«Chi dorme non prende pesci.»
(Prov. antico)

I

Avvegnachè il magnetismo non avesse in ogni tempo fallito alle più solenni prove, imperdonabile tuttavia sarebbe l’infinito rumore che menano intorno e pubblici e privati magnetisti; ma da Mesmer ai nostri di ogni volta che i maneggiatori del mirabile fluido si sono esposti a serii cimenti han dovuto insaccare le pive, e non sono mai riusciti a produrre incontrastabilmente un sol fatto decisivo. Pur troppo uomini di buona fede ne sostennero talvolta le dottrine; ed è di ciò che si giovarono specialmente alcuni speculatori per mettere a contribuzione con incredibile audacia la credulità del popolo.

Chiamato io in questi ultimi giorni ad assistere ad una sfida di magnetismo provocata dai signori Guidi e Zanardelli, ho dovuto convincermi che ha passato ogni onesto limite lo strapazzo che i magnetizzatori fanno della credulità pubblica, motivo per cui credo mio debito appigliarmi a questa occasione per mettere in mostra che cosa siano i nostri professori di magnetismo, a che si riducano la loro insensibilità magnetica, la catalessia, il sonnambulismo, l’estasi, ed in particolar modo la chiaroveggenza diretta ed indiretta, rivolte alla diagnosi ed alla cura delle malattie.

Però desideroso di non fuorviare nella critica, e di far sì che le mie parole riescano profittevoli, è mio proposito di attenermi scrupolosamente ai fatti per me veduti ed esaminati: ai fatti che i signori Guidi e Zanardelli han saputo e potuto mettere innanzi, il primo per sostenere la sua abilita magnetica; il secondo per combattere (curiosa idea!) e per esaltare le forze del magnetismo, e non sarà che dietro la genuina esposizione dei fatti, ch’io esporrò le mie convinzioni e le ragioni che le appoggiano.

A. Origine della sfida: descrizione degli sperimenti.

Era giunto lo Zanardelli di fresco a Torino, e aveva date sul teatro alcune rappresentazioni di fisica dilettevole e di magnetismo, quando fu accusato di ciarlatanismo dal sig. Guidi che la fa nella capitale da professore teorico-pratico di magnetismo. Al secondo avendo il primo risposto, si gittarono il guanto, e stabilirono un privato cimento in presenza di 50 testimonii (che poi furono 52) giudici del loro operato, scelti in numero eguale da ciascuno degli opponenti; e la solenne adunanza ebbe luogo lunedì 26 maggio p. p. nelle sale del sig. avv. Suaut sotto i portici della Piazza Vittorio Emanuele. La sfida era compendiata nel seguente programma:

1° ll sig. Guidi s’obbligava di offrire all’osservazione dei giudici fenomeni fisico-magnetici (insensibilità, rigidezza, ecc.) provocati mediante il magnetismo sulla sua sonnambula chiaroveggente-estetica madamigella Luisa.

2° A questi fenomeni il sig. Zanardelli doveva contrapporne altri identici prodotti su altra persona non magnetizzata.

3° Il sig. Guidi promoverebbe effetti di chiaroveggenza sulla sua sonnambula madamigella Luisa.

4° Simili fenomeni promoverebbe lo Zanardelli sopra sua figlia madamigella Elisa, parimente magnetizzata.

La seduta fu aperta sotto la presidenza dell’avv. Brofferio, la vice-presidenza del dott. B. Fenoglio, essendo segretari i signori G. La Cecilia ed avv. P. C. Boggio.

