Con quale velocità si diffondevano le notizie prima del telegrafo? Quando il 20 giugno 1791 Re Luigi XVI fuggì da Parigi per rifugiarsi in Belgio, la notizia impiegò sei giorni per raggiungere l’intera Francia. A quel punto, però, l’allarme era già rientrato da un pezzo: la sera del 21 giugno la famiglia reale era stata fermata e ricondotta verso la capitale francese. Anche la smentita impiegò svariati giorni per diffondersi, provocando un vero e proprio caos di informazioni. Questa mia animazione mostra la diffusione della notizia da Parigi fino agli estremi confini del paese, dal 21 al 26 giugno:

Il curioso ritardo tra ciò che si conosce e ciò che sta accadendo davvero è al centro della più originale tra le quattro lezioni tenute da Alessandro Baricco al Teatro Palladium di Roma dal 17 al 20 gennaio 2013 (la puoi vedere qui e qui).

La sua riflessione “sul tempo” prende spunto da una mappa geografica che rappresenta la diffusione della notizia attraverso una serie di aree concentriche. Il disallineamento temporale tra la realtà e il suo racconto è l’occasione per esplorare la reazione dei francesi alla fuga della famiglia reale e gli ultimi giorni di Tolstoj.

E se Chesterton confessava di commuoversi di fronte agli orari dei treni, lo scrittore torinese invoca lo stesso “romanticismo del prosaico” invitando a emozionarsi al cospetto della mappa francese. Lo scollamento temporale, infatti, assume forme più intime e drammatiche quando riguarda noi stessi, rendendo la stessa cartina un richiamo ricco di suggestioni emotive:

Noi passiamo la nostra vita a rincorrere e ad aspettare. E il dolore della vita è questo. Se noi stessimo nel presente staremmo bene al di là di quello che stiamo facendo. (1) 

Tre frammenti di Rostand, Shakespeare e Omero fotografano altrettanti momenti in cui due tempi si incastrano perfettamente: in un clic, Cyrano e Rossana, Romeo e Giulietta, Ulisse e Penelope si rifugiano in quell’angolo di vita in cui si è nello stesso tempo: l’Amore.

Preveggenza con i piccioni viaggiatori

Come racconto in Te lo leggo nella mente, il tempo necessario perché una notizia si diffonda è un elemento da sempre sfruttato per dimostrare (con un trucco) la capacità di prevedere il futuro.

Uno degli oracoli più noti dell’antichità era quello di Delfi, attivo sin dall’VIII sec. a.C. Le sacerdotesse che si occupavano della divinazione fungevano da portavoce per un gruppo di saggi provenienti dalle famiglie più potenti della zona. Costoro avevano a disposizione un esercito di spie e messaggeri, che raccoglievano in segreto informazioni utili per la stesura di oracoli pertinenti agli interrogativi posti. Erano inoltre impiegati piccioni viaggiatori, in grado di portare notizie molto più velocemente di un messaggero umano; la notizia della fine di una guerra poteva arrivare con qualche giorno d’anticipo rispetto all’annuncio ufficiale da parte di un ambasciatore, ed essere comunicata come se si trattasse di una notizia che arrivava dal futuro. (2) 

Nel 428 a.C., quando finì la rivolta di Mitilene, la notizia avrebbe impiegato 4 giorni per giungere a Delfi. Questa “mappa di Baricco” mostra le aree progressivamente interessate dalla diffusione della notizia; deformando l’area più piccola, il volo di un piccione viaggiatore dava ai sacerdoti di Delfi tre giorni di vantaggio (o di “preveggenza”).

Il trucco di Feynman

Il fisico Richard Feynman raccontò di aver usato negli anni Trenta un trucco simile per fare previsioni che si rivelavano corrette. All’epoca aveva molto successo la serie radiofonica The Eno Crime Club, e il piccolo Richard si radunava con gli amici per ascoltarla. Appassionato di apparecchi radio, il futuro premio Nobel aveva costruito un apparecchio a valvole molto potente. Sintonizzandolo nel modo giusto, riusciva a captare una stazione che trasmetteva un’ora prima la trasmissione:

Così sapevo in anticipo quello che sarebbe accaduto, e, mentre eravamo tutti giù seduti intorno alla radio ad ascoltare The Eno Crime Club, io facevo previsioni: «Strano, è un po’ che non si sente più parlare di Tizio. Scommetto che ora arriva e salva la situazione.» Due secondi dopo, toh, arrivava Tizio. I ragazzini rimanevano sbalorditi e io ne approfittavo per annunciare altri sviluppi. (3) 

Cambiando unità di misura, e sostituendo ai giorni le ore, ecco la “mappa di Baricco” che evidenzia il vantaggio del piccolo Richard durante la messa in onda del The Eno Crime Club:

Frenare la diffusione

Poi c’è chi coltiva il ritardo per scopi estetici. Non sempre radio, televisione e Internet sono in grado di azzerare le distanze temporali.

