Ieri sera abbiamo presentato L’arte di stupire sullo splendido lungomare di Finale Ligure (SV). Grazie all’organizzazione impeccabile di Stefano, Lauro e Luisa della Libreria Cento Fiori, oltre 150 persone hanno assistito alla presentazione-spettacolo.

Finale Ligure, ore 21: preparazione della location al chiaro di luna.

Il feedback più entusiasta ci è arrivato da una psicoterapeuta che si trovava a Finale Ligure in vacanza. Non solo aveva già letto L’arte di stupire ma, cogliendo l’invito espresso nelle sue pagine, si era anche prodigata per diffondere in modo virale la meraviglia. Ammettendo candidamente che – quando un amico prestigiatore gliene prestò una copia – la sua reazione istintiva fu: «Ma cos’è ‘sta stronzata?».

A sinistra: Il banchetto della Libreria Cento Fiori di Finale Ligure. – A destra: Un momento della serata.

Quello che segue è il racconto che ci ha mandato: le abbiamo chiesto l’autorizzazione di pubblicarlo perché ci è piaciuto un sacco!

La strega Brunilde ci scrive...

Mi chiamano Brunilde e da circa dieci anni, con un gruppo di quattro amiche e colleghe, ci ritroviamo la prima notte di luna piena del mese di luglio per festeggiare il nostro Sabba. Siamo streghe buone, e usiamo la magia bianca, fatta soprattutto di parole. In occasione dei nostri cerimoniali ci scambiamo piccoli regali, sempre molto speciali. Quest’anno, a pochi giorni dalla data, ero ancora piena di dubbi: cosa portare in dono? Ed ecco che mi viene recapitato a casa il libro di Mariano e Ferdinando…

Quando si fa il mio mestiere e ci si misura ogni giorno con la sofferenza dell’animo umano, la magia è una boccata d’ossigeno indispensabile: le persone hanno solo bisogno di essere ascoltate con interesse, amate e di trovare qualcuno che faccia riscoprire loro il gusto del sorriso e dello stupore. Per questo credo che il lavoro che fanno Ferdinando e Mariano sia meraviglioso. Trascrivo qui di seguito la lettera indirizzata alle mie sorelle; le prime righe sono tratte da L’arte di stupire (pp. 89-92).

Sono stato un uomo fortunato. Sentire l’intimità dei fratelli è una cosa magnifica. Sentire l’amore delle persone che amiamo è un fuoco che alimenta la nostra vita. Ma sentire l’affetto che viene da quelli che non conosciamo, da gente sconosciuta, che veglia sul nostro riposo e la nostra solitudine, sulle sensazioni di pericolo e di debolezza, questo è qualcosa di ancora più grande e più bello, perché allarga i confini della nostra esistenza e fa di tutti gli esseri viventi una cosa sola.
Pablo Neruda

Pablo Neruda racconta che, quando era bambino, viveva in una casa circondata da una grande staccionata. Sua madre era morta quando lui aveva soltanto un mese e suo padre, impiegato delle ferrovie, lo lasciava spesso solo. Osservando le montagne al di là della staccionata, si ritrovava a fantasticare sul mondo che si estendeva oltre i confini della sua casa. Un giorno si trovava col naso di fronte ad una larga fessura di quello steccato e fu coinvolto da una vera e propria esperienza magica:

Feci qualche passo indietro perché sentivo che stava per succedere qualcosa. Improvvisamente apparve una mano – la mano minuta di un bambino che aveva più o meno la mia età. Non feci in tempo ad avvicinarmi che la mano si era ritirata, lasciandomi una meravigliosa pecorella bianca giocattolo. La lana sulla pecora era malandata. Aveva perso le ruote. Questo la rendeva ancora più autentica. Non ho mai più visto una pecora tanto stupefacente. Guardai nella fessura ma il bambino era sparito. Sentii il dovere di ricambiare il gesto dello sconosciuto. Infilai tra le assi della staccionata una pigna profumata che custodivo gelosamente nella mia stanza…

Pablo Neruda non dimenticò mai la magia di quel momento.

Questo misterioso scambio di doni si insediò profondamente dentro di me. Quello scambio stimolò per la prima volta un pensiero prezioso: tutta l’umanità è in qualche modo una sola cosa… fu la grande lezione della mia infanzia, e la appresi nel cortile di una casa solitaria.

Care sorelle, poco tempo fa un collega di mio marito, che conosco a malapena, mi ha prestato un libro intitolato L’arte di stupire. Creare esperienze magiche per emozionare, incantare, sorprendere. Lui per diletto fa il mago, l’illusionista. Sinceramente devo dirvi che al primo impatto col libro ho reagito esclamando: «Ma cos’è ‘sta stronzata?»

Benedetto sia Don Miguel Ruiz e il suo Primo Accordo! (1)  Il libro in realtà mi ha da subito conquistato, sorpreso, emozionato, proprio come recita il sottotitolo. Inoltre mi ha fornito l’opportunità di pensare ai regali in occasione del nostro Sabba. Come vi ho detto, questo è un regalo per voi ma non per voi.

Ho preparato cinque pacchetti ispirata da questa frase, a mio avviso meravigliosa, che ho trovato nel libro: “Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso!” Alejandro Jodorowsky docet.

Vorrei che ciascuna di voi lasciasse questo pacchetto in un luogo qualsiasi, dove chiunque lo possa trovare: al bar, sul tram, su un sentiero di montagna o su una spiaggia, sulla panchina di un parco… insomma dove volete e nel luogo che più vi ispira!

Siete curiose di conoscerne il contenuto? Una banconota da cinque euro con su scritta la frase meravigliosa che vi ho citato e un piccolo gnomo.

Perché questa scelta? La razionalità ci spinge a pensare che con cinque euro non si vada molto lontano… ma non possiamo esserne sicuri. Il risultato dipende dal modo in cui li utilizziamo. Allora mi piace pensare che a qualcuno possa venire l’idea di acquistare un gratta e vinci per poi diventare milionario! Di certo da quello gnometto non si separerà mai più, considerandolo un prezioso amuleto.

Immagino che un bimbo compri un gelato per sè e per il suo amico e parlino con lo gnomo come si fa con un essere magico in grado di realizzare i loro desideri. Certamente quel pomeriggio rimarrà per i due ragazzi un ricordo speciale.

Tra tutte le possibilità, qualcuna potrebbe essere infastidita da questa stronzata: la vedo che si compra un pacchetto di sigarette e butta via lo gnomo, facendo il dito medio «a ‘sto porta sfiga!» D’altro canto, il Mondo è uno specchio e risponde come un servo obbediente ai nostri ordini!

Care sorelle, non lo trovate straordinario? Ogni nostro pacchettino costruirà una piccola o grande storia, che di certo verrà narrata per la sua stranezza e che si fisserà nella memoria di cinque nostri simili!

Magari qualcuno sceglierà di imitare il gesto, e una di noi al prossimo Sabba narrerà di aver trovato un pacchettino magico lasciato lì da chissà chi… e la storia continua!


Note

1. Il riferimento è al libro di Don Miguel Ruiz, I quattro accordi, Il Punto d’Incontro Edizioni, 2001.

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