Non mi trattengo sulle discussioni preliminari, che non danno maggiore o minor rilievo agli esperimenti, e mi limito alla descrizione di questi, trascorrendo pure leggermente su quelli che han poca attinenza colla medicina.

a) Il sig. Guidi condusse il suo soggetto nel mezzo della sala, e la fece adagiare sepra un seggiolone. Fu allora nominata una commissione di quattro medici, i quali, esaminati i polsi della Luisa, numerarono (con poca differenza) 78 battiti per minuto: il signor Guidi eseguì poi alcuni passi magnetici, e fissando lo sguardo sulla giovine, in due minuti la dichiarò sonnambula: la stessa commissione di medici procedè ad un nuovo identico esame, e noto nella magnetizzata 21 pulsazioni di più per ciascun minuto.

b) Propostosi il magnetizzatore di produrre l’estasi musicale, mise in magnetico rapporto colla sonnambula un maestro di musica, facendole toccar una mano, e poi lo invitò a suonare sul piano. Al vibrare delle armoniche note la damigella si drizzò in piedi, e col mobile atteggiamento dei volto o della persona, manifestò le impressioni che dalla musica riceveva (estasi musicale); il sig. Guidi battè insieme le mani, la sonnambula si arrestò (catalessia): teneva essa il volto diretto obliquamente in alto e a sinistra, le pupille rivolte all’insù, le due mani alzate, quasi orizzontale la destra, più elevata la sinistra, alcune dita in estensione, le altre chiuse. La commissione medica le si avvicinò di nuovo, e l’esaminò parte a parte: le pupille si trovarono dilatate, stringevansi però all’avvicinarsi di una candela accesa per dilatarsi di nuovo al suo allontanarsi: le palpebre erano spalancate, ma un leggero soffio diretto alla congiuntiva faceva discender rapidamente la palpebra superiore che subito dopo si rialzava, gli occhi erano lagrimosi, le dita estese si lasciarono senza forza piegare per estendersi di nuovo appena libere. Queste cose osservammo tutti e furono registrate. Si notò pure che l’estatico-catalettica Luisa, durante lo spazio di tempo (un quarto d’ora circa) che si impiegò all’esame e conferma dei fenomeni che presentava, non potè mantenersi nella stessa precisa positura, ma abbassò alquanto le braccia, il tronco a sinistra contorse, e mutò l’atteggiamento della bocca.

C) Per proceder oltre il sig. Guidi fece dì nuovo suonar il piano, la Luisa ricominciò l’interrotta mimica con aspetto ridente, ma in breve mutò fisionomia, distese le braccia e posò le ginocchia a terra..... il sig. Guidi battè insieme le palme, e in tale atteggiamento l’arrestò... S’interruppe la musica: rialzatala pertanto il magnetizzatore, e denudato il di lei braccio destro, praticò mediante aghi lunghi ed acuti quattro distinte punture attraverso a un istmo di tessuti della larghezza di 4 o 5 centimetri, una quinta ne praticò il dott. Fenoglio: non si osservò notevole segno di provocato dolore: allora il Guidi si riposò per assorbire, si fece avanti lo Zanardelli.

a) Premesso che fissando l’immaginazime su tranquilli casi o su truci fatti può l’uomo a volontà tener calma e accelerare la circolazione del sangue nel proprio corpo, lo Zanardellì sedè: la commissione medica numerò 93 battiti (anche con poche varianti) sopra i suoi polsi. Un secondo esame fatto dalla stessa commissione pochi minuti dopo ad un cenno dello Zanardelli che punto non s’era mosso, rivelò 105 o 106 pulsazioni. (Conviene a questo proposito notare che mentre madamigella Luisa attendeva tranquillamente la prova, prima di esporvisi lo Zanardelli aveva preso parte ad animate discussioni non indifferenti certamente pel sistema circolatorio, e per le quali, considerate isolatamente, il polso di lui, anzichè accelerarsi, avrebbe dovuto acquetarsi col riposo).

b) Fatto avanzare un giovane di nome Battista, e fermatolo in mezzo della sala, lo Zanardelli lo afferrò per le mani; poi la sinistra di queste portò rapidamente in alto, la destra distese in basso, gli diè un colpo colle dita sotto il mento, gli rivolse il volto all’insù, e lo espose catalettico all’esame della commissione: questa riscontrò sul Battista occhi spalancati e fissi, pupilla dilatata che stringevasi all’approssimarsi della luce, e dopo dilatavasi di nuovo; il soffio sugli occhi faceva abbassar le palpebre superiori che tosto si rialzavano: lasciavansi piegare le dita delle mani, e di nuovo si estendevano. L’irrigidito giovane si tenne in tale positura per circa un quarto d’ora, durante il quale, abbassò alquanto la mano sinistra, e sul proprio asse la persona leggermente rivolse.

