Ce l’aveva ricordato la ragazza che attraversò l’Oceano: il mondo è stracolmo di storie che vale la pena di riportare a galla. Nel loro L’artista e il potere Alessandro Dal Lago e Serena Giordano individuano un simile tesoro nelle gallerie d’arte:

Ci sono opere che sono state concepite dai loro autori per infiammare le masse in nome della rivoluzione, ma che oggi sono chiuse malinconicamente nelle sale in penombra di austeri musei e quindi sono indistinguibili da tutte le altre. (1) 

Ho avuto l’identica impressione di fronte alla Biblioteca del Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario – decine di migliaia di pagine che sonnecchiano nei server californiani, mute finché nuovi occhi non risveglieranno la carica eversiva di cui erano portatrici.

«Sono sempre gli uomini a magnetizzare le donne» recita fulmineo il risvolto di copertina de L’armata dei sonnambuli. Clara Gallini conferma che si tratta di una fotografia fedele:

Nella mia esperienza di ricerca non mi sono mai imbattuta in donne magnetizzatrici di professione. Il «volere» della gestione del fluido fu sempre un «potere» maschile. (2) 

Tratta da qui.

Ma non tutti accettavano passivamente lo status quo. Giuseppe Pellegrini (1797-1879), il più grande teorico italiano dell’epoca che si firmava “Lisimaco Verati”, evidenziava così il conflitto:

Vi ha gran discordia nella magnetica confraternita, se le donne sieno o no abili alla broccardica (3)  impresa di manipolare il magnetismo. (4) 

Verati era del tutto favorevole, e seppure il suo discorso fosse ancora impregnato di sterotipi, concludeva:

Anche difettando di alcune subalterne qualità, siccome posseggono le più cospicue e principali, così parmi provato che la loro attiva capacità magnetica debbe emulare quella degli uomini. (5) 

Né si trattava di un puro discorso teorico: il magnetista aveva eletto a propria

medichessa una donna […] e così nel santo nome di Dio non ho tardato ad abbandonarmi pieno di fede, speranza e carità alle sue graziose e benefiche manipolazioni; della qual risoluzione credo che ogni perfetto cristiano non potrà che lodarmi. (6) 

Joseph Philippe François Deleuze (1753-1835) dedicò all’argomento il punto 23 della sua lista di principi del magnetismo:

Le virtù magnetiche esistono in egual misura nello stesso grado nei due sessi. (7) 

Aubin Gauthier, il magnetista letto da Alessandro Manzoni, voleva evitare ambiguità lessicali e nel suo manuale specificò con molta nettezza:

Quando abbiamo detto che la facoltà di magnetizzare esiste in tutti gli uomini […] abbiamo inteso parlare dell’uomo e della donna, perché in fatti il sesso non cagiona differenza notabile nella forza magnetica, e le donne magnetizzano egualmente che gli uomini. L’azione magnetica delle donne è generalmente più dolce di quella degli uomini, e la esperienza dimostra che non è meno salutare. (8) 

Se si pensa che, in pieno Novecento, Sigmund Freud espresse dubbi sull’accesso delle donne alla professione medica, le posizioni dei tre magnetisti suonano straordinariamente evolute; un buon motivo per rievocarne la carica eversiva.

Accedi alla vetrina della biblioteca che espone i tre libri.


Note

1. Alessandro Dal Lago e Serena Giordano, L’artista e il potere, Il Mulino, Bologna 2014, p. 33.

2. Clara Gallini, La sonnambula meravigliosa, L’asino d’oro, Roma 2013 (I ed. 1983), p. 69.

3. “Si dice di questione perplessa od astrusa nel diritto o nella pratica della vita”, Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani, 1907. Il termine deriva dal nome del giurista Burchardus.

4. Lisimaco Verati, Sulla storia teoria e pratica del magnetismo animale e sopra vari altri temi relativi al medesimo (Vol. 3), V. Bellagambi, Firenze 1846, p. 46.

5. Verati 1846, pp. 49-50.

6. Verati 1846, p. 50.

7. Joseph Philippe François Deleuze, Instruction pratique sur le magnétisme animal, J.-G. Dentu, Paris 1825, p. 16.

8. Aubin Gauthier, Saggio di magnetismo, o sia, Esame della sua esistenza dai tempi degl’Indiani fino all’epoca attuale, sua teoria, sua pratica, suoi vantaggi, suoi pericoli, e necessità del suo concorso con la medicina, Parigi 1842, p. 158.

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