Qui a Napoli la chiamano o’ pane cuotto; in italiano è la “bruschetta”. Nell’antichità mangiarla sulle navi era vietato: l’aglio di cui era cosparsa era un pericolo per la bussola di bordo. Si credeva, infatti, che aglio e calamite non andassero d’accordo e che il succo della pianta – e perfino l’alito di chi l’avesse mangiato – fossero in grado di annullare la forza magnetica. A mettere in guardia i marinai c’erano autorità come Plutarco e Tolomeo.

Oggi il “fatto” sarebbe perfetto per una puntata di MythBusters – Miti da sfatare, la serie televisiva che mette alla prova le leggende metropolitane, sottoponendole a controlli rigorosi. Nella Napoli del Cinquecento è Giambattista Della Porta (1535-1615) a fare fact checking sulle voci di questo tipo. Il ragazzino ha quindici anni, abita al numero 368 dell’attuale via Toledo, la strada dello shopping, e qui ha allestito un rifornito “gabinetto di fisica”.

La targa del 1884 installata sul palazzo napoletano in cui viveva Giambattista Della Porta.

Procuratosi dell’aglio, il piccolo Giovanni ne mangia uno spicchio consistente e fa un potente rutto verso una pietra calamitata; poi le avvicina alcuni piccoli chiodi: essi vengono attratti dal magnete. Schiacciando un secondo spicchio in un pestello, ne ricava del succo che versa direttamente sulla pietra; i chiodini continuano ad aderirvi e la forza magnetica resta inalterata.

Presa carta e calamaio, scrive:

La calamita non tira il ferro, se sarà fregata con l’aglio [...] Havendo fatto esperienza di questa cosa, l’ho ritrovata false, che non solo i fiati, e i rutti di coloro, che hanno mangiato agli non bastano à far che la calamita non facci l’ufficio suo, ma ongendola tutta di succo di agli, così facea le sue operationi, come se mai fusse stata di aglio bagnata, nè alcuna, ò nulla differenza si conosceva. (1) 

Ripetere il test è facile: io ho comprato una testa d’aglio in una bottega del quartiere Cavone e l’amico Gianluca mi ha prestato una coccinella magnetica.

Ricavato un po’ di succo, lo spalmo sul piccolo magnete con la punta del dito e avvicino l’insetto a un cucchiaio: nessuna perdita di aderenza.

La passione per i fatti strani e meravigliosi accompagnerà Giambattista per tutta la vita, e il suo progetto è di scrivere un’intera biblioteca di libri sull’argomento. Nel 1550, a soli quindici anni, pubblica i primi quattro intitolando la collana Magia naturale; nel 1584, alla soglia dei cinquant’anni, i volumi saranno diventati venti.

La Chiesa condanna la magia di malefici e sortilegi, quindi Giambattista è cauto: la sua, spiega, è una magia “buona” e “naturale”, che non coinvolge spiriti e demoni ma mette a frutto i segreti della Natura. L’esperimento dell’aglio è descritto nel capitolo 51 del settimo libro, interamente dedicato ai prodigi che si possono realizzare con le calamite. Lo spettacolo più sorprendente è la battaglia tra eserciti le cui statuine si muovono da sole: per metterlo in scena è sufficiente nascondersi sotto il tavolo e spostare i vari elementi in gioco tramite calamite. (2) 

L’intera collana di venti volumi desta meraviglia: essa approfondisce la possibilità di incrociare animali e piante per ottenere ibridi di ogni tipo, bellissimi o mostruosi, descrive metodi per conservare i cibi, documenta ricette per i trucchi femminili, tecniche per taroccare gioielli e metalli preziosi, metodi per domare gli animali (si rende giocherellone un cane facendolo vivere con una scimmia) e curare le principali malattie, realizzare fuochi d’artificio, creare illusioni con gli specchi, adoperare inchiostri simpatici, scrivere in linguaggio cifrato...

Scritti in latino, i venti libri sono poco accessibili alle classi meno erudite. Ad avvicinare al popolo l’opera di Della Porta ci penserà un francese. Stanco delle montagne dell’Alvernia, Antoine Bulifon (1649-1707) lascia la Francia per la più soleggiata Napoli nel 1670. Senza un soldo in tasca, si fa chiamare Antonio e si mette a lavorare come garzone in una libreria di via San Biagio dei Librai. In pochi anni rileva la bottega e diventa editore, decidendo di tradurre in italiano e pubblicare i venti volumi di Giambattista Della Porta.

L’annuncio della collana sulla vetrina è perfetto per incuriosire i passanti:

Oggi tutti i venti libri sono accessibili gratuitamente nella Biblioteca Magica del Popolo, erede degli sforzi di Antonio Bulifon di rendere disponibile a chiunque le meraviglie stuporose della Natura:

Giambattista Della Porta, Della magia naturale (20 voll.), Antonio Bulifon, Napoli 1677

Via San Biagio dei Librai resterà per secoli “il” luogo dove a Napoli si pubblicano libri per i prestigiatori. Oggi al numero 120 c’è una gioielleria ma fino alla metà del Novecento la vetrina conduceva nella tipografia di Gennaro Monte.

La gioielleria di Armando Palumbo (a sinistra) sorge in via San Biagio dei Librai 120 dove c’era la tipografia di Gennaro Monte.

Qui si poteva acquistare Giuocatore di magia (1913), il Manuale di giuochi di prestigio e destrezza attribuito al mago torinese Bartolomeo Bosco (1793-1863).

Anche Indovinala grillo ossia Le finte sorti (1907) conteneva diversi giochi di lettura del pensiero; pubblicato anonimo, era l’edizione novecentesca di un libro divinatorio del Seicento scritto dal napoletano Innocenzio Paribona. Il libro poteva essere consultato come un oracolo e sfruttava un cursore metallico da installare sulla copertina: facendolo ruotare si poteva scegliere (casualmente?) il responso “giusto”. Nel 2015 l’ho portato a New York ed è stato uno dei pezzi esposti alla mostra Magic Books (vedi qui). Oggetto di uno dei pannelli espositivi (vedi qui), l’ho presentato anche durante la mia lecture show sull’argomento (vedi qui).

Il gioco di lettura del pensiero di Indovinala grillo risale alla fine del Quattrocento, quando fu Luca Pacioli a descriverlo; avendo digitalizzato il Gratioso pensiero (1649) – un libro che coinvolgeva il lettore nell’esperienza telepatica – puoi giocarci oggi a distanza di alcuni secoli cliccando qui.

Spariti gli editori magici da via San Biagio dei Librai, oggi i cacciatori di libri devono raggiungere piazza Dante: attraversando l’imponente Port’Alba ci si immette in un vicolo pedonale su cui si affaccia un’infinità di librerie. La selezione non potrebbe essere più variegata: si va dai libri scolastici ai classici economici, dai reminder alle edizioni di pregio; su tutti spiccano i libri dedicati alla storia locale, testimonianza di un’effervescenza culturale in città molto spiccata. È purtroppo difficile imbattersi in volumi dedicati all’illusionismo.

Via Port’Alba sbocca su via San Sebastiano: proseguendo su vico San Pietro a Maiella ci si imbatte nella rifornita Libreria Colonnese, dove la selezione di libri antichi è impressionante.

Chi è in cerca di mazzi di carte, invece, ne troverà una ricchissima selezione nella tabaccheria di Alessandro Buglione in via Domenico Capitelli 23.

La tabaccheria di Alessandro Buglione in via Domenico Capitelli 23 presenta in vetrina decine di mazzi di carte e Tarocchi.


Note

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