c) Per proceder oltre e provare che mediante la volontà può una persona impassibilmente sopportare forti dolori e simulare l’insensibilità, lo Zanardelli denudò il braccio destro del Battista, e lo sottopose allo stesso tormento cui era soggiaciuta la sonnambula Luisa. Atteggiato il viso in modo da esprimere contentezza, il paziente non diè verun segno di patimento: l’unica discrepanza di fenomeni che si osservò nei due individui esperimentalmente operati, si fu questa: le ferite della Luisa non diedero sangue ad eccezione dell’ultima che ne emise una goccia o due; le ferite del Battista ne diedero di più, e specialmente l’ultima; il che però ispiegasi con tutta agevolezza per la diversa stipatezza di tessitura dei due membri trafitti. 11 braccio della sonnambula era delicato, arrotondato, molle: la punta dell’ago andò incontro a una cute che penetrò con poca forza passando tra fibra e fibra, si fe’ strada nella spessezza del braccio non rimovendo quasi dal proprio sito i tessuti, e sortendo questi si ravvicinarono sul tragitto dell’ago, motivo per cui le ferite si conservarono incruente. Nel giovane invece l’ago feritore, prima di far breccia nel corame, lo spinse alquanto davanti a se, lo depresse a mo’ d’imbuto, e rompendo le fibre contro cui urtava, entrò con leggero scroscio; contro proporzionata resistenza operò nel suo tragitto, e sortendo lasciò aperta la ferita per le fibre che aveva rotte: così, per l’avvicinarsi dei tessuti centrali più molli vennero spinte alcune goccie di sangue verso le aperture cutanee.

A questo si ridussero i fenomeni fisico-magnetici provocati dai signori Guidi e Zanardelli mediante il magnetismo e la simulazione. Ora passerò a quelli di chiaroveggenza, per i quali pretendesi vedere le cose passate, presenti e FUTURE, scoprire le malattie trascorse e vigenti, relative ad individui presenti o lontani; e per i quali una donna ad occhi chiusi e come addormentata è costretta a vedere ciò che ancora non videro gl’intelletti di migliaia di sapienti cogli occhi aperti e nel corso di secoli e secoli; tant’è, col magnetismo oramai dovrebbero sfumare le distanze, indurirsi i mari, le montagne iscomparire; ogni corpo, e sia pur grande, per esso converrebbe che diventasse come cristallo trasparente, ogni minuta interna latebra del nostro corpo si facesse visibile meglio ancora che sotto al microscopio! ma di corpi, io parlo, e di interni secreti del corpo nostro? inezie son queste, nè ad essi l’ardimento dei magnetizzatori si arresta, imperocchè il pensiero afferrano, sorprendono le intenzioni, i sentimenti scoprono.

Ma lascio le digressioni e ritorno ai fatti:

Nel mezzo della sala il sig. Guidi magnetizzò la sua Luisa, e dichiarò all’adunanza potersi iniziare gli sperimenti di chiaroveggenza.

Il signor B....., dopo di aver scritto sovra un biglietto, che poi consegnò alla presidenza, la malattia che aveva sofferto e che intendeva chiedere quale fosse alla sonnambula, si pose in comunicazione con questa, e così la interrogò:

- Mi dica, signora Luisa, qual è la mia malattia.

La Luisa mosse allora la persona come se fosse annoiata, e dopo di essere ancora per alcuni minuti rimasta silenziosa, richiesta di nuovo parlò:

- La sua malattia intacca il sistema nervoso.

- Da che parte è cominciata la mia malattia?

