Una vetrina del Museo Galileo di Firenze ospita una coppia di “anatre magnetiche” (N. inventario 1213):

La laconica didascalia le fa risalire alla seconda metà del Settecento ma non ne spiega il funzionamento. A venirci in aiuto è Bartolomeo Bosco, che nel suo Gabinetto magico scrive:

Si prenda un tondo pieno d’acqua, su cui nuota un piccol cigno fatto di sottile lamina di latta, vuoto di dentro, inverniciato in bianco e col becco nero. Dopo una breve introduzione sulla storia naturale di questo uccello acquatico e sul modo con cui si famigliarizza volentieri e senza timore all’uomo, specialmente se gli offre del cibo, l’artista gli presenta un’asticella portante una ricciola di pan bianco. Il cigno dapprima si avvicina lentamente, poscia con celerità crescente e da ultimo impetuosamente va incontro alla presentatagli bricciola; ma l’artista rivolge verso di esso l’altra punta dell’asticella portante un pezzetto di esca, e subito il cigno si volta e fugge. Questo divertimento si può continuare presentando al cigno ora la bricciola, ora l’esca. Questo giuoco magnetico dipende dal fatto, che quando il polo nord d’un’asta magnetica viene presentato al polo nord d’un altro corpo magnetico, questo tende ad essere respinto;e se all’invece si presenta il polo nord d’un corpo magnetico al polo sud d’altro simile corpo, questo viene attirato dal primo. Per conseguenza l’asticella adoperata consiste in un pezzo d’accìajo magnetico oscuro od inverniciato in nero non molto sottile. Una sottile asticella magnetica è pure assicurata nel becco del cigno di latta, la quale asticella portante il polo nord forma la punta un poco prominente del becco. Se ora si presenta il polo sud della verghetta magnetica colla bricciola al polo nord del becco del cigno, questo allegramente vi si avvicina, e così allettandolo si può condurlo in giro sull’acqua come per burlarsì del suo desiderio di mangiare. Volgendo poi la verghetta e presentandone al cigno il polo nord portante l’esca, in fretta ei se ne fugge, e continuando a respingerlo se gli possono far percorrere dei tratti sulla superficie dell’acqua. (1) 

Il raro libro di Bartolomeo Bosco è ora a libero accesso nella Biblioteca Magica del Popolo.

Gabinetto magico del Cavaliere Bartolomeo Bosco, ossia Il complesso dell’arte di prestigio

Antica Casa Giovanni Silvestri, Milano 1862.

Le stesse anatre potevano essere impiegate all’interno di una vasca truccata, intorno alla quale erano installate sei uova contenenti altrettanti responsi oracolari:

Edmé-Gilles Guyot, Neue physikalische und mathematische Belustigungen, Bey Eberhard Kletts sel. Wittwe, Augsburg 1772 (frontespizio).

Per interrogare l’anatra-oracolo si caricava una domanda nell’uovo più grande a destra: ciò metteva in modo una puleggia nascosta sotto il tavolo, che ruotava fino a disporre – sotto l’uovo contenente la risposta giusta – una calamita a forma di cavallo (descrivo qui e qui il meccanismo). In questo modo l’anatra si muoveva verso l’uovo giusto, nel quale era contenuta la risposta all’interrogativo.

Edme-Gilles Guyot, Nouvelles récréations physiques et mathématiques, Vol. 1, Gueffier, Paris 1769, Planche IX.


Note

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