Celebrare figure che operano prodigi nell’ombra è uno dei modi più efficaci per sottrarre la magia alle élite e restituirla al popolo. Nel 2006 fu una ragazza etiope a far andare su tutte le furie (1)  i seguaci di Gustavo Rol: Salomè mi è tornata in mente ieri, quando Luca Casarotti mi ha segnalato il caso di Gabriella Gardini. La signora, che avrebbe ritrovato la vista a Loreto grazie a un miracolo, ha commentato: «Non sono degna.» Accostare doti morali e salute fisica è un’infame abitudine di stampo conservatore, incarnatasi in molti modi – non ultimo, nell’idea che l’AIDS sia una punizione divina per le depravazioni sessuali.

Ancora oggi molti guru della New Age colpevolizzano i malati di cancro, obesità e depressione, attribuendo a precise responsabilità morali le diverse patologie. Il perfetto rigore etico (2)  è sempre stato considerato l’ingrediente principale delle “possibilità” paranormali dimostrate da Gustavo Rol, né i suoi seguaci hanno fatto alcunché per nascondere i risvolti discriminatori di tali idee. Nel 2003 la sempre moderata Giuditta Dembech – che a Rol dedicò più di un libro – attaccò pubblicamente l’amico artista Luciano Penco, additandone la depressione come segno di chiara mollezza morale. (3) 

Dieci anni dopo poco è cambiato, e la storia di Salomè conserva tutto il suo potenziale esplosivo. La ripropongo qui di seguito, mettendo il dito in una piaga ancora aperta nel costato dei “fedeli” di Rol – che da illusionista qual era mai poté concedere di essere esaminato dalla Scienza.

Lezioni di stile (4) 

Non sarebbe mai ammessa ai salotti della Torino bene frequentati da Gustavo Rol. Giuditta Dembech non si abbasserebbe mai a dedicarle un libro. Nessuno sognerebbe mai di realizzare un sito dedicato alle sue imprese né di proporre una sua santificazione.

Salomè è una sex worker. Anche sei clienti al giorno. Ricevuti nel quartiere di Nairobi noto come Majengo – in lingua swahili “luogo squallido”.

Ma Salomè è diversa dai comuni mortali. Per qualche ragione ancora ignota alla Scienza, la donna è immune all’AIDS. Le sue compagne sono ormai in gran parte morte proprio per questa malattia, e nonostante Salomé sia stata esposta al rischio per oltre 20 anni, la Sindrome che terrorizza l’Occidente non l’ha mai contagiata. «Il virus», dice il dottor Richard Lester, «entra nel suo corpo ma, prima che possa immettersi nel sangue, viene identificato e ucciso.»

Salomè è un mistero. Per usare le parole che altri usano per altri grandi personaggi, “sfugge alla nostra possibilità di comprensione”, “è una personalità fra le più sorprendenti del secolo”, “è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui ci sia mai imbattuti.”

La Scienza, affascinata da questo intricato mistero attualmente irrisolto, vorrebbe studiare da vicino il fenomeno per isolarne le caratteristiche ed estendere ad altri il “dono” che Salomè ha ricevuto alla nascita.

Salomè non sarebbe mai ammessa ai salotti della Torino bene, ma a differenza dei molti uomini dotati di poteri straordinari – tenuti rigorosamente per sé e per una stretta cerchia elitaria di conoscenti – Salomè è umile. E alla Scienza dice “sì”. «Sento ogni giorno di gente che muore – afferma – e qualche volta mi sento in colpa per essere ancora viva. Sarei felice di poter essere utile.»

Salomè è disponibile, sa che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Ed è per questo che ha consentito a uomini come Frank Plummer (direttore del Centro di prevenzione e controllo delle malattie infettive di Ottawa), Richard Lester ed Andrew McMichael di studiarne il sistema immunitario, la mappa genetica, le caratteristiche fisiche, alla ricerca di quel “fattore X” che ne determina l’immunità al contagio.

Quale altezza morale, di fronte ai patetici “La Scienza non può analizzare lo Spirito...” (5) 

Per approfondire

Leggi qui la storia di Salomè – “La donna che potrebbe salvarci dall’AIDS” – raccontata da William Langley su The Telegraph e poi ripubblicata su La Stampa del 20 aprile 2006.

• “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” è uno dei concetti chiave intorno ai quali ho messo a punto il magic talk per WIRED 2014 (vedi qui).


Note

1. “La frecciata del prestigiatore Mariano Tomatis [...] è una delle sue uscite peggiori.” (Franco Rol, Il simbolismo di Rol, stampato in proprio, 2012, p. 193.)

2. Peraltro di facciata.

3. “Luciano Penco [...] è stato anche mio allievo di meditazione: personaggio scialbo, insicuro, depresso, affetto da malsana invidia nei confronti di M. B.: bello, spigliato, solare, vezzeggiato e ascoltato da tutti.” (Giuditta Dembech, “La meditazione e le penne avvelenate”, Torino Cronaca, 17.1.2003.)

4. Mariano Tomatis, gustavorol.net, 21.4.2006.

5. Gustavo Rol, La Stampa, 3.9.1978.

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