- È incominciata... dal capo... sì dal capo...

- Si e fermata lì?

- No... si è portata alle estremità...

E il sig. Guidi a lei: – Quante sono le estremità? a quali estremità si è portata? – E la sonnambula: – Le estremità sono quattro, due superiori che sono le braccia, due inferiori che sono le gambe; si è portata alle inferiori, cioè alle gambe...

L’attenzione di tutti durante l’esperimento non tu interrotta; segni di curiosità le tennero dietro; la lettura del biglietto e le parole del sig. B. rivelarono che la malattia la quale intaccando il sistema nervoso e cominciando dal capo si estese alle gambe, era niente meno...... che un FURUNCOLO AL PODICE!! un furunculo in vicinanza dell’ano!

In un secondo sperimento in modo analogo instituito, la chiaroveggente andò in cerca della malattia nella testa (si incomincia sempre di là), la pescò nei visceri del petto, descrisse sintomi equivoci, e solo si incontrò nella verità quando asserì che il midollo spinale partecipava della malattia.

In un terzo esperimento fatto collo scopo di sapere dalla Luisa a chi appartenesse una ciocca di capelli, si ebbe da lei ch’erano capelli di donna piuttosto giovane, piuttosto bella, dal viso allungato, che pareva coricata in una bella sala, e che i detti capelli non erano neri, ma piuttosto oscuri.

Infatti erano di donna... ma priva di una gamba, dal volto arrotondato (lo sentii da chi propose la prova), e morta da circa tre mesi: erano però di color castagno.

Il quarto ed ultimo esperimento in cui si trattò di saper per mezzo del tatto chi avesse scritta una lettera, ecc., riuscì nel seguente modo.

- Mi dica, signora Luisa, di chi è quella lettera?

- È di un uomo che non è più tanto giovinetto.

- Ha quarant’anni......... Mi dica come lo trova.

- Comincia ad avere qualche capello grigio...

- No: è biondo e quasi calvo; non ha più che pochi capelli sulle tempia. Mi dica come è vestito?

- Gli trovo due abiti dei quali uno è da militare.

- No, non è militare e non è nella guardia nazionale.

- Cosa c’è nella lettera?

- Un avviso, una preghiera, un saluto.

- Parla di un matrimonio.

Per tal guisa terminarono gli sperimenti sulla Luisa; io teneva meco una ventina di oggetti per istituirne alcuno a mia e comune soddisfazione, ma per quanto abbia cercato di essere sollecito nel presentarmi al banco della presidenza, mi fu d’uopo aver riguardo alla pronta stanchezza della chiaroveggente, e contentarmi delle sovradescritte prove. Nulla si disse dei mezzi di cura.

Di chiaroveggenza medica lo Zanardelli non volle saperne; dichiarò ricisamente non volerne tentare la prova, e volersi limitare alla produzione di alcuni fatti che ha l’abitudine di far vedere: volle cioè far indovinare a sua figlia Elisa magnetizzata un odore pensato da una persona e scritto al banco della presidenza. Per più di mezz’ora la chiaro-odorante Elisa fiutò il pensato olezzo, si contorse, borbottò qualche parola, e nulla disse; intanto il sig. Zanardelli, appressatosi alla presidenza, lesse lo scritto in quistione, diè un segno di convenzione, e finalmente la Elisa nominò l’odore di violetta e indovinò! Il secondo tentativo ebbe per iscopo di far eseguire alla sonnambula un ordine pensato e scritto al banco della presidenza. Per tre quarti d’ora la magnetizzata s’aggirò per le sale, e non arrivò mai a prender in mano un candeliere come le imponeva il coniando magnetico; fine condotta per mano da un esperimentatore dopo esitazioni manifeste, dopo aver toccati diversi individui, arrivò a palpar colla destra il volto, le spalle, un braccio, una mano alla signora Luisa.... uno scoppio di applausi salutò il felicissimo successo e l’avvenente Elisa.

