Nel 1925 l’illusionista Ranieri Bustelli (1898-1974) resta coinvolto in uno strano fatto di cronaca: il 5 aprile La Tribuna lo cita in relazione alla sparizione di un minorenne. L’ammiccante titolo (“Il giovane fuggito da Tivoli con l’illusionista avrebbe escogitato un ingegnoso trucco per soddisfare l’insana passione”) sembra far riferimento a risvolti equivoci.

Il fatto è ricostruito in due distinte edizioni del giornale e in entrambi i casi il nome dell’illusionista è scritto male: nel primo caso Gustelli, nel secondo Buttelli. Tre giorni dopo sulle stesse pagine compare la replica del diretto interessato: l’intero caso sarebbe frutto di un semplice malinteso.

Anche quest’ultimo articolo contiene una notevole imprecisione: nel titolo Bustelli viene accostato a Magno Occultis, quando in realtà si tratta di due illusionisti distinti; Magno Occultis era un mentalista che si chiamava Carlo Surchi (vedi qui).

Qui di seguito gli articoli d’epoca che ricostruiscono la vicenda.

L’episodio che narriamo si impernia sulla misteriosa ed enigmatica scomparsa di un ragazzo di Tivoli che da qualche giorno si è allontanato da casa senza più dar notizie di sè.

La fuga ha tutto un contorno romanzesco ed oscuro tanto che a Tivoli altro non si fa che parlare di questo, congetturando in ogni modo e in ogni senso sulla sorte toccata al giovane.

Il fascino dell’illusione

Nella bella cittadina, celebre per le sue ville e per le sue cascate, qualche settimana fa giunse un tale che annunziò il suo arrivo con grande pubblicità, vantando le sue virtù di illusionista e promettendo che di questo avrebbe dato luminosa prova in alcune rappresentazioni tenute in un teatro.

L’annunzio destò un po’ la curiosità di tutti e specialmente dei ragazzi, che si promettevano di trascorrere ore di letizia e di gioia ammirando i prodigi dell’illusionista.

Così quando giunse a Tivoli fu riguardato come una rarità e circondato dalla curiosità d’ognuno. Nei caffè, nei ritrovi, dove poteva, il prestigiatore non mancava di farsi una strepitosa réclame, per essere ancora più sicuro di vedere una piena nel giorno del suo debutto.

Infatti la sera in cui le rappresentazioni cominciarono, il teatro era gremito in gran parte di giovani che seguirono entusiasmandosi sempre più, le produzioni dell’illusionista, che in sostanza ripeteva quel che diecine di altri fanno, aggiungendovi per vero dire qualche esperimento singolare e di indubbio effetto.

Miraggio di gloria

Tra coloro che non mancarono ad alcuna delle rappresentazioni era un giovane di 18 anni a nome Eugenio Stabile, che a sua volta non mancava di manifestare la sua ammirazione per l’illusionista, prodigandosi in applausi e magnificando le virtù dell’uomo ogni volta che ne parlava con i suoi amici e con i suoi parenti. Anzi in casa il giovane non faceva che parlare di quanto vedeva, dimostrandosi quasi abbacinato dalle virtù del prestidigitatore.

Il suo entusiasmo giunse a tal punto che egli riuscì un giorno ad avvicinare costui, che sarebbe certo Gustelli (sic), abitante a Roma in via Merulana 184 per dirgli la sua ammirazione aggiungendo che sarebbe stato particolarmente fortunato se avesse potuto anch’egli apprendere virtù così impressionanti.

Il Gustelli guardò con interesse lo Stabile e dopo una lunga conversazione con lui si dimostrò propenso ad instradarlo nei misteri dell’illusionismo. Occorreva però il permesso dei genitori del ragazzo e questi, la sera stessa del colloquio, durante la cena, disse al babbo che ormai aveva deciso nella carriera da intraprendere: sarebbe stato anch’egli un illusionista ed avrebbe trascinato le folle nei teatri e dei Varietà all’entusiasmo più clamoroso, aprendosi certamente la via alla gloria ed alla ricchezza.

Una nostra inchiesta

I genitori dello Stabile, neppure a dirlo, rifiutarono il consenso che loro si chiedeva e cercarono di persuadere il figliolo a rinunziare ai suoi propositi, che se pur gli facevano intravedere un ipotetico Eldorado, non gli avrebbero risparmiato le delusioni ed i dolori.

