Negli anni Ottanta, comparvero nei campi inglesi gigantesche formazioni geometriche. I quotidiani li chiamavano «cerchi nel grano», arrivando a supporre che fossero impronte di astronavi aliene.

Affascinato dal fenomeno, il fisico e meteorologo Terence Meaden cercò di interpretarlo in termini naturali. Da buono scienziato, analizzò le formazioni per individuarne le caratteristiche ricorrenti. Essendo di struttura circolare, ipotizzò che nascessero da vortici di vento: la prova consisteva nel fatto che le spighe fossero piegate in senso orario. L’ipotesi finì sui giornali, e qualche giorno dopo comparve un cerchio con le spighe in senso antiorario. Meaden mise una toppa alla teoria, spiegando che in alcune condizioni i vortici potevano invertire il proprio moto. Quando apparvero formazioni a ciambella, fu costretto a teorizzare «vortici toroidali» che risparmiavano l’area centrale dei cerchi. Accorgendosi che i fenomeni comparivano ai piedi delle colline, Meaden congetturò che queste ultime intrappolassero i vortici, ostacolandone il cammino. Pochi giorni dopo spuntò un cerchio in cima a una collina. Lo scienziato non riusciva a fissare una regola senza essere prontamente smentito. Sembrava che, dietro le quinte, agisse un’intelligenza creativa e dispettosa. Quando apparvero motivi che comprendevano numerosi cerchi in uno spazio ridotto, lo scienziato dovette ipotizzare vortici di vento multipli e simmetrici. Alla comparsa di triangoli nel grano, Meaden fu sul punto di arrendersi. Il meteorologo non fece in tempo a complicare ulteriormente la sua teoria, che i campi inglesi si riempirono di pittogrammi asimmetrici e complessi: semicerchi, segmenti lineari e angoli retti sembravano violare qualsiasi regolarità immaginabile. Finché, nel 1991, l’intelligenza dispettosa uscì dall’anonimato e acquistò un nome, anzi, due: Doug & Dave.

Gli artefici di un’esperienza magica

Rivelando ai giornali di essere gli autori dei cerchi nel grano, Doug Bower e Dave Chorley ammisero di avere tratto continua ispirazione dagli articoli di Terence Meaden. Fissando una regola dopo l’altra, lo scienziato suggeriva ai due artisti quali caratteristiche alterare per far evolvere il fenomeno in modi originali. Ispirandosi a una formazione apparsa in Australia nel 1966, erano partiti dal cerchio; divertiti all’idea che Meaden attribuisse al vento le loro opere, gli fecero tutta una serie di dispetti, creando formazioni che contraddicevano ogni sua ipotesi. Il risultato fu un’evoluzione continua e sempre più spettacolare della performance.

Lo stesso meccanismo si ritrova in tutti gli ambiti creativi: ogni idea nuova si basa su qualcosa che esiste già e ne viola qualche presupposto. Doug & Dave avevano iniziato invertendo la direzione delle piegature, poi avevano modificato la topologia, la collocazione ai piedi delle colline, la forma geometrica e infine la simmetria. La loro opera ha ispirato generazioni di land artists, che hanno continuato a farsi gioco delle definizioni di «cerchio nel grano» introducendo strutture frattali, pixelature, retinature, elementi di op art e messaggi in codice. (1) 

Si tratta di magic experience designer, creatori di esperienze magiche: agiscono nell’ombra, cancellando ogni traccia del loro passaggio e usando trucchi sofisticati per realizzare formazioni dall’aura misteriosa. L’obiettivo ultimo è di alterare le percezioni di chi le visita, inducendo esperienze mistiche quando non addirittura guarigioni. Senza bisogno di parole, le complesse geometrie evocano narrative di ogni sorta: esistono formazioni dalla simbologia cabalistica, alchemica, massonica, ufologica, astrologica, informatica, frattale, taoista... (2)  Rifiutando il palcoscenico e portando la loro magia nella vita quotidiana, tali artisti offrono enormi installazioni immersive al pubblico. Gli «spettatori» sono invitati a prendere parte alla performance silenziosa, lasciandosi sedurre dall’imponenza dei cerchi, dalla misteriosa tecnica con cui sono realizzati e dalla narrativa che li considera messaggi provenienti da dimensioni sconosciute. Come Marcel Duchamp con la sua Fontana, i creatori dei cerchi nel grano hanno cambiato per sempre la nostra percezione di un campo di cereali. E, come Lovecraft, continuano ad alimentare una mitologia parascientifica fatta di vortici di plasma, fulmini globulari, vibrazioni cimatiche e microonde.

Io stesso ho partecipato alla creazione di alcuni cerchi nel grano sotto la sapiente guida di Francesco Grassi – uno dei più noti circlemaker del mondo, autore delle formazioni più spettacolari mai apparse nel nostro paese.

(1) La mia foto con il team coordinato da Francesco Grassi il 2 luglio a Bra (CN). (2) La mia foto in azione nel campo con Andrea Salsi. (3) Il cerchio nel grano fotografato il mattino successivo. (4) Panoramica del campo con il crop circle.

Trattandosi di un’attività di magic experience design, l’ho inclusa tra le pagine di L’arte di stupire, la guida alla progettazione di esperienze magiche che ho realizzato insieme a Ferdinando Buscema.

Enki Ea, il crop circle che Francesco Grassi ha realizzato a Poirino (TO) nel 2011.

Francesco Grassi, che ha letto L’arte di stupire in anteprima, ha commentato:

Mariano Tomatis è stato il primo al mondo a comprendere che l’arte di creare i cerchi nel grano è parte di ciò che chiamiamo magia. Ha partecipato alle mie prime performance di circlemaking in Italia ed è stato un grande promotore di questa nuova arte, di cui potrete leggere un’ottima analisi in questo libro. Tra le sue pagine Tomatis e Buscema propongono un approccio fantastico che non mancherà di aprirvi la mente. Attraverso L’arte di stupire coglierete come sia possibile creare magia a partire dalle cose più semplici. Una volta capito questo, non potrete più tornare indietro. Lasciatevi dunque stupire da Mariano e Ferdinando!

Francesco cura un ricco blog sull’argomento ed è l’autore della bibbia dei cerchi nel grano: una perfetta lettura propedeutica per L’arte di stupire!


Note

1. Alcuni cerchi nel grano che incarnano i diversi principi citati, ognuno identificato dalla località e dall’anno di comparsa, sono: Milk Hill 1997 (struttura frattale), Chilbolton 2001 (pixelatura), Crabwood Farm House 2002 (retinatura), All Cannings 2008 (op art), Barbury Castle 2008 (messaggio in codice).

2. Per esempio: Barbury Castle 1997 (cabalistica), Barbury Castle 1991 (alchemica), Beacon Hill 2002 (massonica), Crabwood Farm House 2002 (ufologica), Longwood Warren 1995 (astrologica), Telegraph Hill 2005 (informatica), Milk Hill 2001 (frattale), Stantonbury Hill 2007 (taoista).

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