A pochi giorni dal Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario alcuni si chiedono quale rapporto ci sia tra il mesmerismo e la magia dei prestigiatori: perché ospitare un incontro del genere nel Circolo Amici della Magia, il prestigioso tempio dell’illusionismo torinese?

Uno dei primi riferimenti alla contiguità tra prestigiatori e mesmeristi compare nell’incisione Le magnétisme dévoilé (1784); ritrae Benjamin Franklin che mette in fuga i mesmeristi mostrando loro la sentenza della Commissione reale contraria al magnetismo animale:

Le magnétisme dévoilé, 1784.

In basso a sinistra, i mesmeristi lasciano dietro di sé bussolotti e palline da illusionista.

Da quando l’abate Faria nel 1825 iniziò a esibirsi nei teatri proponendo spettacoli pubblici di magnetismo, agli occhi del pubblico la distinzione tra magnetizzatori e prestigiatori divenne sempre più sfumata. Come spiega Clara Gallini,

Per quanto i magnetisti più seri avvertissero i rischi di confronti e contaminazioni – doveva essere sotto gli occhi di tutti l’evidenza palmare che esisteva un’altra serie di spettacoli, in cui l’eccezionale, l’impossibile, l’incredibile ma vero entravano trionfalmente in scena. […] È quel mondo di facitori di «prestigi» e «illusioni» che, per quanto di antichissima origine, aveva trovato nuova divulgazione, nuovi spazi scenici e anche nuovi modi di espressione proprio a partire dalla fine del Settecento, per continuare i suoi fasti per tutto l’Ottocento, fino a quando non venne messo in crisi dal nuovo monopolio della macchina produttrice di meraviglie: il cinematografo. (1) 

Non appena nacque il cinematografo, Georges Méliès dedicò al magnetismo “Il catino di Mesmer”, un cortometraggio a colori del 1904: anche qui mesmerismo e illusionismo erano strettamente intrecciati, e la celebre tinozza di legno coinvolta in un effetto magico dai consueti risvolti sessisti.

Ma trasformare delle donne in oche era ancora poco, se confrontato a quello che verrà fatto loro nel corso di tutto il secolo successivo: scoprilo nel mio documentario «Donne a metà»


Note

1. Clara Gallini, La sonnambula meravigliosa, L’asino d’oro, Roma 2013, p. 129.

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