Il 2 febbraio 2010 andò in onda la prima puntata dell’ultima stagione di Lost. Proiettata il giorno prima a Oahu, nei pressi del set hawaiano dove si era svolta la maggior parte delle riprese, fu ripresa di nascosto con un telefonino e caricata subito dopo su YouTube. Con ventiquattro ore di anticipo rispetto alla messa in onda televisiva, il mondo intero avrebbe potuto conoscere come si apriva l’attesissima sesta stagione.

Contro ogni previsione, la maggior parte dei fan vinse la tentazione di vedere la puntata su Internet: resistere alla scorciatoia offerta dal web, tenersi fuori dall’area di conoscenza fatta esplodere da YouTube, era uno sforzo ripagato dall’emozione di sincronizzarsi con un rito collettivo che comprendeva milioni di appassionati in tutto il mondo: il momento era così sacro da esigere l’alta definizione offerta dalla televisione; quella caricata a bassa definizione su Internet non era che l’ombra corrotta della puntata ufficiale. Perfino gli uomini del marketing della Abc, la rete che aveva prodotto la serie, si dissero sconcertati:

Non ci era mai capitato di vedere una serie che, come Lost, portasse i fan ad un livello di coinvolgimento tale da rifiutare coscientemente di avere anticipazioni rispetto alla premiere ufficiale. (4) 

Agli occhi di chi guarda, sei più giovane di quanto pensi

La luce non si propaga istantaneamente. Me lo spiegò mio padre quando ero bambino, con un esempio agghiacciante:

Lo vedi il sole? Beh, in questo momento potrebbe essersi spento. Lo sapremo solo tra otto minuti. Quello che vedi, infatti, è il sole com’era otto minuti fa. (5) 

Usando il tempo per misurare distanze spaziali, gli scienziati dicono che il sole si trova a 8 minuti-luce dalla terra: tanto è il tempo necessario perché la sua luce arrivi a noi. Per lo stesso motivo, gran parte delle stelle che vediamo oggi sono scomparse milioni di anni fa: vediamo l’universo com’era, non com’è in questo momento. Dopo Einstein, siamo condannati a un ritardo cosmico.

Rispetto a ieri, oggi la stessa notizia mi induce un mezzo sorriso. Mettiti a distanza di un metro e guardami il viso. Beh, che tu ci creda o no, io sono più vecchio di quel che vedi. Per raggiungere i tuoi occhi, i miei fotoni impiegano 0,000000003 secondi; durante tale lasso di tempo, io sono leggermente invecchiato rispetto all’immagine che ti arriva. E continuando a osservarmi, mi vedrai sempre un po’ più giovane di quanto io sia realmente.

È la fisica a confermarlo. C’è un solo modo per azzerare il ritardo: azzerare la distanza.

Come avviene tra due volti durante un bacio.


Note

1. Alessandro Baricco, Luigi XVI, re di Francia. Sul tempo. (Palladium Lectures), Teatro Palladium (Roma), 19 gennaio 2013.

2. Mariano Tomatis, Te lo leggo nella mente, Sperling&Kupfer, Milano 2012, p. 48. L’ipotesi è analizzata in dettaglio in Robert Temple, Netherworld, Arrow Books, Londra 2003, pp. 91-104.

3. Richard Feynman, “Sta scherzando, Mr. Feynman!” Vita e avventure di uno scienziato curioso, Zanichelli, Bologna 1988, p. 5 cit. in Mariano Tomatis, Te lo leggo nella mente, Sperling&Kupfer, Milano 2012, pp. 48-49.

4. Michael Benson cit. in James Hibberd, “Leaked ”Lost“ episode spurs surprising fan reaction”, Reuters, 1.2.2010.

5. Mio padre negli anni Ottanta.

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