Ecco terminata la serie di sperimenti magnetici, antimagnetici e di nuovo magnetici che produsse la solenne sfida Guidi-Zanardelli. – Tra breve ne vedremo il risultato.

II

B. Seconda adunanza: riflessioni: conchiusioni.

Prima di formulare la mia opinione su quanto ho sin qui esposto, convienmi premettere qualche cenno su di una seduta accessoria che la coda si può dire della sfida descritta. Quest’adunanza ebbe luogo la sera del 20 maggio nelle sale stesse dell’avvocato Suaut.

Erano scopo del convegno la lettura, la discussione e la votazione del processo verbale della prima seduta e da non pochi desiderosi di chiarire le cose, nuovi esperimenti di chiaroveggenza si aspettavano.

Il verbale fu letto, su di esso parecchie osservazioni si mossero e da me e da altri, ma non tutte poterono essere ponderate convenientemente, colpa l’intolleranza, la foga, l’ostinatezza di qualche parlatore che a vender lucciole per lanterne più che a discutere quietamente sembrò credersi venuto, nullameno con poche modificazioni si approvò. (1) 

Intanto il sig. avv. P. C. Boggio, il quale con lodevole insistenza dichiarò sempre di voler fatti, perché fatti e non parole s’erano promessi, di nuovo si rivolse ai magnetizzatori, e li interrogò se intendessero o no di venire a nuovi esperimenti magnetici, imperocchè se veramente volevano che si facesse la luce, la verità si scoprisse, non vi si potevano ricusare: ma i signori professori magnetizzatori furono di opposto avviso.

Lo Zanardelli esplicitamente si rifiutò: disse il Guidi non poter desiderare di meglio che di chiarire le vantate verità magnetiche.... ma trovarsi in condizioni anormali... ma esservi difetto di buona fede... ma lui commosso, agitato, non poter a meno di comunicare alla Luisa col proprio fluido la propria agitazione... ma esser indispensabile calma e quiete di animo; ed alrettanti ma. Attalchè le sue parole si potrebbero concretare nel seguente concetto: io vorrei: ma non voglio... vorrei se potessi: non voglio perché non posso: e sarà bene non trascurare questo fatto: due magnetizzatori de’ quali uno può disporre d’un soggetto magnetico dei più rari e lucidi, e l’altro possiede una giovane sonnambula-chiaroveggente-estatica, in un solenne cimento per essi provocato, falliti i primi esperimenti, di proceder oltre si ricusarono. Nè qui è tutto ancora. Lo Zanardelli, confessando apertamente, con molte gherminelle i magnetisti sostenere le proprie teorie, non molto si accalorò per i portenti della fluida potenza, non così però fu del Guidi.

Costui, caparbio vantatore di quistionata mercanzia, perché stretto al muro dai signori dottori Ruatti e Fenoglio, non con altro si volle schermire che con sofismi e con accuse di mala fede? perché non accettò la sfida che i prelodati Dottori gli mossero (2) ? Ecchè? un Guidi, un esercitato magnetista, un professore che ha lunga pratica e un fluido potentissimo col soprappiù della veggente-estatica sua sonnambula madamigella Luisa, sarà inetto a scoprire colla lucidità magnetica (clairvoyance) qual concetto stia scritto e chiuso in una carta, qual oggetto stia nascosto nel pugno di una persona? inetto lo è, ma dei perché il sig. Guidi ne ha piene le tasche: mi farò tuttavia lecito in appresso di pesarne il valore.

Finalmente dichiarati approssimativamente identici i fatti sperimenti, fu chiusa la seduta, sciolta l’adunanza.

