Nel suo libro Teatro e spettacolo nel Medioevo Luigi Allegri racconta:

Un ciarlartano girovago, di nome Andrea, venne da contrade italiche portando con sé un cane fulvo e cieco che, dietro suo ordine e ad un suo cenno si produceva in mirabili spettacoli. Il padrone, girando per la piazza in mezzo a una grande quantità di gente, di nascosto al cane toglieva agli spettatori gli anelli d’oro d’argento o di ferro e, dopo averli deposti al suolo, il copriva con della terra. Quindi ad un suo comando, il cane li prendeva ad uno ad uno e restituiva a ciascuno il suo. Allo stesso modo, tirava fuori a una a una e nominativamente delle monete di imperatori diversi, ammucchiate e confuse. Addirittura nel circolo degli astanti, il cane interrogato riconosceva senza sbagliare le donne gravide, i donnaioli, gli adulteri, gli avari e gli indigenti, e infine i generosi. (1) 

Il riferimento che Allegri dà al “Rer. Ital. Script.” mi ha incuriosito, e ho scoperto trattarsi di una poderosa raccolta scritta tra il 1723 e il 1738 da Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), intitolata Rerum italicarum scriptores.

La pagina cui fa riferimento la citazione di Luigi Allegri è disponibile sul web all’indirizzo http://books.google.it/books?id=_TgVAAAAQAAJ&pg=PA31 (dove è pubblicata nella riproposizione che ne diede il nipote Gian Francesco Soli Muratori nel libro Dissertazioni sopra le antichità italiane, opera del 1790).

Qui si può leggere il testo completo originale, e scoprire che Ludovico Muratori stava citando la Cronografia dello storico bizantino Isauro Teofane (758-817?).

Ecco il testo originale di Ludovico Muratori:

Tempo non [ci] fu in Italia, in cui non si vedesse una grande e varia copia di questi Giocolieri. Teofane nella Cronografia all’anno 17 di Giustiniano il Grande Imperatore, cioè nel 543 della nostra Era, racconta un fatto, che viene anche rapportato dall’Autore della Miscella Tom.I Par.I Rer.Ital.

Con più difficoltà, si può rintracciare anche il testo di Isauro Teofane, all’indirizzo http://books.google.it/books?id=MdUFAAAAQAAJ&pg=PA103, dove si parla di Andreas e del suo “canem rufum et caecum” che faceva miracula:


Note

1. Il testo latino è in Muratori, Rer. Ital. Script., I, p.108.

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