Il più bel cerchio nel grano del 2013 è apparso in provincia di Asti, a Robella, nella notte tra il 29 e il 30 giugno.

Le dimensioni e la complessità dell’opera si possono apprezzare meglio attraverso questo spettacolare filmato, realizzato da Aereovisione con un drone:

Da qualche giorno, conosciamo anche il nome di chi l’ha progettato e realizzato; si tratta del tarantino Francesco Grassi, uno dei migliori circlemaker del mondo, autore della bibbia sul fenomeno e coordinatore del team che ha lavorato a Robella. (1)  Premio per il miglior titolo sull’argomento al giornale online “Taranto Buonasera”, che il 7 agosto scorso ha strillato:

Risolto il mistero. L’alieno? È di Taranto.

All’arte di Francesco – che dieci anni fa mi insegnò a tracciare cerchi nel grano, coinvolgendomi nella creazione di alcune formazioni – ho dedicato un lungo capitolo in La magia dei numeri e un’ampia analisi in Te lo leggo nella mente.

Durante una bella intervista rilasciata alla radio svizzera RSI (ascoltala qui) Francesco ha fatto notare un’asimmetria degna di nota:

In tanti misteri […] c’è un atteggiamento di grande propensione nel credere a capacità umane che non sono assolutamente dimostrate. Faccio riferimento ad esempio alla telecinesi – cioè spostare oggetti col pensiero. […] [Nel caso dei cerchi], al contrario, succede che si nega all’uomo la capacità di fare delle cose che assolutamente sono alla sua portata – cioè di fare i cerchi nel grano, come ho mostrato. (2) 

L’altro, immancabile aspetto del fenomeno è l’ondata di aggressività che si scatena quando si svela la paternità di un cerchio. Alcuni rifiutano di crederci – offrendo ai creatori della formazione un ulteriore motivo di orgoglio, dato che solo un’opera di straordinaria qualità può indurre incredulità.

Altri esprimono il disagio indirettamente, cercando di censurare il fenomeno con argomentazioni vagamente patetiche. È il caso di una lettera pubblicata su La Stampa il 13 agosto, che – insensibile alla spettacolarità della formazione e al senso di maestosità che è in grado di evocare – piagnucola sul grano danneggiato e ricorda che

la roba degli altri va rispettata […] e tutto ciò che può diventare cibo per gli uomini o per gli animali merita un rispetto particolare. (3) 

Argomentazione interessante. Si pensi alle povere uova adoperate da Michelangelo per creare la vernice con cui realizzò la Cappella Sistina.

L’autore della lettera dimentica che l’uomo non vive di solo pane, ma anche di meraviglia e stupore – e i cerchi sono templi a cielo aperto dalle potentissime suggestioni simboliche; sia per chi crede a vaghe energie ultraterrene, sia per chi si limita a confidare nella capacità di alterare le percezioni propria dell’Arte.

Grazie al cielo, con buona pace dell’autore della lettera, il circlemaking è un’attività anarcoide come la satira, che – come spiegava Daniele Luttazzi

informa, deforma e fa quel cazzo che le pare. (4) 


Note

1. Con Francesco hanno lavorato Simone Angioni, Davide Dal Pos, Antonio Ghidoni, Alessandra Pandolfi, Agent Vortex e Agent BOL.

2. Francesco Grassi, intervista di Daniele Oldani, “Arcobaleno”, RSI Rete Uno, 4’22”.

3. “Disegni misteriosi, ma chi pensa ai campi?” in La Stampa, 13.8.2013.

4. Daniele Luttazzi, Benvenuti in Italia, Feltrinelli, Milano 2002.

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