Riepilogando, dirò di aver veduto: 1° esperimenti di magnetismo senza valore di sorta, perché i fenomeni fisico-magnetici del Guidi furono imitati colla simulazione dallo Zanardelli, attalché non sarebbe fuori di proposito l’asserire gli sperimenti dei due campioni essere stati se approssimativi nella forma, identici nella sostanza: cioè, a dir chiaro il pensier mio, giochetti belli e buoni i primi, giochetti belli e buoni i secondi; 2° esperimenti di chiaroveggenza, i quali provarono che la estatica Luisa, invece di possedere una chiaroveggenza magnetica, ne gode una interamente amaurotica, perché tirò giù all’azzardo per dritto e per traverso i responsi che le suggerivano le parole dei circostanti e l’esercizio di sibilla, senza appressarsi mai gran fatto al vero, e spesso il bianco pel nero pigliando; 3° sperimenti di senso magnetico nella signora Elisa, i quali la tormentarono per un’ora e mezza, e misero sulle spine i suoi amici ammiratori che cercarono poi di coprire il proprio dispetto, e lei rimettere di buon umore coi battiti di mano.

E tacere non posso, a questo punto, di un medico magnetomano. Tuttora mi sembra di vedere il chiaroveggente Borgna, incaricatosi di far eseguire un ordine alla magnetica Elisa, là in mezzo della sala, con severo cipiglio, colle braccia distese in avanti e quasi catalettiche, spruzzar invano l’autorevole comando nelle spalle di lei... su Elisa!... avanti Elisa! eseguisci... eseguisci!... Ma Elisa non eseguì.

Questo fatto è assai eloquente: il sig. Guidi è solito dire che gli sperimenti vanno a male ogni volta che la mala fede vi si immischia; in questo caso però avevamo tutti gli elementi favorevoli: una sonnambula fornita di molta abilità, uno sperimentatore carico di molta credenza, di modo che mi credo abbastanza appoggiato per dire che il trovarsi al cospetto di giudici dagli occhi non abbacinati, ha fatto sì che il magnetismo fallisse; chè oramai è dimostrato, a chi diritto ragiona, i meravigliosi fenomeni magnetici non potersi vedere se non sulle scene di un teatro e nelle sale o gabinetti che dir si vogliamo dai signori professori. Là si mostrano costoro meno titubanti, e dettano ex-cathedra: altrove non mai.

La ragione per cui il sig. Guidi ha rifiutati nuovi cimenti, e si è schermito dalle fattegli provocazioni, mi si dice sia questa: acciocchè una sonnambula indovini un concetto scritto, oppure un oggetto chiuso in pugno, richiedesi che la persona la quale tenta la prova, tenga il suo pensiero sopra di quelli, perché secondo i magnetisti il pensiero è una emanazione del magnetismo, ed altrimenti correndo le cose la chiaroveggente nulla più vede, smarrisce e perde la via.

Questo modo da ragionare è strano per verità!

Se per iscoprire un fatto è d’uopo su di esso rimanga fisso un pensiero, secondo quale teoria non solo, ma con quale ombra di buon senso possono i magnetisti aver la pretensione di svelare fatti che sono a tutti ignoti? eppure sono questi i fatti che formano i cardini su cui poggiano i più sublimi e proficui prodigi dei magnetizzatori?

E qui mi scorgo arrivato dove era mio speciale scopo di venire, voglio dire alla facoltà che i magnetisti si attribuiscono di scoprire ogni qualsiasi malattia anche lenta o nuova, oppure giudicata incurabile, e mi sarà facile provare l’assurdo in cui sono condotti inevitabilmente dalle loro stesse teorie.

Un ammalato, sia pure credente, se ricorre al magnetismo, è segno che non conosce a fondo la propria malattia; senza cognizioni di anatomia interna, senza alcuna nozione degli attributi fisiologici delle parti che compongono il corpo umano, è impossibile che nella propria mente non si faccia una falsa idea del suo male, e sul falso il pensiero appoggi. Or bene in simile caso come si leveranno d’impaccio la chiaroveggente e il magnetista?

Se abbastanza forti da riuscire in queste prove, perche tanto paurosi ad accettar le sfide? se impotenti in queste, perché han tanta tracotanza e sfrontatezza da promettere mari e monti nelle prime?

Nè i magnetisti si ponno sottrarre a questo dilemma, e ciò essendo, come potranno sottrarsi alla taccia di ingannatori per non dir peggio?