Eugenio non si persuase però nè punto nè poco e continuò ad avvicinare il Gustelli sino a quando questi partì per Tivoli.

Con la partenza dell’illusionista però anche Eugenio Stabile scomparve e per quante ricerche ne facesse la famiglia, nessuna traccia si è trovata di lui.

Che cosa è mai avvenuto? La ipotesi più probabile è che il Gustelli abbia finito per aderire alle pressioni del giovane e a portarlo con sè, non rendendosi conto della gravità del suo atto e delle ansie in cui avrebbe vissuto la famiglia del fuggitivo.

Abbiamo compiuto intorno al singolare episodio una diligente inchiesta che è valsa a diradare non poco del mistero che si addensava sulla scomparsa del giovane Stabile.

Ci siamo recati infatti in via Merulana 184 dove abita Raniero Gustelli per sapere se egli era a Roma e possibilmente per apprendere dalla sua viva voce quali erano state le precise vicende della fuga da Tivoli di Eugenio Stabile.

Eugenio ritornerà?

Abbiamo parlato con la mamma e la sorella del Gustelli le quali ci hanno detto che il loro congiunto era partito stamane alle 5 diretto a Ronciglione dove avrebbe dovuto prodursi al teatro Goldoni.

Un po’ meravigliati delle nostre insistenze hanno chiesto quali erano le ragioni della visita ed allora abbiamo senz’altro domandato se il Gustelli aveva con sé lo Stabile.

Senza punto esitare le donne ci hanno risposto affermativamente e ci hanno informato che qualche tempo prima si era recato in casa il fratello magiore dello Stabile a nome Luigi che in preda a viva emozione aveva chiesto anch’egli notizie di Eugenio.

Così aveva successivamente narrato della fuga del fratello con meraviglia delle donne, le quali ritenevano che lo Stabile avesse il permesso dei genitori.

Ad ogni modo per diradare ogni equivoco aveva inviato un espresso al Gustelli invitandolo a tornare subito a Roma o per lo meno a mandare il giovane.

In tal modo l’episodio verrebbe chiarito completamente e verrebbe spiegato con un trucco dello Stabile il quale avrà probabilmente dato ad intendere al Gustelli di avere avuto il consenso dei genitori.

Tratto da La Tribuna, 5.4.1925.

L’episodio che narriamo si impernia sulla misteriosa ed enigmatica scomparsa di un ragazzo di Tivoli che da qualche giorno si è allontanato da casa senza più dar notizie di sè.

La fuga ha tutto un contorno romanzesco ed oscuro tanto che a Tivoli altro non si fa che parlare di questo, congetturando in ogni modo e in ogni senso sulla sorte toccata al giovane.

Nella bella cittadina, celebre per le sue ville e per le sue cascate, qualche settimana fa giunse un tale che annunziò il suo arrivo con grande pubblicità, vantando le sue virtù di illusionista e promettendo che di questo avrebbe dato luminosa prova in alcune rappresentazioni tenute in un teatro.

L’annunzio destò un po’ la curiosità di tutti e specialmente dei ragazzi, che si promettevano di trascorrere ore di letizia e di gioia ammirando i prodigi dell’illusionista.

Così quando giunse a Tivoli fu riguardato come una rarità e circondato dalla curiosità d’ognuno. Nei caffè, nei ritrovi, dove poteva, il prestigiatore non mancava di farsi una strepitosa réclame, per essere ancora più sicuro di vedere una piena nel giorno del suo debutto.

Infatti la sera in cui le rappresentazioni cominciarono, il teatro era gremito in gran parte di giovani che seguirono entusiasmandosi sempre più, le produzioni dell’illusionista, che in sostanza ripeteva quel che diecine di altri fanno, aggiungendovi per vero dire qualche esperimento singolare e di indubbio effetto.

Tra coloro che non mancarono ad alcuna delle rappresentazioni era un giovane di 18 anni a nome Eugenio Stabile, che a sua volta non mancava di manifestare la sua ammirazione per l’illusionista, prodigandosi in applausi e magnificando le virtù dell’uomo ogni volta che ne parlava con i suoi amici e con i suoi parenti. Anzi in casa il giovane non faceva che parlare di quanto vedeva, dimostrandosi quasi abbacinato dalle virtù del prestidigitatore.

