggendari (Bompiani 2013). (6) 

Umberto Eco, Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani, Milano 2013, p. 429.

E nella buca delle lettere – senza che gli avessi chiesto nulla – trovo una copia del libro. C’è la sua firma e una sua dedica:

A Mariano Tomatis dal tuo Umberto Eco.


Note

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