Mariano Tomatis

Il vaticinio universale

Torino 2021

Scavando nei pressi di Roma, Pierre-Jean Migneret trova due misteriose tavole di ottone, incise con lettere e numeri alla rinfusa; sotto quel codice c’è un antico oracolo latino: il Vaticinium universale, un prodigio che incrocia tecniche di poesia combinatoria e raffinate sottigliezze matematiche.

Pubblicato nel 1759, il principio di decifrazione ispirerà numerosi effetti di mentalismo, conquistando autori del calibro di Henri Decremps, Mel Stover, Martin Gardner, Chan Canasta e Max Maven.

In queste pagine – compilate con il rigore e la competenza che sono da sempre la cifra distintiva del progetto MesmerMariano Tomatis affronta storia, evoluzione e tecniche della Forcing Matrix con un livello di approfondimento senza precedenti.

Mariano Tomatis, Il vaticinio universale, Torino 2021, 52 pp., B/N (15×21 cm).

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Mentalismo, archeologia e poesia combinatoria

Su Internet è facile imbattersi nel fenomeno dei “generatori automatici”, pagine che accostano brani sorteggiati a caso, producendo testi di senso compiuto; si va dal generatore automatico di post di Matteo Salvini al “Prontuario di frasi a tutti gli usi per riempire di vuoto il nulla” di Marco Marchi e Piero Morosini, fino al Fusarobot ospitato sul sito di Raffaele Alberto Ventura. Tali software portano nel digitale un gioco letterario reso celebre da Raymond Queneau: Cent mille milliards de poèmes (1)  è un generatore di sonetti in forma cartacea, composto da dieci pagine divise in quattordici bande orizzontali. Scegliendo, per ogni banda, una delle dieci disponibili, la sequenza che si produce rappresenta un sonetto che rispetta le regole della metrica – ma è solo uno dei centomila miliardi possibili.

Raymond Queneau, Cent mille milliards de poèmes, Gallimard, Parigi 1961.

Uno dei segreti del generatore di Queneau consiste nella rilegatura. Se le bande non fossero fissate al dorso del libro ma disposte alla rinfusa in una scatola, sorteggiandone quattordici non otterremmo necessariamente un sonetto regolare. Le prime dieci, rilegate in alto, rappresentano le dieci opzioni possibili per il primo verso; la stessa rosa di possibilità c’è per il secondo verso, per il terzo e così via.

Il numero di sonetti potenziali si calcola moltiplicando il numero di opzioni di ogni banda; essendo dieci per ciascuna delle quattordici strisce, il loro conteggio ammonta a 1014, ovvero 100.000.000.000.000 (i “centomila miliardi” del titolo).

Nel 1663 Juan de Caramuel aveva progettato un cilindro composto da quattro settori rotanti; ciascun settore presentava dieci parole, e ruotandoli casualmente si potevano produrre fino a diecimila frasi di senso compiuto. (2) 

Nel Settecento, Pierre-Jean Migneret aveva proposto lo stesso gioco in forma oracolare, annunciando la scoperta dell’Arte di scrivere versi attraverso la mera applicazione di regole numeriche (1759) (3) . L’oracolo si basava su questa struttura:

Sorteggiando una parola da ciascuna colonna si ottiene sempre un responso di senso compiuto. Tra i molti esempi che potrebbe fare, l’autore cita questo:

ECCE EQUIDEM LICITE PRAEDICIT TALIA NUMEN

È uno dei 531.441 possibili, numero che si calcola moltiplicando 9 × 9 × 9 × 9 × 9 × 9 perché per ciascuna delle 6 bande/colonne ci sono 9 scelte possibili.

Invece di proporre la tabella sopra, Migneret confonde le acque come un abile illusionista: lo scopo è di aumentare il senso di mistero e l’illusione che l’oracolo risponda alla specifica domanda che gli viene rivolta. L’autore spezzetta le parole e le distribuisce su un’ampia tavola in posizioni che sembrano casuali:

In realtà, ciascun frammento è disposto secondo una precisa logica. Poiché il responso si ottiene accostando, una dopo l’altra, le lettere che emergono nel corso di una lunga procedura, l’apparizione di un messaggio di senso compiuto desta sorpresa. Tale sequenza di operazioni è basata su un ingegnoso metodo matematico, elaborato per trasformare qualsiasi domanda in una delle oltre cinquecentomila combinazioni possibili.

Tutte le 531.441 combinazioni del Vaticinio Universale sono state analizzate in modo sistematico con un programma scritto in linguaggio R.