Il suo entusiasmo giunse a tal punto che egli riuscì un giorno ad avvicinare costui, che sarebbe certo Buttelli (sic), abitante a Roma in via Merulana 184 per dirgli la sua ammirazione e dicendo che sarebbe stato particolarmente fortunato se avesse potuto anch’egli apprendere virtù così impressionanti.

Il Buttelli guardò con interesse lo Stabile e dopo una lunga conversazione con lui si dimostrò propenso ad instradarlo nei misteri dell’illusionismo. Occorreva però il permesso dei genitori del ragazzo e questi, la sera stessa del colloquio, durante la cena, disse al babbo che ormai aveva deciso nella carriera da intraprendere: sarebbe stato anch’egli un illusionista ed avrebbe trascinato le folle nei teatri e dei Varietà all’entusiasmo più clamoroso, aprendosi certamente la via alla gloria ed alla ricchezza.

I genitori dello Stabile, neppure a dirlo, rifiutarono il consenso che loro si chiedeva e cercarono di persuadere il figliolo a rinunziare ai suoi propositi, che se pur gli facevano intravedere un ipotetico Eldorado, non gli avrebbero risparmiato le delusioni ed i dolori.

Eugenio non si persuase però nè punto nè poco e continuò ad avvicinare il Buttelli sino a quando questi partì per Tivoli.

Con la partenza dell’illusionista però anche Eugenio Stabile scomparve e per quante ricerche ne facesse la famiglia, nessuna traccia si è trovata di lui.

Che cosa è mai avvenuto? La ipotesi più probabile è che il Buttelli abbia finito per aderire alle pressioni del giovane e a portarlo con sè, non rendendosi conto della gravità del suo atto e delle ansie in cui avrebbe vissuto la famiglia del fuggitivo.

Tratto da La Tribuna, 5.4.1925.

Abbiamo da Ronciglione da parte dell’illusionista Bustelli:

«In base a quanto è apparso sul di Lei Spett. Giornale in data 5 corrente con il titolo “Il giovane fuggito da Tivoli con l’illusionista” per il mio buon nome, La pregherei voler pubblicare quanto segue.
Stabile Eugenio non era affatto un assiduo spettatore dei miei spettacoli di illusionismo dati in Tivoli di recente, ma bensì il macchinista del teatro ove la mia Compagnia agiva.
Alle sue proposte di portarlo con me, risposi accettando perché lo vidi intelligente ed adatto per il mio spettacolo, e s’intende che l’ho portato con la mansione di macchinista-attrezzista, dato che ne ero mancante.
La sua proposta ed il suo scopo erano per un miglioramento finanziario, dato che il teatro di Tivoli funzionava solamente due o tre giorni la settimana e di conseguenza percepiva la paga solo nei suddetti giorni lavorativi.
Nel giorno che la mia compagnia partì da Tivoli, fui a casa dai suoi genitori i quali mi dissero che il fratello era contrario, ma che per loro fosse pure partito secondo il suo desiderio al qual consenso non credetti opportuno interpellare il fratello, anche lui minorenne, avendo già il benestare dei genitori.
Perciò mi meraviglia la supposizione misteriosa della fuga, essendo i genitori perfettamente consapevoli della partenza del figlio.»

Misteri d’oggidì, conclude giustamente il Bustelli, pensando che quanto egli ha scritto è la pura verità.

Tratto da La Tribuna, 8.4.1925.

Questi reperti storici provengono dalla biblioteca del Circolo Amici della Magia di Torino, che ringrazio per averne concesso la riproduzione.

Approfondimenti

• Vedi anche l’articolo di Ranieri Bustelli sulla nascita delle leggende sui grandi illusionisti.

• Vedi anche il curioso dépliant interattivo di Ranieri Bustelli.

Leggi qui il malinconico ritratto di Bustelli scritto da Giuseppe Brunetto e pubblicato nel 1973 su La Stampa.

• Vedi anche la recensione dello show di Ranieri Bustelli andato in scena al Teatro Alfieri di Torino il 29 marzo 1952.

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