Anche quando sembrano dimenticate tra le pieghe del tempo, le storie possono sempre tornare a galla – a volte in forma trasfigurata. Tra le pagine di Te lo leggo nella mente raccontavo le incredibili vicende di Harry Kahne, mentalista praticamente scomparso dalla storia della magia.

Leggendone le gesta l’amico Vanni De Luca ha deciso di ripercorrerne la carriera, riportandone in vita un frammento in un piccolo teatro torinese. Regalandomi un viaggio nel tempo che mi ha profondamente stupito. Dove non arrivano le mie parole, arriverà un minuto tratto dalla sua performance: una “meraviglia multipla” a un secolo da colui che la rese celebre negli Stati Uniti.

Al vostro applauso, Vanni De Luca:

La mia soddisfazione più grande come autore? Assistere a qualcosa di cui le mie pagine sono state una remota ispirazione. Sulle pagine del mio Te lo leggo nella mente racconto una storia dimenticata: quella di Harry Kahne.

All’inizio del Novecento i giornali non esitavano a chiamarlo “sensazionale mentalista” e “la più grande meraviglia mentale della storia”. All’inizio dei suoi spettacoli, spiegava che le persone normali usano solo il 10% del cervello e che con un po’ di allenamento si può arrivare a utilizzarlo completamente. Con queste premesse, dimostrava di saper scrivere cinque frasi diverse contemporaneamente su altrettante lavagne, tenendo i gessetti con le mani, i piedi e la bocca; memorizzare in pochi secondi venti parole associate ad altrettanti numeri; compilare a richiesta quadrati magici basati su numeri scelti dal pubblico.

Vanni De Luca incontra Harry Kahne tra le mie pagine e decide di riproporne le meraviglie a un secolo di distanza. Il 28 marzo 2014 mi regala un viaggio nel tempo: sul palco della Teatroria di Torino risolve un cubo di Rubik, un percorso del cavallo degli scacchi e compila un quadrato magico mentre recita un intero canto della Divina Commedia. Lasciandomi senza parole.

Bravo Vanni.

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