Un altro assurdo fu dal prof. Guidi e dai magnetisti in genere messo in campo. Vuolsi da costoro che una persona magnetizzata non soffra le lesioni traumatiche, vuolsi di più, che praticatale una ferita alla pelle, il sangue non ne debba fluire, mentre ammettono che la magnetizzazione accelera la sanguigna circolazione; e dove dunque andrà il sangue che scorrendo rapidamente per vasi tagliati, arrivato alla soluzione di continuità, non può percorrere il consueto cammino?

Per dimostrare la frivolezza del magnetico asserto senza scostarmi dalle serie dei descritti esperimenti, mi basterà qui citare testualmente la relazione fatta da uomini autorevolissimi sulle conseguenze delle praticate agopunture:

I sottoscritti essendosi ieri dalle ore 11 alle 12 antimeridiane recati in casa del sig. Guidi, indi in compagnia del signor dottore Manca presso il sig. Zanardelli, per esaminare lo stato delle punture fatte negli esperimenti comparativi di insensibilità nella sera di lunedì scorso, dichiarano:
1° Che tanto nella sig. damigella Guidi, come nel giovine soggetto delle sperienze del sig. Zanardelli, le punture non offrivano che le vestigia di loro pregressa esistenza, ossia una piccola macchia rossa, colla sola differenza che quelle del giovine del Zanardelli erano alquanto più appariscenti dal lato dell’introduzione degli aghi.
2° Che nè le une, nè le altre presentavano segni di fattasi reazione o flogosi, non potendosi aver come tale una piccola traccia di linfa plastica, che si scorgeva tuttora addensata su di una delle punture del giovine del Zanardelli dal lato dell’introduzione degli aghi, sebbene come tale la volesse il sig. dottore Manca, il quale a torto pretendeva fosse pus, siccome venne questo constatato dal sig. dott. Guastalia, che a caso trovavasi presente.
E quindi i medesimi conchiudono, che nell’andamento consecutivo, ossia negli esiti delle punture fatte alla sig. damigella Guidi magnetizzata, e al giovine del sig. Zanardelli non magnetizzato, nella sera di lunedì scorso, non trovarono differenze essenziali.
Torino, il 29 maggio 1856.
B. Fenoglio, dott. coll.
G. Pertusio, dott. coll.

Da questa relazione inoltre veniamo in chiaro di un’altra preziosa verità, imperocchè risulta che il dott. Manca, sostenitore caldissimo del magnetismo, è tanto addentro nella scienza medica da non conoscere i caratteri del pus. E ciò dico, perché assai lontano dal crederlo privo di buona fede!

A proposito di questi sperimenti d’insensibilità per i quali i magnetisti menano tanto chiasso, dirò ancora ch’essi non hanno valore di sorta, prima perché non sono gran fatto dolorosi, e secondariamente perché nell’esercizio dell’arte medica si incontrano individui che sopportano senza un gemito, senza un lagno acerbi dolori, ed alcuni persino che veggono con volto sereno a praticare sul proprio corpo vastissimi tagli, e senza un lamento si lasciano mutilare d’una gamba, d’un braccio. Nè mi tratterrò a confutare l’errore in cui sono i magnetisti, asserendo che le punture sui magnetizzati non hanno alcun seguito, perchè abbastanza è dimostrato da quanto si legge più sopra, l’eguaglianza di risultati ottenuti nella giovane Luisa e nel giovane Battista.

