Esplorare il lato bizzarro del 1954 porta oggi alla luce l’incredibile vicenda di un postino francese che si era proclamato Cristo in terra. Si chiamava Georges Roux (1903-1981), era nato in Provenza e nel 1947 aveva scoperto di avere poteri di guarigione. Esercitava le sue doti nella villa La Préfète di Montfavet e in pochi anni raccolse intorno a sé migliaia di seguaci, riuniti sotto il nome di “Chiesa Cristiana Universale”.

Come in un quadro di Tobia Ravà, il mondo teorizzato da Roux era basato sui numeri: decifrarne gli aspetti simbolici consentiva di prevedere il futuro. Quando il 27 luglio 1953 finì la Guerra di Corea, il «Cristo di Montfavet» sommò una dopo l’altra le cifre che componevano la data, ottenendo 34:

27/7/1953 → 2+7+7+1+9+5+3 = 34

La somma delle due cifre di 34 faceva 7, che secondo lui simboleggiava la manifestazione di Cristo: ciò dimostrava un intervento divino sul sospirato armistizio.

Il 5 aprile 1954 La Stampa di Torino rivolge al profeta un duro attacco, segnalando le prime avvisaglie di rivolta tra i suoi fedeli. L’evento scatenante è la morte di Chantal Darremont, una bambina di dieci anni: in linea con gli insegnamenti di Roux, la madre della piccola ha deciso di non affidare ai medici la sua grave bronchite. L’articolo di Loris Mannucci è trascritto in coda.

Il 1° ottobre 1954, in occasione di un’ondata di UFO sulla Francia, uno dei suoi discepoli spiegherà che i dischi volanti sono la prova che Roux è Cristo disceso in terra. A bordo di un’astronave.

“Soucoupes volantes et disciples du Christ de Montfavet”, Le Monde, 1.10.1954.

Errore d’ottica? Allucinazioni? No, rispondono i discepoli del Cristo di Montfavet: essi hanno dichiarato che quei dischi volanti su cui ovunque si ironizza sono la prova irrefutabile che la loro guida, Georges Roux, è Cristo ridisceso in terra… (1) 

Il profeta morirà nel 1981 dopo aver previsto la fine del mondo per due volte (il 15 agosto 1954 e il 1° gennaio 1980). L’Alliance universelle nata sulle ceneri della Chiesa Cristiana Universale è attiva ancora oggi.

Parigi, aprile. Sul Boulevard Saint-Michel, proprio nel cuore del quartier latino, un giovane passeggiava tranquillamente portando sulle spalle un cartellone su cui era scritto: «Cristo ritornato sulla Terra reca all’umanità in pericolo la gioia, la luce, la vita e il dono di poter guarire».

La dolce pazzia

La gente del quartiere conosce quel giovane perché da molti mesi lo vede ogni domenica e non ci fa caso, o per lo meno non ci faceva caso finora,come non ci badavano i passanti; tuffai più qualcuno scrollava le spalle e lo considerava con commiserazione, come un pazzo o un illuminato. Però le cose sono mutate. Ora la gente non scrolla più le spalle, non guarda più con commiserazione colui che porta quel cartellone in cui si annuncia il ritorno di Cristo sulla Terra, ma insorge contro il «pazzo» e l’«illuminato», lo invita ad andarsene, a smetterla con quella buffonata che ogni tanto fa una vittima innocente. E qualcuno minaccia. Ma il «testimone di Cristo», come si chiamano quelli della sua setta religiosa, pare indifferente agli insuiti come alle minacce e prosegue la sua strada. Egli ha la fede, sacrifica la sua domenica per diffonderla, invece di andare a ballare o al cinematografo, ed è convinto di essere nel vero; sono quattromila, così, in tutta la Francia, che pretendono ora di essere dei perseguitati, come lo furono i primi Cristiani, perchè la gente distrugge le loro sedi, va a fischiarli e a malmenarli nelle loro riunioni perchè la loro dolce pazzia, che sembrava inoffensiva, è invece pericolosa. Abbiamo già riferito a suo tempo, tra i fatti di cronaca, il decesso di alcuni bambini perchè i loro genitori, «testimoni di Cristo», avevano rifiutato l’assistenza di un medico, conformemente agli insegnamenti di un tale Georges Roux, impiegato delle Poste a Montfavet, che pretende, appunto, di essere Cristo ritornato sulla Terra e si autodefinisce «Cristo di Montfavet» come 1954 anni fa si diceva «Gesù di Nazareth». Questo Georges Roux è davvero uno strano individuo e i giornali hanno pubblicato nei giorni scorsi la sua fotografia: egli ha l’aspetto di un nobile campagnolo, dal volto intelligente come è senza dubbio per essere riuscito a farsi prendere sul serio da migliaia di persone, ha oggi una cinquantina d’anni ed elesse domicilio a Montfavet nel 1933, in una bellissima villa cui dette nome «La Préfète». Era ricco di famiglia e aveva ambizioni letterarie, ma poiché non riusciva a trovare un editore per i suoi poemi si decise ad entrare nella Amministrazione delle Poste e Telegrafi ed a vantarsi di aver realizzato guarigioni miracolose con le sue mani. Come Gesù Cristo. E gli ammalati affluirono. Cosi Georges Roux si fece strada, se non come poeta e scrittore almeno come medicone; e per sfruttare al massimo la dabbenaggine umana il 15 agosto 1950 fece pubblicare il suo primo libro: Giornale del guaritori; il 25 dicembre successivo fu recidivo con Parole del guaritore e, infine, il primo novembre 1951, giorno di Ognissanti, uscì il suo libro: Missione Divina, col quale egli rivelò di essere Cristo ritornato fra gli uomini. I tre volumi, che costituiscono il suo «messaggio» sono in vendita per 1550 franchi. Georges Roux è il nuovo «Cristo» ma ha ugualmente bisogno di vivere, e gli affari sono gli affari. Poi la setta, cui il suo fondatore dette nome di «Chiesa Cristiana Universale» si organizzò e oggi pubblica vari giornali e riviste con cui il «Cristo di Montfavet» prodiga la sua parola.