Tra le pagine de Il vaticinio universale (2021) Mariano Tomatis analizza il meccanismo di decifrazione, prendendo in esame le varie fasi e fornendo dettagliate istruzioni su come personalizzare l’oracolo, modificarne i responsi e tradurlo in un’altra lingua. Lungi dal sottrargli incanto, lo studio dei suoi meccanismi nascosti porta alla luce l’impressionante logica illusionistica con cui è stato progettato.

Il primo ad accorgersi del suo potenziale magico è stato Henri Decremps, che ha riproposto l’oracolo nel quarto volume della sua serie dedicata alla prestigiazione: il Codicile de Jerome Sharp (4)  (1788) presenta in coda la coppia di tavole in una planche fuori testo.

L’autore si dice irritato dal libro di Pierre-Jean Migneret: senza citarne l’autore, dichiara che contiene informazioni ingannevoli (5) . In effetti la cronaca che riporta è molto sospetta: Migneret racconta di aver trovato due tavole in una grotta nei pressi di Roma; incise su lastre d’ottone (ma Decremps riporta “rame”), erano di difficile lettura ma dopo averle trascritte e studiate, aveva capito che si trattava di un antico oracolo latino (6) .

La ricostruzione è suggestiva ma non regge: la manipolazione dei numeri in forma tabellare è tipica del periodo in cui scrive Migneret. Sono gli anni dello sviluppo del calcolo matriciale, cui contribuiscono tra gli altri Gabriel Cramer (1750), Étienne Bézout (1764) e Pierre Simon Laplace (1772). C’è un altro aspetto interessante: un passaggio della lunga procedura di consultazione dell’oracolo “sfiora” una struttura matematica che nel Novecento ispirerà un fiorente filone illusionistico – ma perché questo prenda il via bisogna aspettare il 1942.

La scoperta è abbastanza casuale. Nel 1930 Maurice Kraitchik propone l’uso di due matrici per realizzare quadrati magici 4×4 (7) . Dodici anni dopo, nell’edizione americana del libro (8) , l’autore amplia il capitolo con una nota che segna l’ingresso del calcolo matriciale nel campo dell’illusionismo.

Nasce così una straordinaria risorsa mentalistica che Mariano Tomatis ha analizzato nella monografia Forcing Matrix. Dalle proprietà matematiche al mentalismo moderno (2009).

Il vaticinio universale (2021) integra quel lavoro, proponendo un più ampio background storico e presentando due nuovi effetti di mentalismo che ne sfruttano le potenzialità.

Mariano Tomatis ha usato una matrice per forzature nel suo libro 2012 È in gioco la fine del mondo, Iacobelli, Roma 2010. Dal 4 al 27 maggio 2012 ha presentato una versione interattiva del gioco come exhibit computerizzato della mostra “Dicembre 2012 E alla fine, ci salveranno gli alieni?” organizzata ad Alessandria da Paolo Toselli.

Alla letteratura combinatoria ha inoltre dedicato gli episodi 190 (“Gli innumerevoli haiku di Gabriele”), 192 (“Il cadavere squisito”) e 248 (“Sulle tracce dell’oracolo universale”) di Mesmer in pillole, andati in onda rispettivamente il 23 e il 26 aprile 2020 e il 23 luglio 2021.

L’episodio 248 della serie Mesmer in pillole (23 luglio 2021)

Per saperne di più

Il vaticinio universale (2021) è il terzo libretto della serie Mesmer in pillole dopo Il computer-oracolo medievale (2020) e Stack, conte e scambi oculati (2020).

Mesmer in pillole è una webserie disponibile qui.

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Note

1. Raymond Queneau, Cent mille milliards de poèmes, Gallimard, Parigi 1961.
2. Juan de Caramuel, Primus calamus ab oculos ponens metametricam, Roma 1663, p. 59.
3. Pierre-Jean Migneret, Invention d’une manufacture et fabrique de Vers au petit métier, ou l’Art de versifier par les seules règles du calcul numérique, Arkstée & Merkus, Amsterdam 1759.
4. Henri Decremps, Codicile de Jérome Sharp: professeur de physique amusante, Lesclapart, Parigi 1788.
5. Decremps 1788, p. 233.
6. Migneret 1759, p. 2.
7. Maurice Kraitchik, La mathematique des jeux, Imprimerie Stevens Frères, Bruxelles 1930, p. 168.
8. Maurice Kraitchik, Mathematical Recreations, W. W. Norton & Co., New York 1942, pp. 184-5.

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