Mi resterebbe a dire perchè tanto fermi siano i Professori di magnetismo nella pratica dell’arte loro che di assurdo in assurdo li conduce, e con quali furberie cerchino sedurne il volgo e darla ad intendere ai creduloni; ma l’auri sacra fames è potenza abbastanza nota e incalzante; e i risponsi delle sibille, gli enimmi delle chiaroveggenti sono giochi di furberia, sentenze gettate all’azzardo ogni volta che non sono diretti da segni mnemonici convenzionali. Prendiamo ad analisi uno degli sperimenti descritti, per es. quello della lettera. La sonnambula disse che era di un uomo che non è più tanto giovinotto!. Quanta sagacità! un uomo che scrive una lettera non è più tanto giovinotto!. E notisi ancora l’elasticità di questa locuzione la quale abbraccia i quattro quinti dell’età dell’uomo. Se uno avesse 12 anni gli si può dire che non è più tanto giovinotto: se ne avesse 70 gli si può dire lo stesso. Quando la Luisa sentì dire che aveva 40 anni, subito aggiunse che cominciava ad avere qualche capello grigio. Ciò era logico, perché a 40 anni sogliono comparire i primi segni della canutezza. Peccato che l’uomo in quistione fosse biondo e quasi calvo! Richiesta inoltre la sonnambula del contenuto nella lettera, disse contenervisi un avviso, una preghiera, un saluto. Con ciò se ne seppe di più di prima? Mi rincresce che lo sperimentatore siasi limitato a dire che nella lettera parlavasi di un matrimonio; comunque però sia, la risposta è abbastanza confusa ed elastica per dirla azzardata interamente.

Per venire ad una conclusione, credo aver dimostrato che i signori Guidi e Zanardelli han fatto un completo fiasco per la pretesa virtù del magnetismo, e che i loro vanti si riducono a belle e buone corbellerie, le quali se tollerabili sulle scene dove si possono per passatempo godere, fan sorgere nell’animo d’ogni uomo onesto e non illuso un profondo sentimento di indegnazione. E questa indegnazione si accresce pensando ai testerecchi sforzi dei mesmeristi. Ora, come sempre, costoro davanti agli insuccessi non si danno per vinti, e si ritirano con ammirabile sangue freddo sotto le batterie d’un medico risponsabile (3) . Ecchè? signori magnetizzatori; se è la verità quello che dite e quello che fate, qual bisogno avete di mettervi piuttosto all’ombra di un nome che dei fatti? Se falsità ed impostura, credete voi che un diploma sia mantello che valga in eterno a nascondere la ciurmeria?

Per ora al sin qui detto mi limito; non faccio conto di coloro che paragonano i nostri Professori a Cristo, a Galileo ecc., perché se questi non fossero confronti da far pietà, desterebbero le risa; non mi occupo degli articoli teatrali che levano alle stelle promiscuamente ballerine, cantanti e sonnambule a norma dei loro meriti. Non curo le proteste, finchè non contengono che parole, e danno a queste l’incarico di respingere tutte le insinuazioni, e mi riserbo di ritornare sull’argomento del magnetismo in modo più libero e con ragioni non meno sicure.

Testo integrale dal libro di Luigi Berruti, Il magnetismo e la medicina: riflessioni sopra una sfida di magnetizzatori, G. Biancardi, Torino 1856.


Note

1. Per coloro che avranno letto il processo verbale pubblicato nel Risorgimento del 4 giugno, credo bene accennare ai seguenti punti che vi sono inesatti. I muscoli della catalettica Luisa si piegavano sotto non forte pressione (Demarchi). Gli aghi infissi nel di lei braccio non avevano per certo un centimetro di rotondità; non si piantarono alla profondità di 4 centimetri, ma percorsero un eguale tratto; il Battista non è giovane scarno e macilento, ma di discreta corporatura.

2. Il dott. coll. Ruatti offrì al sig. Guidi una scommessa di 500 franchi contro 300 se sentivasi indovinare IN TRE VOLTE un concetto scritto, lasciando al magnetizatore la scelta dell’ora e del giorno per l’esperimento – IL SIG. GUIDI NON ACCETTÒ – Il dott. coll. Fenoglio propose allo stesso una sfida di 1000 fr. se in tre prove era capace di dargli un fatto incontrastabile di chiaroveggenza. – NON ACCETTÒ IL SIG. GUIDI.

3. Ciò si legge sui cartelloni che sono affissi per le vie di Torino.

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