I simboli delle cifre

Egli afferma che nelle cifre sta la chiave di tutto; il numero uno rappresenta l’unità, quindi Iddio; lo zero è un cerchio e quindi è il simbolo del «tutto»; l’uno e lo zero formano il dieci, che è il segno del «manifesto divino»; Il cinque è l’«amore», che si scrive con cinque lettere, e «fecondato da se stesso» cioè «Amore» moltiplicato per «Amore», dà 5×5=25, cifra composta da 2 e 5; e poiché 2+5=7, il sette è il segno delle manifestazioni di Cristo; l’otto è il segno del Figlio di Dio sulla Terra, il segno dell’infinito, e via dicendo. Pare che ciò sia molto chiaro per i «testimoni di Cristo» i quali spiegano tutto con le cifre, anche gli avvenimenti di Corea, ad esempio, nel seguente modo: la firma dell’armistizio è del 27/7/1953, e quindi si ha, secondo loro:

2+7=9 e 9+7=16, cioè 1+6=7

7+1=8 e 8+9=17, cioè 1+7=8

8+5=13 e 13+3=16, cioè 1+6=7

Nella data dell’armistizio ci sarebbe dunque in modo evidente la firma di «Cristo». Inoltre le forze della Corea del Nord varcarono il trentasettesimo parallelo il 25/6/1950. Ora il parallelo 37 dà 3+7=10, cioè il segno delle manifestazioni divine; e l’esame della data dell’invasione dà il seguente risultato: 2+5=7; 7+6=13; 13+1+9+5=28, cioè 2+8=10. Tutto chiaro, come si vede, ma i negoziatori internazionali non conoscono evidentemente l’aritmetica, sono degli incapaci inaccessibili a queste virtù delle cifre. Come le cifre sono la chiave di tutto, la preghiera e la imposizione delle mani sono la panacea di ogni male. Non si deve ricorrere ai medici né alle medicine perchè ciò provoca la «sclerosi dell’anima» è un attentato all’«Essere reale» che è in noi; e cosi in questi ultimi mesi sono morti dei bambini che i genitori si contentavano di curare pregando quando bastava una puntura di penicillina per salvarli. E così la gente comincia a considerare i «testimoni di Cristo» non come innocui pazzi bensì come pericolosi fanatici, e saccheggia i loro templi e bastona i responsabili. Tanto più che, caso strano, si è saputo che a Montfavet, alla villa «La Préfète» arrivano quotidianamente somme ingenti, inviate dai fedeli. Una personalità del paese osservava giorni or sono che la «Chiesa Cristiana Universale» è diventata un’azienda molto redditizia che. richiede l’impiego di parecchie dattilografe, segretari e impiegati. E mentre la signora Barreyre, la madre che fece morire poco fa la piccola Chantal, di dieci anni, per non voler chiamare un medico, viene inviata in un manicomio dagli psichiatri che l’hanno esaminata e giudicata «irresponsabile», il signor Georges Roux, «Cristo di Montfavet» e autore dalla bella dottrina cui abbiamo accennato, ha fatto venire non uno ma due medici al capezzale della figliola che doveva partorire. Ciò nonostante sul Boulevard St. Michel, il solito giovane continua a sacrificare il suo giorno di riposo settimanale per portare sulle spalle il cartellone che annuncia il ritorno di Cristo sulla Terra. Perchè la sincerità e la buona fede di questi «testimoni di Cristo», dolci pazzi e illuminati che siano, è davvero incredibile.

(Loris Mannucci, “I quattromila francesi «testimoni di Cristo»”, La Stampa, 5.4.1954.)


Note

1. “Soucoupes volantes et disciples du Christ de Montfavet”, Le Monde, 1.10.1954.

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